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IL CINEMA DEI GIUSTI - SVEGLIATE SALVINI! “BANGLA”, DIRETTO E INTERPRETATO DA PAHIM BHULYAN, VENTIDUENNE MUSUMULMANO DI ORIGINI BENGALESI MA AL 100% ABITANTE DI TORPIGNATTARA, È IL FILM PER LUI - NATO DA UN SERVIZIO DELL’ORMAI DEFUNTO “NEMO”, DOVE PROTAGONISTA ERA UN GIOVANE STUDENTE DI CINEMA CHE PARLAVA PURO ROMANO, CIOÈ PHAIM BHULYAN - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Svegliate Salvini. Bangla diretto e interpretato da Pahim Bhulyan, ventiduenne musumulmano di origini bengalese ma al 100% abitante di Torpignattara e orgoglioso di esserlo, è il film per lui. Nato da un servizio dell’ormai defunto Nemo, programma di Rai Due, vedi che serviva a qualcosa?, dove protagonista di un servizio era un giovane bengalese studente di cinema che parlava puro romano, cioè Phaim Bhulyan, Bangla, scritto dallo stesso regista e da Vanessa Picciarelli, ne è una specie di prolungamento.
Da una parte, cioè, mette in scena, in maniera quasi autobiografica, la vita di tutti i giorni dei torpigna-bengalesi a stretto contatto sia con la loro comunità sia col mondo esterno, da un’altra descrive la storia d’amore tra Phaim e la giovane romana Asia, interpretata da Carlotta Antonelli, proprio con le mille difficoltà delle differenze sociali e religiose.
I musulmani, si sa, non possono né bere, né mangiare carne di maiale, ma, soprattutto, non possono fare sesso prima del matrimonio. Ahi! E se lei ci prova, che fai? Nato all’interno di una famiglia molto tradizionale, che come tanti bengalesi vede Roma come un “corridoio” prima di arrivare in Inghilterra, dove la comunità ha radici più solide, Phaim si sente soprattutto abitante di Torpigna, si esprime come un giovane romano e ha gli stessi desideri e le stesse speranze.
Così, quando incontra Asia, più scafata e evoluta, diciamo, si scontra con le proprie contraddizioni di romano-musulmano. La nasconde alla famiglia, prima di tutto, mentre lei lo invita a casa sua con un padre ex frikkettone e una mamma diventata lesbica. E rimanda il sesso. Sì, ma fino a quando?
Molto divertente, già omaggiato al Festival di Roma e a quello di rotterdam, Bangla è una boccata d’aria fresca per il cinema italiano, e non solo per il cinema, che tanti elettori leghisti dovrebbero vedere per capire che le cose da tempo non sono più come le dipingono i politici. Che l’Italia non sta cambiando, ma è già molto cambiata e è già multietnica. Che questi ragazzi hanno una voce e si faranno sentire, anche se ancora non capiscono bene come liberarsi dalle loro contraddizioni. In sala da giovedì.
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