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Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
GEORGE CLOONEY E AMAL ALAMUDDIN
La suocera perfida e, naturalmente, pettegola. La star mondiale del cinema a rischio evirazione. La grande delusione dell’affascinante fidanzata. Perfetto, c’è tutto: il tabloid Daily Mail era andato sul sicuro, pronto a rovinare l’estate a George Clooney pur di offrire un altro scoop memorabile agli oltre 2 milioni di lettori, prima con l’edizione online poi con la carta. Invece, tra scuse presentate dal giornale e respinte dall’attore, ne è nata una polemica sui fondamenti dell’informazione e sulla credibilità della stampa inglese. Un caso nazionale.
Lunedì 7 luglio il seguitissimo sito del quotidiano inglese spara una delle sue «exclusive» in caratteri cubitali. «Può fare molto meglio», è il titolo che riporta quello che Baria Alamuddin, avrebbe detto «a mezza Beirut». La donna è la madre fortunata di Amal, 37 anni, anglo-libanese, avvocatessa e attivista per la difesa dei diritti umani. E Amal è la fidanzata, la promessa sposa di Clooney, 53 anni, star del cinema e, suo malgrado, del gossip mondiale.
GEORGE CLOONEY E AMAL ALAMUDDIN
Nell’articolo tutti i verbi sono coniugati all’indicativo: nessun dubbio, nessuna possibilità di equivoci. La famiglia di Amal appartiene alla «setta dei Drusi, una derivazione medievale dell’Islam, i cui membri non devono sposarsi con estranei». Segue elenco delle punizioni: «diverse donne sono state uccise per aver disobbedito» e poi, buttata lì con divertita disinvoltura: «lo scorso anno i parenti di una donna drusa hanno tagliato il pene all’uomo che lei, nonostante il divieto, aveva voluto sposare, un musulmano sunnita».
Conclusione della suocera: «In Libano ci sono cinquecentomila Drusi. Tra questi possibile che non ce ne sia uno che vada bene a mia figlia?». E tocco pecoreccio finale: gli amici della famiglia di Amal avrebbero scherzato sull’ipotesi di un Clooney seriamente menomato.
Due giorni dopo, mercoledì 9 luglio, l’attore ha replicato sul sito del quotidiano americano Usa Today . I fatti, scrive Clooney, sono totalmente inventati. «La madre di Amal non è drusa, non è mai stata a Beirut da quando sono fidanzato con la figlia e non è affatto contraria al matrimonio». È una smentita con parole profonde che chiamano in causa «questioni più ampie».
«L’irresponsabilità, in questa epoca, di sfruttare differenze religiose dove non ne esistono non solo è segno di infima negligenza, ma è addirittura pericoloso». E ancora: «Sono figlio di un giornalista; accetto l’idea che la libertà di stampa possa talvolta creare qualche inconveniente alla mia vita privata, ma il Daily Mail ... stavolta va ben oltre l’essere un ridicolo tabloid ed entra nel campo dell’incitazione alla violenza». I direttori dell’edizione online e di quella cartacea si sono scusati con Clooney mercoledì stesso e l’articolo è stato rimosso. Ma i giornalisti hanno derubricato il caso a semplice errore di valutazione del lavoro compiuto a Beirut da una «affidabile freelance». Ancora una contro replica del vincitore di due premi Oscar: «o hanno mentito all’origine o mentono adesso».
Rupert Murdoch e il figlio James
A quel punto il «caso Clooney» è diventato materia di analisi per i quotidiani più seri, dal Guardian al Times , all’Indipendent , in un Paese che periodicamente si trova costretto a interrogarsi, traumaticamente, sull’affidabilità dell’informazione. Nel luglio del 2011 James e Rupert Murdoch chiusero il rotocalco News of the World in seguito allo scandalo forse più clamoroso: il giornale fu accusato di aver corrotto agenti di polizia per ottenere intercettazioni e informazioni riservate sui personaggi politici, dello spettacolo e perfino sulle vittime degli attentati del 2005 a Londra. La direttrice dell’epoca, Rebekah Brooks è stata di recente assolta nel processo. Ma in edicola e sulla Rete la linea di confine tra gossip divertente e pericolosa fesseria diventa sempre più labile.
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