DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
1 - CIUFF CIUFF, IN TRENO COL PAPA, VERSO ASSISI CON MORETTI E WI-FI TELECOM -
Luchino di Montezemolo non ha finora commentato la lettera a Bruxelles del Presidente Patonza che in tutti gli ambienti politici viene considerata il suo manifesto elettorale delle prossime elezioni.
Alla vigilia della riunione tra i capi di governo si è limitato a chiedere misure strutturali e decisioni senza le quali il Cavaliere dovrebbe andarsene, ma ieri la sua attenzione è rimasta concentrata per tutto il giorno sul viaggio del Papa ad Assisi. Nella città di San Francesco (simbolo di una povertà che Luchino non ha mai conosciuto) Benedetto XVI ha pregato insieme ai rappresentanti delle altre religioni, e alle orecchie del presidente di Ferrari e Ntv è giunta l'eco della performance di Mauro Moretti che per la circostanza ha fatto le cose in grande.
Sul treno di sette carrozze con tanto di insegne vaticane il Papa si è seduto nel primo scompartimento con Bertone, Bagnasco, altri sette cardinali e alcuni esponenti del mondo cattolico tra cui il barbuto Andrea Riccardi della Comunità di Sant'Egidio. A bordo c'era lo stato maggiore delle Ferrovie, ma il Papa è rimasto molto impressionato dalla presenza di numerosi dirigenti di Telecom.
Per l'occasione Franchino Bernabè, che si è incontrato qualche giorno fa con Moretti per parlare di Confindustria, aveva minacciato fuoco e fiamme se il wi-fi che sulla Frecciarossa va a singhiozzo avesse fatto cilecca, ma i giornalisti e padre George hanno potuto constatare che l'impianto funzionava benissimo, e il convoglio è arrivato a gran velocità perché Moretti aveva dato disposizione di rendere totalmente libera la tratta per Assisi.
Sembra che in segno di riconoscenza e nel rispetto del protocollo Vaticano, lunedì il capo delle Ferrovie e il suo stato maggiore saranno ricevuti in udienza e questo è un bel colpo pubblicitario per l'ex-sindacalista Cgil di Rimini che non ha ancora abbandonato l'ambizione di diventare ministro dei Trasporti in un futuro governo.
Da parte sua Luchino insieme a Sciarrone e ai compagni di merenda che lo hanno aiutato a mettere in piedi Ntv, continua ad avere qualche problema e aspetta con ansia di capire quando i suoi treni "Italo" potranno correre sulle rotaie. Il nuovo convoglio fornito dai francesi di Alstom uscirà il 30 novembre dalle officine di Savigliano e sarà presentato come un gioiellino dove i passeggeri di prima classe potranno vedere i film in anteprima e in alta definizione.
Purtroppo ci sono ancora problemi da risolvere perché nel quartier generale di Ntv si sono accorti che ogni treno porterà meno passeggeri di quelli trasportati dalle Freccerosse di Moretti. Il che vuol dire a occhio e croce che con un maggior di posti, le Ferrovie avranno a disposizione due treni in più al giorno.
Resta poi in alto mare la disponibilità della Stazione Ostiense come hub dei treni Ntv, e nell'aria si percepisce la sensazione che a breve potrebbe arrivare qualche nuovo manager (c'è chi parla addirittura di nuovi soci) per dare manforte all'operazione che deve diventare a tutti i costi una case history di successo per quando Montezemolone si deciderà a scendere in campo nella politica.
Che qualcosa non giri nel verso giusto lo dimostra anche un certo disincanto del socio Punzo, l'imprenditore napoletano che a Nola ha costruito l'officina per la manutenzione dei nuovi treni, e adesso si fa vedere sempre meno negli uffici di Luchino & Company.
2 - I 180MILA IMPRENDITORI CHE LAVORANO SUI MERCATI ESTERI CERCANO DI CAPIRE CHE COSA VOGLIA FARE IL GOVERNO PER CREARE UN'ALTERNATIVA ALL'ICE
Nel pomeriggio si aprono al Palazzo dei Congressi dell'Eur gli Stati Generali del commercio con l'estero, una kermesse di imprenditori e di ministri che durerà fino a domani alle 12 e per la quale è prevista questa sera la partecipazione del Presidente Patonza.
A fare gli onori di casa sarà una donna bionda di 44 anni, Catia Polidori, l'imprenditrice ex-fedelissima di Fini che è stata premiata a metà ottobre con la nomina a viceministro allo Sviluppo con delega al Commercio estero. L'aspetto più curioso del programma è l'assenza di qualsiasi rappresentante della Confindustria che l'hanno scorso ha strillato per la privatizzazione dell'Istituto per il Commercio Estero guidato dall'ex-ambasciatore Vattani. Non ci sarà nemmeno la Marcegaglia, presa in contropiede dalla lettera di Berlusconi a Bruxelles che l'ha letteralmente spiazzata con le proposte di riforma del mercato del lavoro sulle quali gli imprenditori a cominciare da Marpionne non possono far altro che battere le mani.
Adesso a viale dell'Astronomia, che si trova a poche decine di metri dal Palazzo dei Congressi dell'Eur, cercano di capire che cosa voglia fare il governo per creare un'alternativa all'Ice. Quando l'anno scorso scattò l'offensiva contro gli sprechi dell'Istituto di Vattani, nei cassetti di Confindustria era già pronto un progetto alternativo elaborato dal vicedirettore generale Daniel Kraus.
Poi il governo ha lanciato proposte fumose, ma i 180mila imprenditori che lavorano sui mercati esteri si sono lamentati con Confindustria per la totale assenza di sostegno nell'export. Non a caso il "Sole 24 Ore" ha fatto una serie di articoli, pieni di lamentele degli industriali esportatori, che rappresentavano una marcia indietro rispetto alla volontà di chiudere per sempre l'Istituto dove per anni ha imperversato l'ambasciatore Vattani insieme all'intraprendente Maria Criscuolo, titolare della Triumph (l'agenzia di pubbliche relazioni che ha organizzato numerosi eventi all'Expo di Shanghai).
Adesso si tratta di capire se la nuova "Agenzia per la promozione e internazionalizzazione delle imprese" di cui si parlerà agli Stati Generali dell'Eur sarà la semplice fotocopia dell'Ice oppure uno strumento più agile ed efficiente in grado di trasformare i diplomatici della Farnesina in venditori del made in Italy.
3 - IL POSTINO SARMI TEME CHE NON CE LA FARÃ MAI A DIVENTARE BANCHIERE COME QUEL CORRADINO PASSERA CHE DOPO LE POSTE Ã ENTRATO NEL GOTHA DELLA FINANZA
Per Massimo Sarmi, il manager dalle orecchie generose che dal maggio 2002 guida Poste Italiane, non è un anno felice.
A giugno ha dovuto vedersela con il blackout degli uffici postali provocato dai guasti del sistema informatico IBM. Per la sua immagine è stato un colpo molto duro al quale ha reagito minacciando denunce per danni nei confronti della multinazionale americana, che poi si sono perse nelle nebbie.
A rendere più amaro l'inizio dell'autunno è arrivata la trascrizione delle intercettazioni tra Masi e Bisignani dove si legge chiaramente che l'ex-direttore generale della Rai definisce Sarmi con parole irripetibili. Ma questi epiteti non coinvolgono il 63enne manager di Malcesine che nella sua vita intessuta di passato, presente e futuro ha soltanto la volontà di fare sempre meglio e di mettersi in luce con il potere.
Purtroppo si sta spegnendo la prospettiva luminosa di aggiungere al suo curriculum di manager che ha iniziato la carriera nell'Aeronautica Militare per poi passare alla vecchia Sip, anche la qualifica di banchiere.
Quando due anni fa nella mente fertile di Giulietto Tremonti è saltata fuori l'idea della Banca del Mezzogiorno Sarmi non ha esitato un istante ed è scattato sull'attenti mettendo sul piatto 136 milioni di euro per rilevare il 100% del Mediocredito centrale, lo strumento finanziario ex-Unicredit dotato del necessario know-how. Come spesso succede negli annunci di iniziative "storiche", la banca è finita nel limbo e l'idea di mettere a disposizione nel Sud 7.500 uffici postali è ancora ferma sul tavolo della Banca d'Italia che deve approvare lo statuto. A questa incertezza si aggiungono i contrasti tra le banche di credito cooperativo e le Popolari che vorrebbero avere voce in capitolo prima di entrare in azione per l'approvvigionamento dei fondi.
In questo scenario il postino Sarmi vede con preoccupazione lo sponsor Tremonti trafitto dalle frecce come San Sebastiano e teme che non ce la farà mai a diventare banchiere come quel Corradino Passera che dopo le Poste è entrato nel gotha della finanza.
4 - LA CONSOB Ã PARTICOLARMENTE INCAZZATA CON MARPIONNE
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che i commissari e il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, sono particolarmente incazzati con Sergio Marpionne.
La risposta del manager dal pullover sgualcito alla richiesta formulata dalla Consob di fornire dettagli sullo stato di avanzamento del fantomatico progetto "Fabbrica Italia" è stata considerata uno schiaffo inaccettabile.
Di fronte alle dichiarazioni sorprendenti che Fabbrica Italia "non è mai stata un piano finanziario, ma l'espressione di un indirizzo strategico", i commissari della Consob e il pacioso Vegas si pongono la stessa domanda degli operai del Lingotto: "se non è mai stato un piano finanziario e nemmeno un piano industriale, che cazzo è questa Fabbrica Italia?". Per gli operai la risposta è semplice: una presa per il culo, mentre per la Consob è un tema da esplorare nei risvolti che hanno provocato movimenti di Borsa degni di attenzione".
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