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Carlo Tecce per “il Fatto quotidiano”
giuseppe conte a reti unificate
Più di un messaggio di fine anno del Quirinale, più di una Coppa del mondo vinta ai rigori, più degli ultimi secondi del Festival. Alle 21:30 di lunedì il 71,5 per cento dei televisori accesi - 22,6 milioni di italiani - si sono sintonizzati sui canali che hanno mandato in diretta la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte.
GIUSEPPE CONTE PENSA DI ESSERE CHURCHILL
Seduto tra le luci algide di Palazzo Chigi con le bandiere europee e italiane al fianco, un luogo familiare per gli addetti ai lavori, formale e dunque solenne per i telespettatori, Conte ha illustrato i provvedimenti più severi per contrastare l' epidemia di coronavirus, misure restrittive che riguardano tutta l' Italia, perciò tutti gli italiani - senza discrepanze territoriali o particolari oscillazioni di share - sono rimasti col telecomando a riposo per circa un quarto d' ora.
Il discorso di Conte, quasi a reti unificate e allargato ai contatti (permanenza di almeno un minuto), ha coinvolto oltre 25 milioni di cittadini, da giorni già riuniti davanti al vecchio focolare domestico e già in preallerta con un consumo massiccio di informazione sul contagio di Covid-19. Ormai da un paio di settimane, tra le 18 e le 19 cade il macabro e inevitabile incontro con la stampa della Protezione civile che aggiorna il Paese sul numero di malati, guariti, deceduti, pazienti ricoverati, curati a domicilio e in terapia intensiva e ogni giorno, da un paio di settimane, si cerca un sollievo che non viene comunicato, ma ogni giorno con apprensione e speranza il pubblico cresce: in questa fascia non ambita nei momenti ordinari, RaiNews24, TgCom24 e SkyTg24 hanno raddoppiato lo share, toccato i tre punti percentuali e radunato mezzo milione di italiani.
giuseppe conte giuseppe conte con caschetto protettivo
Il funzionario Angelo Borrelli, il capo della Protezione civile, entra nelle case con toni sereni, però il bollettino ufficiale che legge è sempre più angosciante. Dopo le rigorose cifre di Borrelli, interviene un esperto, un medico o un ministro, ci sono poltrone vuote, banchi di legno, rivestimenti di legno, zone di buio fra il legno, un nugolo di microfoni: il prodotto televisivo dalla sede della Protezione civile è molto essenziale e non può mostrarsi in altra veste, ma gli italiani lo guardano perché interessa.
il videomessaggio di giuseppe conte sul coronavirus 6GIUSEPPE CONTE AL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
Questo evento riabilita il ruolo centrale del televisore, non esiste altro mezzo capace di raggiungere, senza preavviso e un palinsesto, una quantità così vasta di pubblico e in così poco tempo. Stavolta con un obiettivo sociale e sanitario: migliorare i comportamenti, rallentare la diffusione del coronavirus. Con la riduzione degli spostamenti e l' obbligo di non uscire per futili motivi, la televisione torna un rifugio, un telegiornale mai interrotto, un surrogato delle scuole chiuse, uno svago dal divano, manca soltanto il maestro Alberto Manzi.
Non è consigliato dai cardiologi né dai critici letterari che esercitano sui social, ma la quarantena collettiva incentiva l' uso dello schermo tv. In prima serata, dal caso di Codogno, in media sono 27 milioni gli italiani collegati alla televisione generalista, più 600.000 rispetto alla metà di febbraio. Si registra un aumento di 1,8 milioni per un totale di 15 milioni tra le 12 e le 15, ragazzini e adolescenti che non sono in classe, ma esplorano un' offerta televisiva per loro inedita. Nessuno l' ha richiesto e chissà chi l' ha compreso, ma per un bel po' la televisione di servizio pubblico non sarà solo la vecchia Rai. Trasmettete responsabilmente.
giuseppe conte con rocco casalino al dipartimento della protezione civilegiuseppe conte e rocco casalino
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