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Quanto durerà la luna di miele tra Urbano Cairo e la Rcs che edita il Corrierone e la Gazzetta? Accolto in estate come una sorta di salvatore della patria (di carta) con la benedizione di Abramo Bazoli - la sua Banca Intesa è il primo creditore del disastrato gruppo (162,4 milioni) – finora il patron de La7 si è limitato a limare le spese dei giornalisti e a fare pulizia tra le imprese esterne all’azienda.
Ma a quanto ammontano fin qui i risparmi fatti da Urbanetto mani di forbice? Già. Appena messo piede in via Solferino Cairo ha dovuto firmare un assegno di circa 4 milioni di euro per liquidare i sei mesi di lavoro di Laura Cioli. L’amministratrice delegata in uscita. Domanda: è riuscito a recuperarli, almeno quelli, tagliando note spese, giornali e taxi ai redattori? Ah saperlo!
Non resta allora che aspettare la prossima trimestrale del gruppo per capire di quanto si è ridotto il “buco” che supera il mezzo miliardo, accumulato dai vecchi pattisti dei Poteri marciti. Una montagna di soldi ai quali vanno sommati i debiti pre-esistenti con le banche. Tutte in pieno conflitto d’interessi, che si sono esposte generosamente con l’Rcs.
Gli stessi istituti che nella scorsa primavera hanno concordato, sia pure a denti stretti, la cosiddetta term sheet per il rientro del debito. Così da non lasciare il gruppo senza ossigeno finanziario. Il totale dei milioni vantati dalle banche supera i 352 milioni: Intesa San Paolo (162,4 milioni), Mediobanca (17,7 milioni), Unicredit (54,4 milioni), Ubi (108 milioni), Bnp (40 milioni) e Bmp (40,54 milioni).
“Tutto è sotto controllo”, fanno sapere dal quartier generale di Cairo. E anche i soci di minoranza, Marco Tronchetti Provera e Diego Della Valle, continuano a lanciare messaggi di fiducia al risanatore torinese. “Lasciamolo lavorare, Urbano è partito con il piede giusto”, continuano a ripetere. Ma anche gli scalatori sconfitti in estate (cordata Bonomi) - nonostante la solita (im) moral suasion esercitata dall’ex presidente Napolitano -, si attendono quel piano editoriale promesso e non ancora scritto nero su bianco.
Quando arriverà? Da buon pubblicitario prima che da editore “puro”, Urbanetto avrebbe intenzione di creare due nuovi inserti per il Corriere che si occupino di Salute e di Solidarietà con forti possibilità d’incrementare il budget promozionale. E a dare ascolto ai rumors, vorrebbe lanciare pure l’edizione piemontese del quotidiano milanese.
Un progetto assai impegnativo. Una sfida, tra l’altro, in casa del concorrente diretto in edicola Stampa-Repubblica degli Agnelli&De Benedetti. Quello che a Torino si prefigura come un derby extracalcistico tra il presidente dei granata e i bianconeri degli Agnelli.
Intanto proprio sul fronte “markette” è scoppiata la prima grana nella redazione della Gazzetta dello Sport sulla realizzazione di un “dorso” sulla pallavolo. Dopo un’assemblea dei giornalisti, il Comitato di redazione della rosea ha sfiduciato in blocco (107 votanti, sì 84, no 17 e 5 schede bianche) tutta la direzione “per la mancata vigilanza sui comportamenti antisindacali” tenuta dall’azienda. Ma l’editore-factotum (copyright Napolitano) ha rinnovato la fiducia ad Andrea Monti e ai suoi vice, Gianni Valenti, Piero Bergonzi, Stefano Cazzetta, Andrea Di Caro e Umberto Zapelloni.
CARLO DE BENEDETTI - MARCO TRONCHETTI PROVERA
Già, di ben sei vice direttori dispone la Gazzetta. Uno in più che al Corrierone. Quel che basta a far storcere la bocca allo stupito Urbanetto. Per adesso, invece, in via Solferino – nonostante i conti in rosso da capogiro dell’Rcs -, è scoppiata soltanto qualche baruffa interna tra le prime firme.
Rivalità che stanno mettendo a dura prova i nervi del direttore Luciano Fontana, che si aspetta un secondo mandato dall’editore. Una disputa, ribattezzata sul campo la “Guerra dei Postini”. E nei corridoi si cazzeggia sui suoi protagonisti. Secondo le voci (maligne) dopo la decisione dello storico Sergio Romano di lasciare a inizio anno la rubrica delle lettere, l’”italiano per nascita”, Beppe Severgnini, era sicuro di ereditarne il ruolo.
osservatorio giovani editori incontro con koum luciano fontana
A sorpresa, però, è stato incaricato del colloquio con i lettori l’inviato Aldo Cazzullo. Così, per evitare altri malumori e placare le acque, Fontana ha deciso di curare direttamente lui, di lunedì, la pagina riservata ai lettori.
E alla prima occasione ha offerto al sofferente Severgnini un paginone per rispondere a un suo clientes postale. Mentre non ha trovato alcun interesse la mail spedita a tutti i colleghi dalla cronista politica, Maria Teresa Meli, che si lamentava dell’assenza di editorialiste donne nella pagina dedicata ai commenti. Come a dire? Dai malumori della rosea alle doglie delle quota rosa.
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