DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
ignazio la russa e daniela santanche a cortina foto chi
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Giorgia Meloni ha i nervi a fior di pelle. Il fuoco di fila dei magistrati scaricato sul suo governo l’ha messa all’angolo: l’imputazione coatta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro per il caso Cospito, l’inchiesta sulle società di Daniela Santanché e ora le accuse di stupro al figlio di Ignazio La Russa. Senza contare lo scontro con la Corte dei Conti a cui è stato sfilato il “controllo concomitante” sul Pnrr.
La Ducetta inizia a temere la “tempesta perfetta” di inchieste sui membri del governo, con un potenziale effetto valanga. Pur avendo sempre rivendicato di non essere ricattabile, non avendo scheletri nell’armadio, Giorgia Meloni si sta rendendo conto più chiaramente che non sono molti intorno a lei a poter rivendicare una coscienza altrettanto immacolata. La premier può mettere la mano sul fuoco sulla correttezza personale di chi le sta più vicino? Collaboratori, ministri, parlamentari del governo sono al riparo dalla lente di ingrandimento di qualche procura? Lo scopriremo.
LA REAZIONE DI MELONI E LA RUSSA AL PASSAGGIO DEGLI INCURSORI DEL GOI ALLA PARATA DEL 2 GIUGNO 2023
Di certo, la sora Meloni non ha digerito la vicenda che ha coinvolto Leonardo Apache La Russa. A destare preoccupazione non è solo la già grave accusa di stupro ma anche il vai e vieni di personaggi e tipini fini dall’appartamento del presidente del Senato. Chi frequentava casa La Russa, attraverso il giovane Leonardo?
Questi e altri pensieri devono aver angustiato Giorgia Meloni nel volo verso Riga per incontrare il primo ministro lettone Arturs Krisjanis Karins. La visita è la prima di un capo di governo italiano dal 1998. Domani e dopodomani inizierà invece il summit Nato a Vilnius, in Lituania.
Tre giorni di decantazione dai problemi interni che non sembra possano scemare a breve. Se dopo 9 mesi dall’insediamento del governo, quando ancora si dovrebbe volare sulle ali dell’entusiasmo, siamo già alla guerriglia con la magistratura, chissà cosa potrà accadere più avanti.
alfredo mantovano giorgia meloni
Anche per stemperare un clima di conflittualità che ostacola l’azione dell’esecutivo, il sottosegretario di Palazzo Chigi Alfredo Mantovano ha provato a gettare acqua sul fuoco.
Il suo intervento al convegno 'L'Italia nel Mediterraneo', a Bari, era denso di messaggi per le toghe che però si sono aggrappate solo al passaggio scivoloso “interferenze di alcune iniziative giudiziarie”.
In realtà il discorso di Mantovano provava ad allargare il tema del conflitto politica vs magistratura per diluirne la tossicità: “Bisogna rendersi conto che il problema delle interferenze di alcune iniziative giudiziarie sull'attività della politica riguarda tutti, centrodestra e centrosinistra, e in 30 anni ha colpito tutti i governi, qualunque fosse l'orientamento”. Della serie: inutile sentirci vittime delle toghe rosse, un certo livello di attrito è sempre esistito.
lorenzo fontana ignazio la russa giorgia meloni parata 2 giugno 2023
Secondo passaggio chiave: “Con tutto l'equilibrio possibile, questo problema dovremo porcelo tutti, qualunque sia il ruolo, e provare a superarlo senza contrapposizioni che non fanno bene a nessuno. Dei passi in avanti si devono e si possono fare”. Si devono fare “passi avanti”, “superare le contrapposizioni”.
Insomma, una mano tesa ai magistrati da parte dell’uomo più vicino al Deep state dell’entourage di Giorgia Meloni. Infatti sul caso Santanché Mantovano non ha alimentato polemiche contro la procura né ha chiesto la testa della ministra: si è mostrato equidistante e super partes.
Ps: A proposito di ripercussioni politiche dovute alle inchieste: cosa accadrà nelle stanze del potere della Lombardia, regione più ricca e importante d’Italia per il Pil, dopo gli scossoni che hanno colpito Daniela Santanché e Ignazio La Russa?
Il risultato trionfale di Fdi alle elezioni regionali in Lombardia aveva spinto la Pitonessa a prendere di petto la Lega (“Caro Fontana, abituati a noi…”) mostrando la baldanzosità del nuovo potere meloniano in terra lombarda. Ora che il tandem Santanché-La Russa ha delicate inchieste da fronteggiare, a Giorgia Meloni resta solo una persona di fiducia operativa in Lombardia: Carlo Fidanza. Uno che ha appena patteggiato un anno e 4 mesi, con pena sospesa e senza interdizione dai pubblici uffici, per un caso di corruzione (‘nnamo bene…).
MANTOVANO, INTERFERENZE GIUDIZIARIE UN PROBLEMA PER TUTTI
(ANSA) - ROMA, 07 LUG - "Bisogna rendersi conto che il problema delle interferenze di alcune iniziative giudiziarie sull'attività della politica riguarda tutti, centrodestra e centrosinistra, e in 30 anni ha colpito tutti i governi, qualunque fosse l'orientamento". Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, dal palco del convegno 'L'Italia nel Mediterraneo', a Bari.
"Con tutto l'equilibrio possibile, questo problema dovremo porcelo tutti, qualunque sia il ruolo, e provare a superarlo senza contrapposizioni che non fanno bene a nessuno. Perché c'è anche la tentazione di usare vicende giudiziarie di cui non si sa nulla.
Dei passi in avanti si devono e si possono fare - ha aggiunto -. La nostra riforma della giustizia contiene delle disposizioni che puntano a rendere la vita meno complicata agli amministratori locali, ad avere un sistema di garanzie più serio, e una serie di norme conseguenti, a cominciare da un incremento dell'organico dei magistrati. Le contrapposizioni devono essere superate guardando alla concretezza e all'oggettività dei problemi del sistema giustizia, e alle ipotesi di soluzioni, su cui si può convenire in tutto, in parte o per nulla, ma senza essere condizionati da iniziative giudiziarie".
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