DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA…
Simona Orlando per “il Messaggero”
Più ricchi più capricci. Si potrebbe riassumere così “Excess All Areas”, il libro edito da Backbeat Books e scritto da Sue Richmond, veterana dell’industria musicale che ha raccolto le assurde richieste di un centinaio di star, attingendo alle sue esperienze personali e ai vari “rider”, con l’aiuto della rivista britannica “Q”. Il “rider” è la lista di cose che l’artista vuole in camerino prima di un concerto.
Va rispettato, per contratto. Altrimenti si rischia finire come con gli Status Quo, che diedero forfait perché non avevano trovato dodici paia di calzini bianchi di Marks & Spencer come richiesto. La vita delle rockstar in tour sarà dura, ma quella dei promoter che devono assecondarle è anche peggio, perché il confine tra ordinazione e scherzo appare davvero indefinito.
Si può credere a qualcuno che chiede una delegazione di nani? Eppure Iggy Pop doveva essere assolutamente sicuro di trovarne sette a salutarlo prima di salire sul palco. Iguana e i Sette Nani, forse era convinto che gli portassero fortuna. Bilanciava questa stranezza con un atto di estrema generosità, esigendo nel backstage pizza in quantità da regalare ai senzatetto.
L’ELENCO IN CINESE
Nikki Sixx dei Mötley Crüe preferiva trovare un boa constrictor e un machete, mentre i terrificanti Slipknot chiedono ben 72 asciugamani puliti (nella band sono in otto e devono sudare parecchio). Per Sir Elton John è fondamentale avere almeno sei banchetti di cibo con tovaglie rigorosamente in lino, piante rigogliose e tanti fiori, ma per carità niente crisantemi, gigli, garofani o margherite.
Van Halen nel 1982 stilò la lista delle liste, 53 pagine di pretese, tra cui un elenco telefonico in cinese e pacchi di “M&Ms” assolutamente non marroni. Significa che il promoter, o chi per lui, avrebbe dovuto separare le multicolori pastiglie di cioccolato.
Le richieste sono tanto ridicole quanto imprevedibili. Dai Black Sabbath ci si aspetterebbe chissà quale smania, magari una manciata di pipistrelli servita sul vassoio, invece la band si limitava a frutta fresca e cioccolata calda. Scorrendo le pagine del volume, si conferma che la priorità dei gruppi rock è etilica, con specifiche di qualità e quantità. Per gli AC/DC vino bianco, rosso, whisky, pacchi di cartine e tabacco.
Per Interpol un fiume di alcolici superalcolici (oltre a salutarissimo sedano), per Stereophonics sigari cubani, cioccolata e rum, una scatola di mortaretti e il dvd di “Gola profonda”. La compianta Amy Winehouse esigeva una bottiglia di vodka Absolut e una di Jack Daniel’s, a parte, si legge, “birre per gli altri del gruppo” (ergo, le prime due erano solo per lei), pizza Margherita, stecche di sigarette e il cartello fuori dalla porta “Only Big Boys Can Enter”. I Coldplay hanno un menù che cambia a colazione, pranzo e cena, sempre comunque innaffiato da vino bianco, rosso e birre.
Insomma, senza il rock, l’industria dell’alcol andrebbe a rotoli. Salvo in alcuni casi: Mister David Bowie, molto elegantemente, mette in cima alle necessità due specchi grandi e due per il trucco, con ottima illuminazione, mentre Prince spizzica hummus di ceci e beve solo acqua delle Isole Fiji. Tutto sommato due star morigerate, come è normale che sia per chi ha già dato, in termini di eccessi.
I rapper non sono meno viziati. Kanye West aggiunge alla lista marche precise di saponi, deodoranti e creme per la pelle, Eminem vuole bibite energetiche e cibo messicano ma entrambi importati dall’America (e qui è dura farli arrivare freschi), per Snoop Dogg la playstation è irrinunciabile.
amy winehouse di hedi slimaneredmilk gallery3p4
GHIACCIO NON RETTANGOLARE
Si continua così, con alcuni lotti ricorrenti tipo costose bollicine, asciugamani per un esercito, roba introvabile come vestiti gonfiabili di sumo, ghiaccio ma non a forma rettangolare, acqua del Monte Olimpo. Milleduecento bottiglie della migliore acqua in bottiglia erano state ordinate da Michael Jackson nel 2009, per la serie di date di “This Is It” alla O2 Arena. Il suo rider prevedeva nove dottori in servizio sul posto, undici chef stellati, sei massaggiatori. Si capiva che il Re del Pop, più che morboso, era malato.
Qualche artista approfitta del tour per farsi una cultura e così Dj Shadow chiede di trovare la lista di tutti i negozi locali di dischi e i Rapture vogliono farsi sorprendere con un romanzo tascabile usato (in inglese per favore).
michael jackson thriller compie 30 anni
Andando indietro nel tempo, si scopre che James Brown voleva in camerino un casco asciugacapelli, cascate di champagne Cristal e un golf cart elettrico, si spera parcheggiato fuori e non dentro la stanza. A confronto del resto, i rider dei Beatles (qualche Coca Cola e una tv in bianco e nero) e di Elvis (dieci bibite non alcoliche e acqua) brillano per moderazione, ma, non essendo datati, non si capisce se le bizze siano arrivate con la gloria. Se ci stupisce per questi elenchi, figuriamoci quello che non può essere messo per iscritto.
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