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Paolo Zaccagnini per www.mowmag.com
Non sia mai. Dall'intervista di Gianluca Gazzoli sul Basement si evince che Damiano David dei Maneskin è una persona assai a modo, ma è il contorno - tutto o quasi - che non va. Sovradimensionamento spropositato. Che poi, all'atto pratico, non porta a nulla.
“L'ultima rock band?” A quel coglion* del New York Times che l’ha detto dovrebbe scrivere lui e dirgli che ha preso un abbaglio grossissimo. Si informi, studi, sia umile. Loro sono una rock band come milioni d'altre. Più fortunata perché hanno un grande ufficio stampa che li piazza dappertutto. Essere i più bravi in Italia non vuol dire nulla, guardino i colleghi che hanno intorno. Mi dispiace profondamente e seriamente se l'ho ferito con le mie parole. Ha fatto diventare un sogno realtà e chi sono io a rompere un sogno quando, come diceva Pedro Calderón de la Barca, "la vita è sogno".
Accetti le mie scuse e buoni pezzi. Ma io non ho mai scritto per offendere a meno che chi cantava e suonava non offendeva i miei padiglioni auricolari. Però ho 75 anni e il seno della mia amica Annie Lennox lo vidi solo al PalaEur durante un cambio costume perché stavo sul palco con gli Eurythmics.
Da bambino ad Arenzano, 24 chilometri da Genova, mi fotografarono con i The Platters, il gruppo vocale di colore diventato famosissimo per il brano Only You. Pensa te e pensi Damiano, col quale ancora mi scuso. La strada del successo è dura e impervia, quella per mantenerlo e incrementarlo è durissima. Ma con la forza della serietà e della volontà si batte tutto e tutti. Però, per cortesia, no Ferrari, no Lamborghini, no modelle e modelli, no eccessi, no sfilate, no vestiti "svestiti". No alcol e droghe e il sesso personale e basta. In quell'intervista con Gazzoli il signor Damiano ha mostrato una gran testa. Ora, caro amico, si guardi il film “Il presidente” di Henri Verneuil con Jean Gabin e Bernard Blier e passa la paura.
victoria de angelis damiano maneskin
Il cibo della mente. Adesso si appropinquano autunno e inverno, due stagioni ottime per bruciare libri e creare un bel calduccio - così forse la pensa il primo governo italiano guidato da una donna - ma al sottoscritto hanno salvato la vita, e lo fanno anche oggi, e quindi oggi si parla anche di libri.
Diversissimi tra loro ma estremamente educativi. “La cartolina” della francese Anne Berest e “Passeggero per Francoforte” dell'inglese Agatha Christie. Ma che c'entra lei, lei scrive "gialli". Alt. Libri polizieschi. Libri. Esercizi di acuta, profonda, seria logica. La cartolina della Berest - Edizioni e/o, 456 pagine, 19 euro - è un libro affascinante e, al contempo, terrificante.
Parte da una cartolina, dalla famiglia israelita Rabinovitch e coinvolge anche il famoso pittore Francis Picabia. 456 pagine sono troppe? Non diciamo baggianate. La storia è talmente incredibile, e drammaticamente vera, che il lettore - quell'imbecille di Zacca - vorrebbe non finisse più. Consigliatomi da mia figlia Nora, madre, moglie e lettrice sopraffina.
Detto della Berest eccoci ad Agatha. Che lo pubblicò nel 1970 quando aveva 80 anni. Ottantesimo romanzo di una carriera che non ha eguali. E romanzo che non è poliziesco bensì di spionaggio, genere che in quegli anni andava moltissimo, pensate agli inglesi Ian Fleming, con James 007 Bond, e Len Deighton con Harry Palmer, lo statunitense Donald Hamilton con Matt Helm oppure i francesi Jean Bruce, e alla improvvisa morte di sua moglie Josette, con la micidiale coppia formata Hubert Bonisseur de La Bath, nome in codice OSS 117, e il suo aiutante Enrique Sagarra, Gerard De Villiers con Sua Altezza Reale Malko Linge. Emozioni a biffezze.
Non come, almeno fino ad un punto, con la storia della Christie che ha per protagonista il divertente, ironico, scanzonato, simpatico sir Stafford Nye, un personaggio che si sarebbe voluto seguire di più. Il libro è edito da Mondadori - che è la casa editrice di tutti i libri della Christie - è di 209 pagine e costa 11 euro e 50 centesimi. Un libro per menti sottili, un infernale intrigo dei vecchi, indimenticabili tempi. Leggete e spargete la voce. Antica Roma? Vi intriga e piace? Portate pazienza. Sarà una risata che li seppellirà.
paolo-zaccagninidamiano maneskindamiano maneskindamiano al concerto dei maneskin a torinovictoria dei maneskin con la torta in faccia e damianodamiano dei maneskin damiano dei maneskin rasato damiano - maneskin
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