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Daniele Piervincenzi ('Popolo Sovrano') aggredito a Pescara nella piazza di spaccio
Daniele Piervincenzi a 'Nemo': sono un giornalista menato
L'uomo del clan Spada picchia l'inviato di 'Nemo'
Silvia Truzzi per il “Fatto quotidiano”
DANIELE PIERVINCENZI AGGREDITO A PESCARA
Daniele Piervincenzi è tornato su RaiDue come inviato di Popolo Sovrano, la trasmissione condotta da Eva Giovannini e Alessandro Sortino. E di nuovo è protagonista di un brutto episodio di violenza, dopo quella tristemente famosa testata ricevuta da Roberto Spada a Ostia. Mentre stava girando un servizio sulla piazza di spaccio del quartiere Rancitelli di Pescara è stato aggredito da un gruppo di abitanti del quartiere, insieme al filmmaker Sirio Timossi e al collega David Chierchini.
Daniele, intanto come stai?
aggressione a daniele piervincenzi a pescara da popolo sovrano 3
Ho solo una strisciata sopra l' occhio: ho preso uno schiaffo, un pugno e un paio di calci.
Sirio che voleva proteggere la telecamera invece è stato colpito alla schiena da calci e pugni ed è dovuto andare al Pronto soccorso, così come David.
Stanno aumentando i luoghi dove i giornalisti non possono entrare?
Ho ancora un approccio un po' ingenuo. Fino a qualche tempo fa, anche nei luoghi più oscuri del Paese, riuscivi a parlare con le persone. Da qualche tempo è difficile, molto spesso impossibile. Tra Ostia, quando Spada mi ha preso a testate, e Pescara ho fatto una decina di servizi in giro per l' Italia. A Palermo, a Catania, a Bari, ma anche a Bergamo: in tutti questi posti c' è mancato davvero poco che ci menassero. L' ostilità è palpabile e anche l' atteggiamento intimidatorio, aggressivo.
aggressione a daniele piervincenzi a pescara da popolo sovrano 1
È cambiato qualcosa?
Sì, nella mentalità delle persone. Siamo percepiti come nemici, le persone che vivono nei luoghi degradati dove andiamo con le nostre telecamere sono sempre arrabbiate.
Spesso, schiumando di rabbia, ci hanno detto: lo Stato che cosa ci offre? Se io non spaccio, come campo la mia famiglia? Con la Rai ce l' hanno particolarmente.
Perché?
Perché è il servizio pubblico e chi si presenta come Rai viene visto come il rappresentate di uno Stato assente, che non ha dato nulla. A differenza delle forze dell' ordine - le uniche che entrano in certi quartieri - siamo più esposti.
ROBERTO SPADA PICCHIA DANIELE PIERVINCENZI
Questa trasformazione come te la spieghi? C' è più disagio sociale a causa della crisi economica?
La società si sta impoverendo, è un dato di fatto. Ma c' è anche un imbarbarimento che dipende dalla dispersione scolastica e dal crescente analfabetismo. Ho incontrato in questi anni molti giovani adulti che non sanno leggere e non capiscono l' italiano. A Borgo vecchio a Palermo ho conosciuto diversi ragazzini che a 13 anni sono tutti tatuati ma che non sono mai usciti non dico dalla città, ma dal loro quartiere. È una mutazione antropologica: per la prima volta le nuove generazioni regrediscono perché hanno a disposizione meno strumenti culturali dei loro genitori.
E la scuola, in tutto ciò?
A Borgo vecchio c' è una scuola (elementari e medie) che sta sotto al carcere dell' Ucciardone. Un professore mi ha raccontato che qualche volta ha perquisito gli alunni prima di entrare in classe. Ci sono problemi che nemmeno immaginiamo: il 70% dei docenti getta la spugna nelle prime tre settimane.
Fare il giornalista in Italia non dovrebbe essere come fare il reporter di guerra.
Osservando Rancitelli l' immagine che ti viene in mente è esattamente quella di una zona di guerra. È la più grande piazza di spaccio dell' Abruzzo, ed è atipica perché si spaccia dentro le case e dunque è più difficile da smantellare. I tossicodipendenti si accampano con le tende davanti a quei palazzi: le donne si prostituiscono per cinque euro e gli uomini rubano buste di insaccati al supermercato. Ogni busta viene valutata dagli spacciatori un euro, anche se costa di più: con cinque hai la tua dose. È un luogo terrificante, i ragazzi muoiono come mosche.
aggressione a daniele piervincenzi a pescara da popolo sovrano 2
Qualcuno ti ha criticato dicendo che vai dove trovi rogne per farti pubblicità. Cosa rispondi?
Di botte nella mia carriera sportiva (è stato rugbista, ndr) ne ho prese tante che certo non ne voglio prendere ancora! Detto questo, il mio lavoro è raccontare quello che accade soprattutto nei luoghi più disagiati. Che facciamo, non ci torniamo più? La maggioranza dei giornalisti ormai si alza dalla sedia della redazione per andare nei salotti televisivi a dispensare opinioni su argomenti di cui non sa nulla.
I colleghi sono diventati tutti editorialisti: commentano cose che non vedono più, che non conoscono. Per questo la distanza tra il mondo reale e quello raccontato dai giornali è sempre più grande.
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