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BUFERA IN \'OPENAI\', LA SOCIETA CHE CONTROLLA \'CHATGPT\', DOPO IL LICENZIAMENTO DI SAM ALTMAN...
Estratto dell'articolo di Michela Rovelli per www.corriere.it
Dietro ai quattro giorni di «esilio» del Sam Altman da Open AI non ci sarebbe solo una prolungata incomprensione tra il fondatore e Ceo della società e il suo consiglio di amministrazione. Pare che la decisione di allontanarlo sia stata presa anche a causa di una lettera firmata da diversi ricercatori interni all'azienda. Lo rivela Reuters, che è stata informata dell'accaduto da due dipendenti.
In questa lettera di fa riferimento a una nuova intelligenza artificiale - il nome in codice è Q* (si pronuncia Q-Star) - che la società sarebbe pronta a commercializzare pur non essendo ancora pienamente consapevole delle possibili conseguenze. I ricercatori di Open AI che l'hanno firmata si dicono preoccupati dei possibili rischi per la società, anzi, per le possibili «minacce all'umanità» come scrive Reuters, di questa nuova tecnologia.
Secondo le fonti dell'agenzia americana, la lettera sarebbe arrivata al consiglio di amministrazione appena prima della decisione di estromettere Altman. E sarebbe dunque la causa principale del suo (temporaneo) licenziamento.
Q* è considerato da alcuni dipendenti come un'innovazione che potrebbe rappresentare una svolta nella ricerca sull'intelligenza artificiale. È un nuovo modello, definito Artificial General Intelligence (Agi), ovvero intelligenza artificiale generale: un ipotetico nuovo tipo di intelligenza artificiale che può, in potenziale, svolgere qualunque tipo di ragionamento e di operazione intellettuale, proprio come un essere umano. [...]
Per fare un esempio concreto, con ChatGpt possiamo scrivere la sceneggiature di un film, con Q* - in prospettiva - si potrebbe invece svolgere una ricerca scientifica. Ma come si svolge, come un'intelligenza artificiale sia in grado di raggiungere un risultato simile, è avvolto da una velo di ignoranza. Cosa può fare in potenziale, anche. Vediamo il risultato, non siamo in grado di comprendere come una macchina possa averlo raggiunto. E qui sta tutta la preoccupazione descritta dai ricercatori nella lettera al consiglio di amministrazione.
Nel pensare di commercializzare una tecnologia di cui ancora si ha così poca consapevolezza. Proprio Sam Atlman, pochi giorni prima di essere licenziato, aveva detto durante un summit a San Francisco di essere vicino all'annuncio di grosse novità: «Per quattro volte nella storia di OpenAI, l'ultima delle quali nelle ultime due settimane, ho avuto la possibilità di essere nella stanza in cui si spinge il velo dell'ignoranza indietro e la frontiera della scoperta in avanti, e poterlo fare è l'onore professionale di una vita». [...]
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