DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. CACCIA ALL'ASSASSINO DEL MUSEO L'OMBRA DI UNA RETE ANTISEMITA
Francesco De Remigis per âIl Giornale'
Parlare di attentato è azzar¬dato, ma la procura non tralascia alcuna pista. Le vittime intanto sono salite a quat¬tro. Dopo l'uccisione della cop¬pia di turisti israeliani e di una donna francese, ieri è morto il 25enne belga che lavorava alla reception del museo.Era stato fe¬rito gravemente ed era l'unico su¬perstite dei colpi sparati da una sola persona con un kalshnikov.
«Un uomo ben addestrato», se¬condo la procura, che ieri ha dif¬fuso tre video dell'attacco, chie¬dendo ai cittadini di collaborare, perfino ai turisti; visto che l'area che ospita il museo ebraico ne ri¬ceve parecchi ogni fine settima¬na. Berretto scuro e due borse, l'uomo è entrato senza troppi problemi nella struttura, priva di una sorveglianza particolare, da¬to che in Belgio non si verificano episodi di simile violenza nei luo¬ghi simbolo dell'ebraismo dagli Anni Ottanta.
Anche per questo le autorità ieri hanno alzato l'al¬lerta al massimo livello, il 4, defi¬nendo la situazione «molto gra¬ve ». Camionette della polizia e uomini in divisa in molte aree della città e non più solo nel quar¬tiere turistico Sablon, dove si contano decine di mazzi di fiori agli angoli delle strade, sul porto¬ne del museo, e dove i merca¬tini dell'anti¬quariato affig-gono cartelli di solidarietà alle famiglie delle vittime e alla comunità ebraica. Quasi conte-stualmente all' attentato di Bruxelles, sabato se¬ra, due giovani fratelli ebrei di 19 e 21 anni sono stati malmenati all'uscita di una sinagoga a Créteil, nella regione di Parigi: «Indossavamo una kippà e ci hanno aggredito alle spalle con un tirapugni», hanno racconta¬to a BfmTv.
L'antiterrorismo bel¬ga, intanto, in collaborazione con quella francese - che ha raf¬forzato la sicurezza nei pressi del¬le sinagoghe di tutto il Paese¬cer¬ca di capire se l'uomo che ha agi¬to a Bruxelles possa essere colle¬gato a una rete antisemita che aveva programmato di operare lo stesso giorno. Anche se i due episodi non sembrano collegati, «tutte le ipotesi rimangono aper¬te »,ha spiegato il vice-procurato¬re Ine Van Wymersch.
Una delle piste è quella dei jihadisti partiti e probabilmente tornati dalla Si¬ria: dal Belgio, per combattere Assad, circa 200; 700 quelli parti¬ti dalla Francia. Manca però la ri-vendicazione, e la polizia belga non ha più in mano neppure un sospettato: la persona fermata dopo l'attacco di sabato pome¬riggio sarebbe un testimone in¬volontario, salito su un'auto par¬ch¬eggiata a poca distanza dall'in¬gresso e allontanatosi dopo gli spari: interrogato e rilasciato in meno di 24 ore. Il governo invece non ha dubbi. Trattasi di attacco antisemita.
2. LO SPETTRO DEL RAZZISMO FA FUGGIRE GLI EBREI: L'ESODO CRESCE DEL 73%
Fiamma Nirenstein per âIl Giornale'
Ascoltando il discorso di benvenuto di Shimon Peres al papa, e la sua no¬bile lode del desiderio di pace del popolo ebraico e di quello dei cristiani e la condanna del razzismo che ha ispirato l'assas¬sino di Bruxelles, e il papa che condanna l'antisemitismo, si staglia ancora più oscuro il suo fantasma nel mondo e in Eu¬ropa, la patria della mattan¬za della sho¬ah.
Si è molti¬plicato, è cam¬biato come un orribile ca¬maleonte, dal¬l'¬attacco di Ro¬ma nel 1982 in cui fu ucciso il piccolo Stefano Tache, alla strage di bambini di Tolosa perpetrata nel 2012 dal Mohammed Merah.
Adesso, non conosciamo l'identità dell'assassino antise¬mita di sabato. Sappiamo che dal Belgio l'immigrazione in Israele nel 2013 era già aumen¬tata del 46%, dall'Olanda del 57, che nei primi tre mesi del 2014 dalla Francia sono emigra¬ti 1.407 ebrei, portando la per-centuale in più del 2012 al 73%.
E la Francia è la più grande co¬munità , la più forte e organizza¬ta: 550mila francesi sono ebrei, eppure non sanno più come fer¬mare questo antisemitismo che li rincorre per le strade se in¬dossano una kippà o se le don¬ne portano una stella di David al collo. Quasi il 30% degli ebrei europei vuole lasciare il Vec¬chio Continente, ancora in fu¬ga, ancora espulsi.
Nei giorni scorsi un'indagine organizzata dall'Anti Diffama¬tion League ha dimostrato che un miliardo di esseri umani so¬no «profondamente affetti» dal¬l'antisemitismo. Fa sorridere che il paese meno malato sia il Laos, nemmeno l'1%, mentre a Gaza e nell'Autorità Palestine¬se il 93% di quelli che ritengono che gli ebrei siano una razza di mostri. Nel mezzo, l'Europa. Molti hanno ovviamente mes¬so in relazione le elezioni di ieri e la crescita dei partiti xenofobi con l'attacco antisemita, ed è vero che sia in Ungheria che in Grecia, e poi in parte in Francia e in Inghilterra,i partiti che attri¬buiscono ¬all'immigrazione tut¬ti i problemi economici e socia¬li, spesso uniscono l'Islam e l'Ebraismo nel loro odio fobico per chi ritengono diverso.
Ma non è solo questo. Chi vuole guardare in faccia l'attuale anti¬semitismo deve sapere che es¬so è spesso negato e travestito da «legittima critica» allo stato d'Israele: le scuole europee contano ormai numerosi sulla storia della Shoah, le celebra¬zioni della Memoria commuo¬von¬o e riuniscono tutta la comu¬nità europea... ma un odio sotti¬le e distruttivo si diffonde nel¬l'aria ogni volte che in Europa si parla di Israele, a sinistra come a destra.
Secondo lo storico Manfred Gerstenfeld, secondo uno stu¬dio dell'Università di Bielefeld del 2011, più del 40% dei cittadi¬ni europei dai 16 anni in su pen¬sa che «Israele conduce una guerra di sterminio contro i pa¬lestinesi ». Secondo il calcolo di Gerstenfeld, 150 milioni di eu¬ropei adulti, se si applica la defi¬nizione dell'Unione Europea di antisemita (sparita dal sito della Fundamental Rights Agency dell'Ue a dicembre), possono essere definiti tali. Ma l'odio odierno per gli ebrei è per¬corso da capo a fondo dall'odio anti-israeliano, con la fantasia classica che gli ebrei non siano normali esseri umani ma abbia¬no caratteristiche orribili.
Dal giornale svedese Aftonbladet che scrisse che i soldati israelia¬ni uccidono giovani palestinesi per rubargli gli organi, a Roger Waters dei Pink Floyd per cui «gli israeliani pensano che tutti si trovino su questa terra per ser¬virli», alle organizzazioni che ogni anno, in molte università europee e americane, organiz¬zano» settimane contro l'apar-theid » come se in Israele esistes¬se; le accuse di crimini contro l'umanità ,il «muro» come mez¬zo di discriminazione e non di difesa (ha fatto calare del 98% il terrorismo), David Ward depu¬tato inglese che dichiara che «Israele non avrebbe mai dovu¬to essere creato», Catherine Ashton che paragona l'eccidio dei bambini di Tolosa con la tra¬gedia mai cercata dell'uccisio¬ne di bambini a Gaza... gli esem¬pi dell'israelofobia, l'antisemi¬tismo di oggi, sono infiniti, e cer¬to l'islamismo in Europa ne è motore. Le varie Ngo, le associa¬zioni per i diritti umani negano il loro antisemitismo.
Ma l'enfasi sull'antisemiti¬smo classico neonazista e neo¬fascista dona alla parte liberale d'Europa la possibilità di evita¬re il problema che invece deve fronteggiare perché oggi l'anti¬semitismo è israelofobia.
GIANNI MINOLI FIAMMA NIRENSTEIN WALTER VELTRONI AMBASCIATORE NOAR GILAN FIAMMA NIRENSTEIN Peres e Francesco ascoltano il discorso di Netanyahu la strage al museo di bruxelles ebrei in lutto a bruxelles il killer del museo ebraico di bruxelles il killer del museo ebraico di bruxelles
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