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Marco Giusti per Dagospia
miriam leone giacomo giannotti diabolik ginko all'attacco
E se volessimo vedere un film in chiaro, stasera, che vediamo? I fan di Diabolik apprezzeranno la seconda puntata dell’operazione Diabolik dei Manetti bros, cioè “Diabolik – Ginko all’attacco!” diretto da Antonio e Marco Manetti con Giacomo Gianniotti, Miriam Leone favolosa, Valerio Mastandrea quasi protagonista, Monica Bellucci, Alessio Lapice, Rai Due alle 21, 20. Non trovo tra il primo Diabolik e questo sostanziali differenze di scrittura e di messa in scena, a parte quella, non so quanto fondamentale, della sostituzione del protagonista Luca Marinelli come Diabolik con il più oscuro, e decisamente più basso Giacomo Gianniotti.
monica bellucci diabolik ginko all'attacco
Forse più simile al personaggio del fumetto, ma certo dotato di minor presenza sullo schermo e non proprio adatto, ahimé per altezza, a essere messo accanto alla Eva Kant di Miriam Leone. E dire in tanti avevano criticato il Diabolik di Luca Marinelli, così puntuto, così alla ricerca di una chiave che non fosse solo quella della ricostruzione ossessiva del fumetto e delle sue inquadrature. Ma neanche questo Diabolik riesce a liberarsi dalle costrizioni del personaggio. Ancora così crudele e sanguinario.
valerio mastandrea diabolik ginko all'attacco
Forse non siamo più abituati ai tanti personaggi minori uccisi come accadeva nel cinema di genere, western o spy, degli anni ’60. Nemmeno questo riesce insomma a essere qualcosa di diverso dal Diabolik del fumetto. E forse è bene così. Come va bene che il film stia ancora una volta dividendo il suo pubblico. Chi lo trova, come il primo, un’occasione persa, e chi invece apprezza oltremodo il rigore ossessivo dei Manetti nel voler rimanere fedeli all’eurotrash anni ’60 del fumetto. Leggo che il critico Alan Jones, grande fan della saga dei Manetti, oltre a preferire questo tipo di cinema pieno d’amore per il genere rispetto ai polpettoni miliardari e digitalizzati della Marvel, si è lamentato di non aver ricevuto da 01 la possibilità di portarlo al Festival di Glasgow.
Come, insomma, se Diabolik fosse qualcosa da difendere rispetto al resto del mondo, quando la sua universalità è proprio nel suo rispetto delle regole del fumetto e del cinema anni ’60. E in questo non posso che schierarmi sempre dalla parte dei Manetti, che rielaborano qui anche le loro teorie sui film di James Bond visti non come puro genere, ma come cornice in grado di contenere qualsiasi altra cosa, anche il fumetto.
Su Iris alle 21 trovate un capolavoro di David Cronenberg come “A History of Violence” con Viggo Mortensen killer nascosto, che si è fatto una sua nuova vita in un paesino di provincia sconosciuto, Maria Bello come sua moglie, Ed Harris come l’uomo dell’organizzazione criminale che lo scopre, e uno strepitoso William Hurt che rappresenta il passato da affrontare. Film perfetto, intelligente, con un protagonista favoloso. Ma anche Ed Harris e William Hurt sono incredibili. Se conoscete bene “Johnny Guitar” di Nicholas Ray, vedrete nella prima scena, quella dove Ed Harris svela il violento che nasconde dentro di sé Viggo Mortensen, lo stesso meccanismo di riconoscimento della violenza tutta americana che faceva del Johnny Guitar di Sterling Hayden un killer.
MARTY FELDMAN - 40 GRADI ALL OMBRA DEL LENZUOLO
Su Cine 34 alle 21 passa il film comico-erotico a episodi “40 gradi all’ombra del lenzuolo” di Sergio Martino con Barbara Bouchet, Edwige Fenech, Dayle Haddon, Enrico Montesano, Aldo Maccione e, soprattutto, Marty Feldman, che è la vera carta in più del film. Molto carino, ispirato a una storia vera, Tv2000 alle 21, “The Lady in the Van”, diretto da Nicholas Hytner con Maggie Smith, Alex Jennings, Dominic Cooper, James Corden, Jim Broadbent, storia di una donna, non più giovane, che parcheggia il suo furgone a Londra nel vialetto dove abita lo scrittore Alan Bennett e ci passa 15 anni.
Su Canale 20 alle 21, 05 il thriller da 87 milioni di budget “Safe House – Nessuno è al sicuro” di Daniel Espinosa con Ryan Reynolds, Denzel Washington, Vera Farmiga, Brendan Gleeson, Robert Patrick. La sceneggiatura è un po’ esile, con il giovane agente della Cia, interpretato dal Ryan Reynolds che sogna la bella vita a Parigi con la fidanzata e si ritrova in fuga con il più ricercato traditore della Cia, cioè un Denzel Washington apparentemente perfido, inseguiti da una marea di brutti ceffi mentre volano pallottole dappertutto.
Il tutto interamente girato a Citta’ del Capo, in Sudafrica, come un vecchio spionistico di Robert D. Webb, “Intrigo a Capetown”, sceneggiato da Samuel Fuller, che nel 1967 venne boicottato ideologicamente da noi bravi ragazzi di sinistra (che, scemi, non lo andammo a vedere), e che assomiglia non poco a questo “Safe House” (c’è un microfilm in vendita, ci sono gli agenti della Cia traditori, ma non ci sono i comunisti cattivi). Qui la regia dell’allora trentenne svedese (malgrado il nome) Daniel Espinosa, è davvero notevole e porta qualcosa in più a un film che, almeno nella sua prima parte, già funziona benissimo.
Almeno come macchinetta da azione pura. Espinosa, che aveva girato tre film in Svezia prima di arrivare a Hollywood, aveva sbancato il botteghino in patria due anni fa con “Snabba Cash”, un violento poliziesco sull’ascesa gangsteristica di un piccolo corriere della droga in un Nord Europa multietnico che Harvey Weinstein aveva distribuito in America come “East Money” rendendolo un oggetto di culto. Rai Movie alle 21, 10 propone “Forza 10 da Navarone” di Guy Hamilton filmone di guerra con Robert Shaw, Harrison Ford, Edward Fox, Barbara Bach, Franco Nero e del 1978.
Sequel del celebre “I cannoni di Navarrone” del 1967, venne scritto da Alistair MacLean già nel 1968 per Carl Foreman con l’idea di girarlo nel giro di pochi anni se non di pochi mesi. Venne girato invece dieci anni dopo, con un nuovo cast, e un occhio ai recenti 007, ci sono pure Richard Kiel e Barbara Bach. Ultimo film completato da Robert Shaw che morì l’anno dopo sul set di “Avalanche Express”. Mediaset Italia 2 alle 21, 15 presenta un buon horror come “Dead Silence” di James Wan con Ryan Kwanten, Amber Valletta, Donnie Wahlberg, Michael Fairman.
E’ una cazzatona divertente l’avventuroso “Sahara” di Breck Eisner con Matthew McConaughey, Penelope Cruz, Steve Zahn, Lambert Wilson, Delroy Lindo, Canale 27 alle 21, 15. Italia 1 alle 21, 20 trasmette il sequel di Tata Matilda, cioè “Tata Matilda e il grande botto” di Susanna White con Emma Thompson, Maggie Gyllenhaal, Maggie Smith, Asa Butterfield, Lil Wood, Oscar Steer. Triangoli amorosi in un’isola finlandese li trovate su Cielo alle 21, 20 con “The Wait” di Aku Louhimies con Inka Kallén, Andrei Alén, Aku Hirviniemi, Eino Heiskanen, Adeliina Arajuuri. Rai4 alle 21, 20 passa invece l’action un po’ fracassone “Escape Plan” di Mikael Håfström con Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Jim Caviezel, Sam Neill, Vincent D'Onofrio.
Passiamo alla seconda serata col thriller coreano “The Beast” di Jeong-ho Lee con Sung-min Lee, Chea-myung You, Hye-jin Jeon, Rai4 alle 23, 05. Magari vi divertire col “La famiglia del professore matto”, commedia demenziale diretta da Peter Segal con Eddie Murphy in troppi ruoli, Janet Jackson, Larry Miller, John Ales, Richard Gant, Italia 1 alle 23, 35. Troppi trucchi. Davvero. Rai Movie all’1, 05 propone il thriller ispirato da un racconto di Edgar Allan Poe “Stonehearst Asylum” diretto da Brad Anderson con Kate Beckinsale, Jim Sturgess, Michael Caine, Ben Kingsley, Fiona Shaw, Brendan Gleeson. Non leggo buone recensione, ahimé.
Cine 34 all’1, 15 ri-ri-ri-ripropone le scosciate protagoniste di “E adesso sesso”, sofisticato rilettura dei film sul sesso di Dino Risi dei Vanzina. Strepitosi Gigi Burruano e Toni Sperandeo. Iris alle 2, 05 propone l’ottimo giallo “L’inganno perfetto” di Bill Condon con Helen Mirren, Ian McKellen, Russell Tovey, Jim Carter, Jóhannes Haukur Jóhannesson. Su Cine 34 alle 2, 45 avete “La nuora giovane” di Luigi Russo con Simonetta Stefanelli, Philippe Leroy, Maurizio Bonuglia, Didi Perego, Marcel Dalio. E’ una commedia sexy familiare con punte politiche alla Luigi Russo, dove tutti scopano con tutti. E trionfa la bella Simonetta Stefanelli come nuora giovane e attraente.
A dar man forte per la parte comica ci sono Mario Carotenuto come prete venale e Renzo Montagnani. «Mancanza pressoché totale di regia», scrive il vecchio amico Carlo M. Bocci su Il Secolo XIX. Ma nota anche che la «fresca, anche se acerba, Simonetta Stefanelli è degna forse di una collocazione meno angusta e riduttiva». Impietoso John Pym su Monthly Film Bulletin: «Questa produzione, drasticamente montata e tristemente sballata – un mix di routine di commedia sexy e frecciate anticlericali, con un’aggiunta di inappropriate posizioni comunistoidi e un’attrazione per il desiderio di mezz’età – è fallita a ogni livello».
Chiudo col rarissimo western del siciliano Pino Mercanti “Tre dollari di piombo” con Fred Beir, Evy Harandis, Francisco Nieto, Ángel Álvarez, Dyna De Saint. Pino Mercanti, tra il 1963 e il 1964, monta due film western coprodotti con la Spagna e la Francia, ma girati in gran parte in Jugoslavia con interni alla Elios e in Spagna. Questo e il quasi identico, come cast tecnico e artistico, Le maledette pistole di Dallas.
Produce per l’Italia una sconosciuta Tellus Cinematografica, che assieme a questi due film, sforna anche lo spionistico di Tanio Boccia Agente X 1-7 operazione Oceano (1965). I due western sono presentati il primo come diretto dal solo Mercanti, col nome Joseph Trader, in Italia e come diretto dal prolifico Zabalza in Spagna. Il secondo appare supervisionato da Mercanti-Trader, ma diretto da Zabalza anche in Italia. Invece, e ce lo confermò il fonico Lello Rotolo, presente su entrambi i set, e collaboratore fisso del regista, li diresse entrambi Mercanti, anche se vennero firmati da Zabalza per avere i contributi ministeriali in Spagna.
Il fatto curioso è che Zabalza, anche lui un regista di genere e prolifico come Mercanti, si sia prestato a dare il nome ai due film. Lello Rotolo ricorda che i film non vennero girati assieme, ma “uno dopo l’altro, anche se le scene di massa erano le stesse. Mercanti era bravo, un buon regista di cassetta, aveva lavorato alla Romana Film di Fortunato Misiano.” Chiudo.
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