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Marco Giusti per Dagospia
Oggi, nel decennale della morte di Mario Monicelli, davvero molto amato dal nostro pubblico, e molto meno dalla critica degli anni ’50 e ’60, vedo che un po’ tutte le reti hanno rispolverato i film del vecchio Mario. Una specie di omaggio quasi cineclubbista che si rincorre tra rete e rete. “L’armata Brancaleone” con Vittorio Gassman, Catherine Spaak, Gianmaria Volonté, Barbara Steele e Aquilante, lo malo cavallo, lo potete vedere alle 21, 10 su Rai Movie.
Rivisto, ci fu una proiezione di un’edizione restaurata dalla Philip Morris alla sua presenza molto commovente, rivela magari qualche lunghezza, ma nel più lontano ricordo della prima visione in quel di Grosseto nell’aprile del 1966, al primo spettacolo del primo giorno (era un film molto atteso) del rinnovato cinema Moderno, l’effetto per noi spettatori grandi e piccolo fu di assoluto splendore.
Un medioevo come non lo avevamo mai visto, comico, cialtrone e grottesco, pieno di sangue e sesso, un linguaggio meraviglioso totalmente inventato che imparammo subito a memoria, dei costumi meravigliosi di Piero Gherardi che costruivano i personaggi, i titoli di testa di Lele Luzzati che ci aprivano a un cinema animato italiano totalmente nuovo, la marcetta di Rustichelli. Monicelli aveva colpito nel segno. Il suo Brancaleone ci apparve come il film che stavamo aspettando da tutta la vita. E a lungo aspettiamo il sequel, “Brancaleone alle crociate”, oggi alle 18, 30 su Cine 34, che arrivò un po’ tardi e non ci sembrò all’altezza del primo.
Ma forse il nostro sguardo era viziato dalla visione del primo film. Sky di Monicelli presenta “Speriamo che sia femmina”, alle 21, il meno fortunato, anche se a me era piaciuto, “La mortadella” con Sophia Loren, Gigi Proietti e Danny De Vito, alle 23, il capolavoro “Totò e le donne” alle 16. La 7 lancia “La ragazza con la pistola” alle 16, un film che ebbe un incredibile successo e lanciò come star comica di prima grandezza Monica Vitti quando ancora si pensava solo ai Tognazzi-Gassman-Sordi-Manfredi.
Cine 34, oltre a “Brancaleone alle crociate” alle 18, 20, ha in cartellone alle 16, 15 il bellissimo “Romanzo popolare” con Ugo Tognazzi, Michele Placido e Ornella Muti, triangolo amoroso in un nord operaistico e miserabile dove la bellezza della Muti trionfa su tutto. Ma sarebbe ingiusto accusare Mario di maschilismo, perché fu tra i primi a progettare film femministi o con personaggi diversi per le donne, da “Speriamo che sia femmina” a “Caro Michele”. Che non sono, poi, i suoi film che ricordiamo con maggior affetto, ma tentativi per cambiare dal di dentro la commedia all’italiana, quella sì, inevitabilmente molto maschiocentrica.
Mario cercò anche di dar vita a un tipo di commedia più innovativa, penso a “Toh è morta la nonna” che considerava un disastro di film, e a Venezia me lo disse che per lui era un film minore. Sì. Ma così divertente. O “Camera d’albergo”, primo film sui guardoni da social prima dei social, film troppo in anticipo sui tempi. O il capolavoro, beh, quello sì, “Vogliamo i colonnelli”, geniale rivisitazione del cialtronesco ma pericoloso golpe Borghese, con un cast da paura, Ugo Tognazzi, Max Turilli, Giancarlo Fusco. Proprio Fusco, ci disse, aveva anche collaborato ai testi e alla sceneggiatura, oltre a dare spesso anonimamente una mano a molti soggetti dei suoi film. Soprattutto quelli legati al periodo della guerra.
In seconda serata, vedo, danno per esempio, Rete 4 alle 23, 45, “Cari fottutissimi amici”, altro film alla Fusco, con Paolo Villaggio, Massimo Ceccherini, Eva Grimaldi, che sembrerebbe proprio seguire la strada della rilettura della storia italiana alla Fusco-Monicelli. Poco prima, alle 23, 35, Rai Movie trasmette “Risate di gioia” con Anna Magnani, Totò e Ben Gazzara. Anche se era considerato un film di “recupero”, un progetto un po’ invecchiato che nessuno voleva più fare, Monicelli si diverte a ricomporre questa coppia meravigliosa Magnani-Totò che aveva dato vita a spettacoli meravigliosi negli anni ’40 in una Roma occupata dai tedeschi.
Nella notte vedo che fanno i più lontani “Donatella”, Cine 34 alle 2, 35, con Elsa Martinelli, Gabriele Ferzetti, Walter Chiari, e “Il medico e lo stregone”, Cine 34 alle 5, 35, con Marcello Mastroianni, Vittorio De Sica, Marisa Merlini, che ricordo un po’ vagamente. Mancano all’appello, se non sbaglio, i film di De Laurentiis come “La grande guerra”, “Amici miei”, mancano “Il marchese del Grillo”, “I soliti ignoti”, che conosciamo però a memoria, il più raro “Viaggio con Anita” con Goldie Hawn e Giancarlo Giannini, per più versi interessante, i non riuscitissimi “Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno” e “I picari”. Negli anni ’80 Monicelli, ma anche Dino Risi, non erano visti dalla giovane critica italiana del tempo né da autori allora freschi come Nanni Moretti, esattamente come dei modelli da seguire.
Mentre la critica francese aveva iniziato a riscoprirli e a celebrarli come maestri. Personalmente trovavo più scatenata e vitale la commediaccia di Banfi, Alvaro e soci. Col tempo, soprattutto conoscendo sia Dino Risi che Mario Monicelli, che avevano ancora un conto aperto con i vecchi critici alla Lanocita o alla Micciché, rei di aver stroncato i loro capolavori, ho iniziato una rilettura di tutta la loro commedia. Ma credo sia abbastanza ovvio che la freschezza dei loro film tra la fine degli anni ’50 e i primi ’70, non potessero ritrovarla più tardi. Anche se, alcuni loro tardi film sono davvero notevoli.
Tra le possibile scelte della serata rivedrei con piacere, alle 21 su Cine 34, “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore con Sergio Castellitto, la giovanissima Tiziana Lodato e un cast all sicilians di grande splendore, Franco Scaldati, Toni Sperandeo, Gigi Burruano, Leo Gullotta. Anche se molto visto mi attira ancora molto “Cape Fear” di Martin Scorsese, remake capolavoro del vecchio film, molto bello ma non all’altezza di questo, diretto da J. Lee Thompson, Iris alle 21. C’è uno dei migliori Robert De Niro di sempre nel ruolo che fu di Robert Mitchum. Nick Nolte è invece un filo sotto tono per il ruolo di Gregory Peck.
Ma guardate che meraviglia è la fotografia di Freddie Francis, maestro dell’horror inglese, e che lavoro fa Elmer Bernstein alle prese con la vecchia musica di Bernard Herrman. E solo per il nostro piacere, ritroviamo nel film anche Robert Mitchum, Gregory Peck e Martin Balsam. Vi consiglio anche su Cielo alle 21, 15, ma solo se avete stomaco forte e vi piacciono le tarantinate, “Bone Tomahwak”, opera prima già di superculto di S. Craig Zahler, westerm horror di una caccia ai cattivi con Kurt Russell come vecchio sceriffo, Richard Jenkins (favoloso) come suo aiutante, ma c’è pure una B star come Sid Haig. Un po’ fortino, ma devo dire che me lo sono visto con piacere e lo preferisco agli altri film di Zahler.
Ma valgono di più i dialoghi tra Kurt Russell e Richard Jenkins di tutta la parte cannibalica. Sempre intorno alle 21 Italia 1 si spara un film di supezombie velocissimi, “World War Z” di Marc Forster con Brad Pitt che doveva essere un sicuro flop, dopo i casini sul set tra regista e protagonista (non si parlavano), gran parte di film rigirato (le scene con Favino!), il geniale direttore della fotografia Robert Richardson che non finisce le riprese e toglie il nome perché era contrario a farlo 3D, e invece, malgrado tutto questo, andò benissimo, al punto che fu il più grande incasso di Brad Pitt del momento. Ma aspettiamo ancora il sequel annunciato. Mi fermo qui.
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