LO STREAMING DEI GIUSTI - QUEL CHE VIENE FUORI DA “MR. SCORSESE”, LA SERIE SU APPLE TV+,  È UN RITRATTO DI UN PERSONAGGIO DI STRAORDINARIO TALENTO, MA ANCHE DI GRANDE UMANITÀ. SCORSESE PARLA CON ESTREMA LIBERTÀ E CANDORE NON SOLO DI TUTTI I SUOI FILM, MA SI METTE A NUDO PARLANDO DEL SUO PRIVATO, DEI GENITORI, DELLA GIOVENTÙ PASSATA TRA I GANGSTER ITALO-AMERICANI DI LITTLE ITALY, DEGLI AMICI FUORI DI TESTA, E DELLE MOGLI E FIDANZATE, DELLA DIPENDENZA DA COCAINA CHE LO PORTÒ A COLLASSARE QUANDO STAVA ANCORA CON ISABELLA ROSSELLINI. SCORSESE RIVELA QUANTO LA VIOLENZA CHE HA VISSUTO E…” - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

MR SCORSESE

Stanco dei film del Rome Film Festival, davvero troppi, non si riesce a seguire tutto, e non tutto è bello, e non riesco a seguire e a scrivere di tutto, ho dato retta a Dago e mi sono visto su Apple TV + tutti e cinque gli episodi, ma ne avrei visti anche di più, di questa incredibile serie dedicata a Martin Scorsese diretta da Rebecca Miller, figlia di Arthur Miller e della fotografa Inge Morath, ma soprattutto moglie di Daniel Day Lewis, protagonista di due dei capolavori di Scorsese, “L’età dell’innocenza” e “Gangs di New York”.

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Scorsese parla con estrema libertà e candore non solo di tutti i suoi film cominciando dai filmini fatti coi compagni di strada e dai corti, ma si mette a nudo parlando anche del suo privato, dei genitori, che spesso ha inserito nei suoi film, della gioventù passata tra i gangster italo-americani di Little Italy che sono serviti da modello per i personaggi interpretati da Robert De Niro, Harvey Keitel e Joe Pesci, dei derelitti della Bowery, degli amici fuori di testa, e delle mogli e fidanzate, con cui ha vissuto, e della dipendenza da cocaina che lo portò praticamente a collassare quando stava ancora con Isabella Rossellini.

mr. scorsese - serie apple+ su martin scorsese

A Roma ancora ricordano gli episodi di Rossellini strafatto e a Venezia era sulla bocca di tutto quando addobbò la camera d’albergo. Proprio nel documentario lui stesso racconta della violenza che lo prendeva quando si faceva pesantemente e rompeva tutto. Candidamente, Scorsese rivela, cosa che in realtà più o meno sapevamo, quanto la violenza che ha vissuto e la sua doppia personalità di gangster e di santo, abbia costruito tutto il suo cinema.

La vera sorpresa sono i tanti amici di infanzia, amici registi, come Steven Spielberg, Brian De Palma, Spike Lee, attori, Robert De Niro, Jodie Foster, Leonardo DiCaprio, Sharon Stone, Margot Robbie, Cate Blanchett, Daniel Day Lewis, collaboratori, la montatrice di tutti i suoi film, Thelma Schoonmaker, gli sceneggiatori come Jay Cocks, che era anche un critico durissimo di “Time” negli anni ’60, Paul Schrader, Nick Pileggi, le mogli, compresa Isabella Rossellini, le tante figlie, che parlano di lui svelando retroscena per me in gran parte inediti.

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Non sapevo che avesse girato con Michael Wadleigh “Woodstock” e fosse stato poi estromesso dal montaggio per volere del produttore. Non sapevo come fosse arrivato alla regia di “Boxcar Bertha”/”America 1929: sterminateli senza pietà”, delle critiche e dell’amicizia con John Cassavetes, o che avesse abbandonato per un weekend la lavorazione di “New York, New York” per andare a girare “The Last Waltz” con Robbie Robertson e The Band.

Robbie Robertson ci illumina poi su tutto il periodo tossico passato con Scorsese. E De Niro racconta come salvò dalla più profonda crisi il regista proponendogli di girare “Toro scatenato”, il film dove molti dei diavoli di Scorsese prendono forma, violenza compresa.

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L’amico di infanzia Robert Uricola, a lui è dedicato il primo episodio, ci racconta quanto “Mean Street” fosse ispirato alla loro infanzia e quanto debba il personaggio di De Niro nel film a suo fratello Salvatore, detto Sally. A un certo punto Sally viene chiamato dal fratello e racconta a Rebecca Miller che non riuscì a vedere tutto il film, gli sembrò di rivedere la sua vita con tutte le cazzate che aveva fatto, uscì a metà e andò a vedere il più normale “Il dottor Zivago”.

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Quel che viene fuori da queste cinque ore di studio sulla vita e le opere di Scorsese è un ritratto di un personaggio di straordinario talento ma anche di grande umanità. Al punto che nei suoi film più sofferti e privati, come “Mean Streets”, come dice Michael Powell, Scorsese “si mette in contatto diretto con il suo pubblico, dall’inizio alla fine. Questa è la qualità più preziosa che un regista cinematografico possa avere.

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Molti registi, per quanto bravi, esperti, coraggiosi, pieni di risorse, non hanno questa qualità e non l’avranno mai, Marty l’ha sempre avuta”. Insomma, se vi piace il cinema e se vi piace il cinema di Martin Scorsese penso che questa serie sia il più bel regalo che vi possiate fare una di queste sere autunnali.

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