DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Marco Giusti per Dagospia
jean reno e robert de niro in ronin
E in chiaro che vediamo stasera? Credo che il film da vedere o rivedere della serata, se cercate un grande thriller vecchio tipo, è “Ronin” diretto da un maestro come John Frankenheimer, scritto da David Mamet con Robert De Niro, Natascha McElhone, Jean Reno, Skipp Sudduth., Sean Bean, Stellan Skarsgard, Michel Lonsdale, sorta di testamento del cinema poliziesco amato sia dagli americani sia francesi. Grandi dialoghi, grandi personaggi e incredibili riprese di macchine in corsa.
Cine 34 alle 21 propone il sempre divertente e oggi importante “Io loro e Lara” di e con Carlo Verdone con Laura Chiatti, Anna Bonaiuto, Angela Finocchiaro, Marco Giallini, perché, pur con toni di commedia, presentava la figura di un prete da anni in Africa appena tornato a Roma, che rimane allibito davanti ai cambiamenti dell’umanità che popola la città, dei diversi rapporti tra famigliari e amici. Anticipando così il degrado che ci aspettava e che oggi ben conosciamo. Giallini, però, in versione pippatissima, era da urlo. Ci voleva Verdone per scoprirlo.
Su Iris alle 21 troviamo anche il dramma erotico “Proposta indecente” di Adrian Lyne con Robert Redford, riccone in vacanza che propone alla fresca coppia Demi Moore e Woody Harrelson di comprarsi a alto prezzo una notte con la ragazza.
Su Tv2000 alle 20, 55 ci sarebbe il biopic con Beatrix Potter, “Miss Potter” di Chris Noonan con Renée Zellweger, Ewan McGregor, Emily Watson, Barbara Flynn, Bill Paterson, che come sapete è l’ideatrice e la disegnatrice del celebre Peter Rabbit, il più celebre coniglietto della letteratura per l’infanzia inglese. Nel 1903 Peter fu inoltre il primo pupazzo giocattolo della storia inglese.
Su Canale 20 alle 21, 05 abbiamo l’action “The Hunter's Prayer” di Jonathan Mostow con Sam Worthington, Odeya Rush, Allen Leech, Amy Landecker, Verónica Echegui, con il killer che non se la sente di uccidere una ragazza e allora i due vengono inseguiti da altri killer che li vogliono morti.
demi moore in thierry mugler proposta indecente
Canale 27 alle 21, 10 propone “Il grande match” di Peter Segal con Sylvester Stallone, Robert De Niro, Kevin Hart, Alan Arkin, Kim Basinger, divertente solo per il grande cast che riunisce il De Niro di Toro Scatenato e lo Stallone di Rocky. Cioè Jake La Motta vs Rocky Balboa? Magari sono un po’ ridicoli. Né Stallone né De Niro sono più li stessi. E questo Peter Segal, regista di commedie e sciocchezze televisive non è abbastanza cinefilo, per non dire dei suoi sceneggiatori, tutti di stretta provenienza televisiva. Autori da sitcom, da David Letterman Show, battutari vari.
Vabbè, non ci sono né Martin Scorsese né John Avildsen dietro a questo film, ma ci si diverte parecchio lo stesso. Intanto, solo vederli assieme questi due dinosauri è uno spettacolo, sia che si menino sia che si lancino solo qualche battuta. “Sei grasso e sei vecchio!”. E se Stallone non è mai stato così bravo, De Niro fa tripli salti mortali per farci ricordare che sa bene di essere stato Jake La Motta in gioventù. E gli basta un’occhiata per dimostrarci quanto possa ancora essere pericoloso. Non solo.
I due dinosauri si trascinano, a parte una Kim Basinger un po’ svaporata che nel film fu causa dei loro litigi trent’anni prima, un incredibile Alan Arkin come “Lightning”, vecchio allenatore di Stallone che esce dall’ospizio e cerca di rimettere in sesto il suo campione correndogli dietro con la carrozzella e gli fa bere pure piscio d’asino. Va detto che Alan Arkin è uno spettacolo nello spettacolo e ha sempre le battute migliori: “Buttalo giù, svelto, devo pisciare!”. Non sono male però neanche le battute che De Niro, appesantitissimo e con le tette, molla al suo ciccionissimo allenatore che mangia e legge giornaletti mentre lo allena: “Qualcosa di interessante sul giornale a parte le briciole del burrito?”.
Rai Movie alle 21, 10 propone il terzo film di Sissi, cioè “Sissi, il destino di una imperatrice” di Ernst Marischka con Romy Schneider, Karlheinz Böhm, Magda Schneider, Josef Meinrad, Gustav Knuth. La7 alle 21, 15 se la cava con la commedia del 1988 “Baby Boom” di Charles Shyer con Diane Keaton, il grande Sam Shepard, Kristine Kennedy, Harold Ramis, con la Keaton, donna in carriera, che si ritrova a crescere da sola la figlia di un cugino morto in un incidente.
Mediaset Italia 2 alle 21, 15 presenta l’horror “Prossima fermata – L’inferno”, tratto d aun romanzo di Clive Barker, diretto dal giapponese Ryuhei Kitamura con Bradley Cooper, Leslie Bibb, Brooke Shields, Vinnie Jones, Roger Bart, Tony Curran, storia di un fotografo che ha la sciagurata idea di dar la caccia a un serial killer, un macellaio che vuole rendere la metropolitana un treno di carne umana a brandelli. Su Italia 1 alle 21, 20 abbiamo “Il cavaliere oscuro – Il ritorno” di Christopher Nolan con Christian Bale, Anne Hathaway, Joseph Gordon-Levitt, Tom Hardy, Gary Oldman.
carlo verdone laura chiatti io, loro e lara
E’ un buon film, ma non all’altezza dei precedenti. Soprattutto del secondo, dominato dall’incredibile interpretazione di Heath Ledger come Joker e da un ritmo di racconto perfetto che migliorava alla seconda e terza visione. E’ vero, c’è un grande finale con regolamento di conti fra Batman e i cattivi in una Gotham City in ginocchio che chiude con dignità la trilogia, c’è un bel po’ di vecchia lotta di classe che acquista forza dalla crisi attuale, dall’odio per banche e banchieri e dal trionfo di Occupy Wall Street, c’è una Catwoman deliziosa grazie a Anne Hathaway che non ci fa rimpiangere troppo quella burtoniana di Michelle Pfeiffer, che era più romantica, svitata e pericolosa.
Però l’intreccio è spesso faticoso, la voglia di unire le trame dei tre film lascia molti spettatori perplessi (ricompare anche Liam Neeson), la scelta di fare di Batman-Bruce Wayne un eroe dei nostri tempi, una specie di super Draghi cupo, malato, triste e cosciente dei difetti del Capitalismo, buona ma limitante per chi aspetta solo il Batman scatenato e manesco che arriva dopo quasi un’ora di attesa. E, soprattutto, il megacattivo Baine, interpretato dal notevole e nerboruto Tom Hardy (“Warrior”, “Lawless”), obbligato a recitare per tutto il tempo dietro una maschera che gli lascia liberi solo gli occhi, non funziona del tutto come antagonista dell’eroe.
Non è un personaggio ben definito, non ha nessuna ombra di mistero e di romanticismo e non lo aiuta questo parlare dietro la maschera come il vecchio Darth Vader. A parte la Catwoman di Anne Hathaway, però, nessuno dei personaggi sembra particolarmente sviluppato, né la miliardaria di Marion Cotillard, che almeno si porterà a letto Batman, né il nuovo venuto Joseph Gordon Levitt come giovane poliziotto onesto che conosce l’identità dell’eroe (ma sembrano conoscerla un po’ tutti in questo fiilm…), né l’ottuso capo dei poliziotti Matthew Modine. Per fortuna Gary Oldman vede il suo ruolo di poliziotto amico di Batman un po’ più sviluppato del solito (beh, dopo “La talpa”…), l’Alfred di Michael Caine funziona sempre, anche se molla mister Wayne a metà film e il poveraccio non ha nemmeno una cameriera filippina a aprirgli la porta o a spolverargli la tuta.
E Christian Bale come l’oscuro cavaliere del titolo è giustamente triste. Rai Uno propone “La seconda chance” di Umberto Carteni con Max Giusti, Gabriella Pession, Grazia Schiavo, Maurizio Mattioli, una commedia che ha avuto solo un’uscita tecnica in sala di pochi giorni. Passiamo alla seconda serata con un film ancora molto amato dal pubblico italiano, “Io e Annie” di Woody Allen con Diane Keaton, Woody Allen, Tony Roberts, Paul Simon, La7 alle 23, 15.
Iris alle 23, 20 propone il bellissimo “Il pianista” di Roman Polanski con Adrien Brody, Thomas Kretschmann, Emilia Fox, Ed Stoppard. Quando uscì sembrò un miracolo. Cine 34 alle 23, 40 propone uno dei film meno noti di Carlo Verdone, “Il bambino e il poliziotto” con Carlo Verdone, Federico Rizzo, Adriana Franceschi, Barbara Cupisti. Chiudo col bellissimo “Drive My Car” di Ryûsuke Hamaguchi con Hidetoshi Nishijima, Tôko Miura, Masaki Okada, Reika Kirishima. “Noi dobbiamo vivere, zio Vanya”. Ci risiamo. Ogni tanto torna implacabile l’ombra di “Zio Vania” di Cechov, più adatto al mondo degli sceneggiati che a quello del cinema. Confesso. Mi addormentai anche all’amatissimo da tutti “Zio Vanya sulla 42ma strada”, ultimo film diretto da Louis Malle. Proprio steso.
scena de il pianista di polanski
In questo lungo, sofisticato, elegante, ha delle giacche e dei golfini che le signore apprezzeranno, complesso e scrittissimo “Drive My Car”, tratto da un racconto di Haruki Murakami, premio per la sceneggiatura a Cannes, Oscar al miglior film straniero del 2022, non ci si limita a citare “Zio Vanya” o a metterlo in scena tranquillamente già mediato dalla presenza del testo di Murakami. No. Il protagonista del film, il regista Yosuke di Hidetoshi Nishiji, non solo se lo ascolta tutto il giorno in macchina, una Saab 900 turbo rosso vera punto forte della storia, ripetendo le battute a memoria di Vanya, ma lo mette in scena prima a Narita e poi a Hiroshima in una versione dove ogni attore, giapponese, coreano, filippino, cinese, parla con la sua lingua in una sorta di Babele cechoviana.
sylvester stallone e alan arkin in il grande match
Così la scena finale del “Noi, dobbiamo vivere, zio Vanya” è addirittura detta con il linguaggio dei segni coreano dalla giovane ragazza muta che interpreta la nipote di Vanya. E, ammetto, è forse la scena più bella del lunghissimo film. Lungo, poi, perché ha un antefatto che è quasi un film a parte.
Prima che partano i titoli e la storia del Cechov da mettere in scena a Hiroshima, con l’arrivo di un personaggio apparentemente minore, quello della ragazza, Toko Miura, che fa da autista al regista sulla sua inseparabile Saab 900 Turbo rosso, siamo già dentro il suo dramma. Perché abbiamo visto come è morta, per un’emorragia cerebrale, la sua adorata moglie, Oto, Reika Ririshima, che si inventa lunghe storie fantasy mentre sta scopando col marito o quando hanno appena finito. Storie che lei, una volta dette, non è in grado di scrivere, ma che il marito ricorda perfettamente e poi trascrive, in modo che lei ci faccia dei drammi televisivi, interpretati dal suo giovane amante. Bella e intelligente, Oto è infatti infedele al marito, che soffre in silenzio per non perderla.
il cavaliere oscuro il ritorno 8
Anche perché i due hanno perso una bambina quindici anni prima e si sono lentamente e con fatica ripresi dalla tragedia solo dopo anni. E’ Oto che ha inciso per lui tutto “Zio Vanya” su nastro e così è a lei che risponde nei suoi viaggi in macchina. Detto questo, ogni personaggio, anche l’autista Misaki, di solito muta e scontrosa, ha un dramma da raccontare che apre la storia. Cechovianamente, perché ognuno di loro trova dentro “Zio Vanya” il modo per toccare la sua realtà. Non per tutti, vi avverto, anche perché è estremamente lento e le tre ore si fanno sentire. La chiudo qui.
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