DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? In chiaro mi rivedrei, e di corsa, su Rai Movie alle 21, 10, il primo, vecchio, glorioso “Il pianeta delle scimmie” diretto in pieno 1968 , da Franklin J. Schaffner, scritto da Rod Serling e rivisto dal blacklisted Michael Wilson, tratto dal romanzo di Pierre Boulle con Charlton Heston come l’astronauta George Taylor che finisce nel pianeta delle scimmie dove gli uomini sono gli animali, Roddy McDowall, Kim Hunter, Maurice Evans, tutti truccati da scimmie e la bellissima Linda Harrison come selvaggia umana che non apre bocca.
Leggo che vennero girati tre finali, in una il protagonista muore ucciso dalle scimmie. Vinse quella che piaceva di più a Charlton Heston. E che fece storia. Non sapevo che Ingrid Bergman metteva tra i suoi più grandi rimpianti quello di non aver accettato il ruolo di Zira, la scimmia buona e amica, poi andato a Kim Hunter. Le dispiaceva un po’ perché avrebbe spiazzato il mondo di Hollywood, un po’ perché avrebbe voluto fare un film con Charlton Heston.
Il ruolo di Maurice Evans era stato pensato e offerto a Edward G. Robinson, che girò anche un provino con Charlton Heston, ma non fece il film per non tagliarsi la barba. Tra i primi possibili registi del film troviamo Blake Edwards, quando il progetto era alla Warner, e J. Lee Thompson. Fu Charlton Heston a indicare Franklyn J. Schaffner, che lo aveva diretto ne “Il principe guerriero” due anni prima. Nella sceneggiatura originale le scimmie vivono in un mondo più high-tech. Fu Schaffner a volerle veder vivere in un mondo più primitivo, più scimmiesco.
L’autore delle protesi facciali delle scimmie era John Chambers, che aveva avuto un’esperienza di protesi facciali per i veterani della Seconda Guerra Mondiale. Ricordo che rimanemmo tutti stupiti non solo dal grande finale del film, ma da tutte le sue scene a effetto. Era la prima volta che un tipo di fantascienza così inventiva passava al cinema e non in tv. Ci colpì anche il sedere nudo di Charlton Heston. Solo per fare un po’ di gossip rivelo che Linda Harrison era l’amante dell’allora sposatissimo produttore Richard L. Zanuck. Lui poi lasciò moglie, si mise con lei e ebbero due figli. Il matrimonio durò nove anni.
helen hunt bill paxton twister
Su Cine 34 alle 21, 05 trovete invece la commedia “Ti presento Sofia” diretta da Guido Chiesa con Fabio De Luigi, Micaela Ramazzotti, Caterina Sbaraglia, Andrea Pisani, Shel Shapiro. In sala funzionò. Occhio che su Canale 20 alle 21, 15 passa il primo e amatissimo film di tornadi in quel del Kansas, “Twister”, prodotto nel 1996 da Steven Spielberg e Frank Marshall, ideato da Michael Crichton e Anne-Marie Martin, diretto da Jan De Bont con Helen Hunt e Bill Paxton, avventuroso popolare di grande successo.
Non a caso fu il primo film della storia americana a uscire in DVD. Neanche un anno fa è uscito un secondo “Twister”, che diventa “Twisters”, sempre prodotto da Steven Spielberg e Frank Marshall, ma diretto da Lee Isaac Chung, regista del non dimenticato “Minari”. Tv2000 alle 21, 15 propone una delle più celebri commedie americane che Dago, se non l’ha visto, non dovrebbe perdersi, cioè “Un amore splendido” diretto da Leo McCarey, grande maestro dei tempi comici che aveva imparato sui set delle comiche di Laurel & Hardt, con Cary Grant, Deborah Kerr, Cathleen Nesbitt, Richard Denning.
In pratica Leo McCarey mette in scena nel 1957 il remake di un suo classico del 1939. E anni dopo Hollywood farà nuovi remake o omaggi/remake del film. Rai5 alle 21, 15 propone “Freaks Out”, secondo film di Gabriele Mainetti con Aurora Giovinazzo, Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini. Piaciuto in gran parte al pubblico italiano, un po’ meno ai critici internazionali un filo bacchettoni che non hanno gradito il modo poco rispettoso di trattare l’Olocausto, le troppe svastiche naziste, il personaggio del nano superdotato.
Che dire? E’ un filmone. O se volete un firmone. Come in Italia è raro farli e vederli. Uno spettacolo. Uscito a distanza di sei anni da “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Vi era piaciuto un super-eroe romano coatto che non sa bene cosa fare dei suoi super-poteri?
Stavolta ve ne diamo ben quattro e tutti romani, un uomo-lupo forzuto, il Fulvio di Claudio Santamaria ricoperto di peli, una ragazza elettrica, la Matilde di Aurora Giovinazzo, vera scoperta del film, un uomo-calamita, il piccolo Mario di Giancarlo Martini, che ha problemi seri nel contenere le sue erezioni, un albino capace di spostare insetti su insetti, il Cencio di Pietro Castellitto.
Li mettiamo prima in un piccolo circo, al seguito di un direttore ebreo, Israel, interpretato da un ispirato e umanissimo Giorgio Tirabassi, e poi nel pieno della guerra, in una Roma piena di nazisti. Poi li spostiamo in fuga tra i partigiani spiritati, chi senza un braccio, chi senza una gamba, chi senza un occhio, comandati da una strana versione rivista del Gobbo del Quarticciolo, interpretato con una vena di follia da Max Mazzotta.
freaks out di gabriele mainetti 20
Come se Mainetti e il suo sceneggiatore Guaglianone stessero giocando con citazioni anche irriverenti, alla Risi-Monicelli diciamo, di due celebri film di Carlo Lizzani legati alla Roma dei tempi di guerra, “L’oro di Roma” e “Il gobbo”, dove oltre al gobbo di Gerard Blain si univa un Pier Paolo Pasolini partigiano con il braccio di ferro. Insomma. Prima facciamo esplodere il circo sotto le bombe, poi separiamo i quattro freaks protagonisti dal loro direttore, Israel, che cerca di raggiungere Roma per comprare biglietti per l’America dai suoi amici Spizzichino non nascondendo affatto il suo essere ebreo.
freaks out di gabriele mainetti 5
E infatti Israel non torna, così i quattro freaks decidono di cercarlo a Roma. Dove arriveranno i guai, perché, non solo si imbattono nei nazisti e nel gruppo dei partigiani del Gobbo, ma anche nella follia del Zirkus Berlin, baraccone tenuto da un nazista pazzo, Frank, Franz Rogowski, pianista con sei dita per mano che viaggia nel futuro grazie all’etere, e infatti non suona i classici del passato, ma del futuro, come i Radiohead. Questo Frank, conoscendo il futuro, sa che Hitler farà una brutta fine, ma pensa di poter cambiare il corso della storia coi superpoteri dei quattro freaks nelle sue mani. Il resto ve lo vedete.
Iris alle 21, 15 propone “La conquista del West”, grande western americano girato in Cinerama, costruito in cinque episodi, tre diretti da Henry Hathaway ("The Rivers", "The Plains" and "The Outlaws"), uno da John Ford (“Civil War”) e uno da George Marshall (“The Railroad”), anche se qualche scena venne girata da Richard Thorpe, con James Stewart, che ha un ruolo da ventottenne a 58 anni!, Henry Fonda, John Wayne, Gregory Peck, Carroll Baker, Lee J. Cobb, Carolyn Jones, George Peppard, Eli Wallach.
La lunga “intermission” serviva ai proiezionisti per sincronizzare le tre copie del Cinerama. Solo per girare l’attacco indiano alle carovane ci vollero sei settimane. Film costosissimo e dalla lavorazione complessa. Fu John Ford a volere John Wayne protagonista solo del suo episodio. Episodio che venne adorato da Jean-Marie Straub, che lo mise come il migliore dell’anno sui Cahiers. Sergio Leone costruì il personaggio di Tuco partendo dal personaggio che interpreta qui Eli Wallach (e un bel po’ dal messicano cattivo di “I magnifici sette”).
Fu un grande spettacolo quando lo vedemmo da ragazzini al cinema. A Roma si vide in Cinerama, quello vero, con tre proiettori, Io lo vidi a Grosseto, con le due righe che separavano i tre schermi che ci ricordavano il Cinerama. Mi piacque da impazzire l’episodio della guerra civile di John Ford, ma certo era troppo corto. Avremmo voluto tutto un film così… Strepitosi i quattro direttori della fotografia coinvolti, William H. Daniels, Milton R. Krasner, Charles Lang e Joseph LaShelle. Occhio a Lee Van Cleef in un piccolo ruolo di banditello del fiume.
Rai Tre alle 21, 20 passa la commedia francese “Un uomo felice” di Tristan Séguéla con Fabrice Luchini nei panni di un sindaco di destra di un piccolo paese della Bretagna che si ritrova la moglie, Catherine Frot, che ha deciso di cambiare sesso. Magari dopo le elezioni… Su Italia 2 alle 21, 20 un’altra cafonata, “Attacco al potere 2” diretto da Babak Najafi con Gerard Butler, Aaron Eckhart, Morgan Freeman, Jackie Earle Haley, Angela Bassett.
Su Canale Nove alle 21, 39 trovate “Jumanji”, gran film d’avventure diretto da Joe Johnston con Robin Williams, Kirsten Dunst, Bradley Pierce, Bonnie Hunt. Passiamo alla seconda serata con il ricco post-apocalittico “Codice Genesi” diretto dai fratelli Albert e, Allen Hughes con Denzel Washington, Gary Oldman, Mila Kunis, Michael Gambon, Jennifer Beals, Rai Movie alle 23, 05. C’è un librone misterioso che il protagonista vuole difendere…
Cine 34 alle 23, 05 ripassa “Com’è bello far l’amore”, commedia sexy moderna che Fausto Brizzi gira in 3D per darsi un tono. Eppure, malgrado sia sbandierato come commedia con tanto di set porno, dark room, e Filippo Timi come re dell’hard dal nome esplicativo di Max TwentyFive, e 25 sono proprio i centimetri dell’attrezzo, qui, per aggirare divieti e censure, le mutande non se le toglie nessuno.
Del resto sapevamo da tempo che la differenza fra un film d’autore con la Gerini e una commedia con la Gerini è che nel film d’autore la Gerini le mutande se le toglie, nella commedia no. Per fortuna qualche battuta buona c’è. Come un “Tu sei molto stressato… Vuoi pompino?”, detta dalla pornostar Vanessa, cioè Giorgia Wurth, a Fabio De Luigi, sposato da vent’anni con la Gerini, che ha avuto la sciagurata idea di invitare a casa sua il vecchio amico di lei, cioè Max-Timi senza sapere della sua professione di artista dell’hard.
Battuta, va detto, che somiglia parecchio a quella, celebre, che Dino Risi attribuiva a Anita Ekberg richiesta, su un famoso set felliniano, ti tirare su lo stressato Maestro: “Io no interessata a pompetto!”. Vero, falso, leggenda? E’ notevole anche il record dichiarato da Timi di orgasmi in auto sulla Roma-Firenze: “Tre orgasmi casello casello. Orte, Arezzo e Figline Valdarno!”. C’è anche una bella dichiarazione d’intenti per rivitalizzare l’industria del porno nazionale: “Basta con i soliti porno italiani due camere e cucina!”. Un’occasione (un po’) persa, insomma.
michael gandolfini i molti santi del new jersey
Su Italia 1 alle 23, 20 ottimo il remake di Steven Spielberg di “La guerra dei mondi” con Tom Cruise, Dakota Fanning, Justin Chatwin, Tim Robbins, Miranda Otto. Cielo alle 23, 30 si ributta nel cinema di sesso e sentimento spagnolo, come “Castelli di carte”, diretto da Salvador García Ruiz mcon Adriana Ugarte, Biel Duran, Nilo Mur, Guillermo Eced, Javier Aguayo, Álvaro Aguilar. Rai4 alle 23, 45 propone “I molti santi del new Jersey” di Alan Taylor con Michael Gandolfini, nel ruolo che rese celebre il padre, quello di Tony Soprano, ma nel 1960. Ci sono anche Alessandro Nivola, Vera Farmiga, Leslie Odom Jr., Jon Bernthal.
Su Iris alle 0, 15 trovate “La tortura della freccia”, violento western diretto da Samuel Fuller con Rod Steiger, Sara Montiel, Brian Keith, Ralph Meeker, Charles Bronson, dove il protagonista, Rod Steiger, reduce sconfitto della Guerra di Secessione, decide di unirsi ai Sioux e vivere con loro, ma con l’arrivo delle guerre indiane la cosa si complica e dovrà decidersi da che parte stare. Strepitosa, come Yellow Moccasin la star messicana Sara Montiel (doppiata in inglese da Angie Dickinson!), Ralph Meeker è il cattivo, mentre Charles Bronson fa l’indiano Blue Buffalo.
Secondo il critico Bernard Eisenschitz “…per Fuller, che combatte la bigotry, l’eroe vero non è O’Meara (Rod Steiger), soldato limitato e incapace di pensare al di là del proprio odio, ma sono gli indiani, rappresentanti della bellezza fisica, ultimi superstiti di una razza in via di scomparsa. L’integrità è votata alla morte, e Fuller racconta la storia ripetuta, disperata degli incorruttibili”.
Rai Movie all’1, 10 ci premia con un capolavoro di Billy Wilder, “L’appartamento” con Jack Lemmon, Shirley MacLaine, Fred MacMurray, Ray Walston. Iris alle 2, 05 propone un curioso film prodotto e interpretato da George Clooney, “L’uomo che fissa le capre”, una commedia di satira militare diretta da Grant Heslov con Ewan McGregor, George Clooney, Kevin Spacey, Jeff Bridges, Stephen Lang, Robert Patrick. Su Rete 4 alle 2, 50 la commedia francese “Tre simpatiche carogne” (o “René La canne”) diretta da Francis Girod con Gérard Depardieu, Michel Piccoli, Sylvia Kristel.
stefania sandrelli marzio honorato una donna allo specchio 2
Su Cine 34 alle 3 l’erotico con idee (poche) “Una donna allo specchio”, diretto da Paolo Quaregna con Stefania Sandrelli, Marzio Honorato, Alberto Signetto, Paolo Quaregna, Dina D'Isa. Diventò un film erotico perché uscì subito dopo “La chiave” di Tinto Brass che aveva reso estremamente hot Stefania Sandrelli. Ma questo è un piccolo film che cuce assieme il modello di porno-letterario alla Brass e un documentario in 16 mm sulla Festa delle Arance del Carnevale di Ivrea (è così).
marzio honorato stefania sandrelli una donna allo specchio 2 1
Su tutto trionfano i dialoghi birichini di Barbara Alberti, “Da quanto tempo non scopo? Sarà un secolo?” – “Come lo chiami questo?” chiede il macho meridionale Marzio C. Honorato in quel di Ivrea alla Sandelli indicando il suo coso. “E questa?” fa lei indicando la cosa.
Poi lui la sodomizza in bagno, davanti allo specchio (per dare un senso al titolo) afferrando con entrambe le mani i pomelli dell’acqua, mentre lei si attacca, per non cadere, al cannellone centrale scatenando i suoi fans, che ormai avranno un’età. Il tutto tra eccessi di documentario da Tg3 Piemonte sulla festa delle arance davvero insopportabili. Svelo il finale della storia dei due amanti. Lei prende il treno per tornare a casa e fa a lui “Abbi cura di te”. Lui le risponde con durissimo “Credo che domani pioverà” sotto un sole accecante. Fine.
Rai Movie alle 3, 20 propone un film che ormai meriterebbe la prima serata, ”Artemisia” diretto da Agnès Merlet con Valentina Cervi come giovane Artemisia Gentileschi, Michel Serrault come suo padre, Miki Manojlovic come il suo stupratore Agostino Tassi, un giovane Luca Zingaretti. Su Iris alle 3, 40 trovate “L’assassino di pietra”, film di duri diretto da Michael Winner con Charles Bronson, Martin Balsam, David Sheiner, Norman Fell, Jack Colvin, Paul Koslo. Bronson deve risolvere una faida fra due famiglie siciliane in quel di Los Angeles.
Uscì 18 mesi il primo Ispettore Callaghan e rilanciò il filone dei poliziotti violenti. Roger Ebert scrisse “probabilmente il miglior violent big-city police movie da Dirty Harry”. Era il terzo dei film girati da Bronson con Winner, un anno prima di “Il giustiziere della notte”, che fu il loro più grande successo.
Chiudo con “I due mafiosi” di Giorgio Simonelli con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Aroldo Tieri, Mischa Auer, Isabella Biagini, Cine 34 alle 4, 20. Primo film prodotto dalla Fida di Edmondo Amati con Franco e Ciccio. “L’idea del produttore Edmondo Amati”, ricordava Franco, “era di rendere più originale del materiale filmato di spogliarelli parigini con la nostra presenza, sulla scia del filone sexy inaugurato nel 59 da Alessandro Blasetti con Europa di notte.
Si trattava quindi di un film di montaggio che si sarebbe dovuto chiamare 2 siciliani a Parigi, in cui avremmo dovuto commentare da turisti le attrazioni erotiche dei locali d’oltralpe con l’aiuto di qualche battuta salace. Ma Simonelli, con il quale abbiamo realizzato undici film, convinse Amati a rivedere il progetto, riducendo il materiale originale e concedendo a noi maggiore spazio. E così nacque I due mafiosi, perché in quel periodo era uscito Il mafioso di Lattuada con Alberto Sordi”, Fu anche il film della svolta economica per i due.
“Con I due mafiosi e tutta la serie che ne è seguita, è cominciato anche per noi un momento felice. Solo che invece di quaranta milioni, ne accettavamo venti, sempre la metà. Buzzanca in tre film ha guadagnato quanto noi in non so quanti”, diceva Ciccio. Buona notte.
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