"IL TORMENTONE 'TI SPIEZZO IN DUE'? IL CINEMA VIVE SULLE BATTUTE, SONO FORTUNATO AD AVERNE UNA" - DOLPH LUNDFREN, L'ATTORE SVEDESE FAMOSO PER AVER INTERPRETATO IVAN DRAGO IN "ROCKY IV", SI RACCONTA: "MIO PADRE ERA VIOLENTO. HO STUDIATO ARTI MARZIALI PER PICCHIARLO. POI HO FATTO TERAPIA E L’HO PERDONATO" - "DA GIOVANE BEVEVO, FUMAVO, ERO UN GANGSTER. MI SAREI AUTODISTRUTTO, I MIEI AMICI SONO MORTI PER SUICIDIO O DROGA. MI HANNO SALVATO L’HOCKEY, IL KARATE, LO STUDIO" - LA RELAZIONE CON GRACE JONES, LO STUDIO 54, L'AMICIZIA CON STALLONE E SCHWARZENEGGER E IL TUMORE CHE STAVA PER "SPIEZZARLO"… - VIDEO

 

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Estratto dell'articolo di Arianna Finos per “la Repubblica”

 

dolph lundgren 2

La vita l’ha mandato tante volte al tappeto ma non è riuscita a “spiezzarlo” in due. Dolph Lundgren ha annunciato giorni fa, sui social, la guarigione dal cancro, uno dei tanti incontri tosti combattuti fuori dal set. A 62 anni il fisico è possente e il suo 2025 si preannuncia colmo di eventi, dai quarant’anni Rocky IV e il ritorno di Ivan Drago, al documentario sulla sua carriera, dall’infanzia fino alla conquista di Hollywood.

 

Che ragazzo è stato?

«Insicuro, sensibile, pieno di problemi. Mio padre era violento, è stata dura. Cercavo di difendere mamma ma ero troppo piccolo, papà era un omone. A 13 anni ho iniziato ad allenarmi come un pazzo, lui se ne è accorto e mi ha mandato fuori dai piedi, dai nonni, un paese nel nord della Svezia. Cosa positiva, perché mi sono allontanato da lui e da Stoccolma, dove bevevo, fumavo, ero un giovane gangster. Mi sarei autodistrutto, i miei amici sono morti per suicidio o droga. Mi hanno salvato l’hockey, il karate, lo studio».

 

sylvester stallone dolph lundgren rocky iv

Ha perdonato suo padre?

«Ho studiato arti marziali per picchiarlo, ma quando avevo diciott’anni lui era ormai vecchio. Ho fatto terapia e l’ho perdonato, anche lui aveva avuto una brutta infanzia. Mi sono concentrato su me stesso, ho vinto borse di studio e campionati di karate. Sono andato a New York».

 

E, prima, in Australia.

«Dove ho conosciuto Grace Jones. Studiavo ingegneria chimica a Sydney. Ero senza soldi, lavoravo nella sicurezza ai concerti. Un giorno ero vicino al camerino, lei si cambiava, ci siamo guardati a lungo. Hanno invitato me e un amico per festeggiare, nella suite eravamo in 200, poi dieci, poi due. Ho passato la notte con lei, il giorno dopo ho saltato tutte le lezioni. Una storia d’amore lunga quattro anni».

dolph lundgren grace jones 5

 

Cosa ha imparato da lei?

«Era stimolante condividere la sua passione creativa. Non vengo da una famiglia d’arte ma da bimbo disegnavo e suonavo la batteria. In quella New York dell’82 lo Studio 54 era ancora aperto e c’erano Jean-Michel Basquiat, Andy Warhol, Helmut Newton, Robert Mapplethorpe, Keith Haring. Gianni Versace era giovane e simpatico, mi fece una bellissima giacca. Volevo appartenere a quel mondo e ho capito che la creatività mi aiutava a guarire le ferite».

 

[…] Com’era la Grande Mela allora?

«Scintillante. Poi è arrivato l’Aids, molti amici di Grace sono morti, tanti artisti si sono spenti, l’ambiente è cambiato: tutto è diventato più triste, meno creativo e più materialistico, reaganiano. Io ero alla ribalta con Rocky , Grace odiava Los Angeles, siamo entrati in crisi».

Dolph Lundgren sylvester stallone - rocky IV

 

Stallone e Schwarzenegger?

«Arnold l’ho conosciuto con Grace in Messico, girava Conan il distruttore e usciva con Maria Shriver. Quando giravo Rocky avevo una casa a Beverly Hills, Grace faceva feste notturne, io mi alzavo all’alba e dormivo nella guest house. Una notte sento bussare, “sono il tuo allenatore, devo controllarti gli addominali”, apro e c’è Arnold col sigaro. Tra i ricordi con Stallone il più tenero è quando ho parlato della mia storia medica su un podcast. Mi telefona piangendo: “Che posso fare per te?”. Un amico vero».

Dolph Lundgren in ospedale

 

La malattia l’ha cambiata?

«Mi hanno operato per un tumore al rene sinistro nel 2015. Per cinque anni ho fatto test, nel 2020 durante il Covid, in Svezia, hanno scoperto altri sei tumori. È stata tosta, ho avuto la fortuna di avere accanto mia moglie, i miei figli. Anche stavolta ce l’ho fatta.

La mia visione della vita è diversa, sono più centrato, sobrio».

 

[…]  Rimpiange gli action anni 80?

«Non c’era il digitale, c’eri tu o lo stuntman. Poi Tim Burton ha messo una tuta coi muscoli a Michael Keaton: fine dei corpi allenati. Come oggi fa la Marvel. Nulla di male, ma meno autentico».

 

Il tormentone “ti spiezzo in due”?

«Il cinema vive sulle battute, sono fortunato ad averne una». […]

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