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MA E’ GIANRICO CAROFIGLIO O MARIO BREGA? - “C'È STATO UN PERIODO IN CUI SONO RIMASTO COINVOLTO IN NUMEROSE RISSE. SEMBRO PACATO MA L'APPARENZA INGANNA. UNA VOLTA CAMMINAVO PER STRADA, QUANDO…" -  LO SCRITTORE, EX MAGISTRATO E GIA’ PARLAMENTARE PD, PARLA DEL CASO LOTTI: "L'AUTOSOSPENSIONE DA UN PARTITO È UNA COSA POCO SERIA. A ZINGARETTI HO DETTO CHE..." – I ROMANZI, IL KARATE E QUANDO LO SFOTTEVANO DANDOGLI DEL 'BRUCE LEE'

Luca Telese per “la Verità”

 

gianrico carofiglio

Dottor Carofiglio, lei è a un tempo scrittore, ex magistrato ed ex parlamentare. Forse è una delle poche persone che può spiegare cosa è avvenuto con «lo scandalo del Trojan».

(Sospiro). «Ci provo, ma so che è un' impresa ardua».

 

Iniziamo dal primo epilogo che l' indagine ha prodotto. L' autosospensione di un ex ministro dai suoi incarichi nel Pd.

(Serissimo).«L' autosospensione da un partito è una scelta che non esiste. È una cosa poco seria».

 

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«Poco seria» è espressione forte. Non crede che la scelta di Luca Lotti sia appropriata?

«Guardi, io l' ho detto anche a Nicola Zingaretti, una persona che stimo molto e che sono andato a votare alle primarie: di fronte a fatti di questa gravità servivano più durezza e più nettezza».

 

Doveva essere il segretario a cacciare Lotti dal partito, secondo lei?

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«Io qui non parlo di una persona ma di un gesto, di una parola e del loro significato. E quando si ha un mandato, quando si appartiene a una associazione, o a un partito, i casi sono due: o si danno le dimissioni o si viene sospesi da una autorità superiore. Una terza ipotesi non esiste». [...]

 

Gianrico Carofiglio è uno degli scrittori italiani più venduti e tradotti nel mondo.

È stato per poco più di un quarto di secolo pubblico ministero, poi si è dimesso dalla magistratura. È stato per una legislatura senatore, poi non si è più ricandidato. Eppure, se ci parli a lungo, scopri che una delle sue principali passioni è il karate. È cintura nera, quinto dan. Ha iniziato a studiare arti marziali da ragazzo, e ha messo a punto una nuova dottrina, che fonde i suoi due grandi interessi in una disciplina inedita di cui parliamo a lungo: «il karate verbale».

giuliano foschini gianrico carofiglio

 

Coltivava le arti marziali.

«Sono tutt' ora sedotto da una massima di Gichin Funakoshi, fondatore del karate moderno, che dice: "Sconfiggere il nemico senza combattere è l' abilità suprema"».

 

Un concetto quasi filosofico.

(Ride). «Tuttavia potrei farle un seminario istantaneo sulla difesa personale in due ore. Il combattimento in strada è totalmente diverso da quello in palestra. Ha altre regole».

gianrico carofiglio a otto e mezzo

 

Per esempio?

«Devi saper dare un pugno o ti spacchi una mano. Devi saper dare una gomitata per colpire. Devi essere consapevole che se combatti contro una persona armata di un' arma da taglio, anche se sei un campione di arti marziali, quasi sicuramente ti taglierai».

 

Questa cicatrice sulla mano?

«Ecco, a proposito di pugni: una volta mi si è aperta letteralmente la mano. C' è stato un periodo in cui sono rimasto coinvolto, mio malgrado, in diverse risse».

 

giuliano foschini gianrico carofiglio

Non ci credo. Lei mi sembra un uomo pacato.

«Fa male, non si deve far ingannare dall' apparenza. Una volta, per esempio, camminavo per strada, quando mi aggredì un operaio, evidentemente fuori di senno, con una pala in mano».

 

Quindi era armato. Riuscì a salvarsi?

(Sorriso). «Finì lanciato per aria. Un altro episodio si verificò quando ero magistrato [...]».

 

E cosa accadde?

«Stavo guidando e avevo dietro una macchina che mi incalzava. Feci un gesto con il palmo aperto, che da noi si usa per dire: "Stai calmo..."».

 

E che succede?

LA FOTO PUBBLICATA DA PANORAMA CON VENDOLA E CAROFIGLIO

«Improvvisamente mi tagliarono la strada e scesero dall' auto per aggredirmi».

 

Due contro uno?

«Sì. Prima feci volare il primo, poi il secondo. E scelsi di chiamare la polizia, malgrado avessi risolto, per denunciare l' aggressione».

 

Terzo episodio?

«Passeggiavo con una collega, quando mi accorgo di due persone che stavano cercando di borseggiarla. [...]».

 

Di nuovo due contro uno.

«Accade in un minuto. Ci scambiamo appena uno sguardo. Poi tutto inizia: uno si appoggia a una ringhiera.Mi spinge, mi aggredisce».

E lei?

«Gli faccio: "Cerchi guai? Sparisci". Lui, ignaro di quello che stava per accadergli, mi risponde: "Ti spezzo tutte le ossa". Poi mi afferra e salta per darmi una testata».

 

Ci riesce?

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(Sospiro). «Sembrava una scena da film americano. Prima di potermi sfiorare, finisce rovesciato sui tavoli, travolgendone almeno tre».

 

E l' altro?

«Spacca una bottiglia di vetro e corre verso di me brandendola».

Arma da taglio, pericolo di essere ferito.

«Uso con lui una tecnica karate in cui fai cadere l' altro portandolo con te [...]».

 

La sfottevano dandole del Bruce Lee. Ma mi parli dei seminari sul «karate verbale», la sua disciplina letteral-marziale.

«Per anni ho tenuto seminari sull' uso consapevole della parola, sia scritta che verbale. Mi accorgevo gradualmente che tendevo a ricorrere sempre più spesso a metafore prese dalle arti marziali. Alla fine ho elaborato una tecnica dialettica che si ispira a questi principi».

 

 

Facciamo un esempio.

«Un duello televisivo. Dove è meglio non dare forza all' avversario, ma usare la sua energia per metterlo a tappeto»

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E la dialettica karate cosa prescrive?

«Non devi farti prendere. Devi schivare il colpo. E solo se non sei emotivamente coinvolto puoi riuscirci. Se contesti quella frase, sei caduto nella trappola».

 

E chi sono gli «studenti» dei suoi corsi?

«[...] I corsi sono rivolti a giuristi, top manager, aziende».

 

Darebbe lezioni a qualche politico di sinistra?

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(Ride). «Se paga perché no?».