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EDICOLA RIDICOLA - ‘REPUBBLICA’ PERDE 40 MILA COPIE: È SCESO ALLE 183.116 VENDUTE NEL GIUGNO 2017 DALLE 223.356 DI UN ANNO PRIMA. ANCHE IL CORRIERE DELLA SERA HA PERSO TERRENO, MA IN MISURA  INFERIORE, 13 MILA COPIE SU 216 MILA; LA STAMPA 9 MILA SU 133.259. PEGGIO IL GIORNALE, 14 MILA COPIE PERSE IN UN ANNO DA 71 MILA, QUASI IL 20%

Sergio Carli per blitzquotidiano.it

 

Mese dopo mese, il declino delle vendite in edicola dei giornali italiani continua. Gli ultimi dati disponibili sono quelli di giugno 2017.  Solo 3 quotidiani vanno contro tendenza, almeno stando ai numeri pubblicati da Ads. Ads è un istituto controllato da editori e utenti di pubblicità che certifica, da più di 4o anni le copie diffuse e vendute.

GIORNALI 2GIORNALI 2

 

I giornali in positivo sono: Il Giorno, con 42.221 copie vendute in edicola rispetto alle 37.816 di un anno fa; la Gazzetta di Modena, 7.751 copie vs 7.593, la Nuova Ferrara, 6.689 vs 6.603.

 

Tutti gli altri perdono. Si va dalle poche centinaia di copie in meno del Manifesto (8.108 vs 8.484), alle 40 mila di Repubblica. L’ex primo quotidiano d’Italia è sceso alle 183.116 vendute nel giugno 2017 dalle 223.356 di un anno prima. In mezzo tutti gli altri. Anche il Corriere della Sera ha perso terreno, ma in misura assoluta e percentuale inferiore, 13 mila copie su 216 mila; la Stampa 9 mila su 133.259. Peggio il Giornale, 14 mila copie perse in un anno da 71 mila, quasi il 20%. Repubblica sfiora il 18 per cento di calo: i lettori non amano più le posizioni estreme.

 

montanelli cervi la fondazione del giornalemontanelli cervi la fondazione del giornale

Il quadro è desolante, ha notato con dolore un vecchio leone del giornalismo italiano, Giampaolo Pansa. Sono lacrime quelle che ha versato nel suo articolo sul nuovo quotidiano, La Verità. La Verità in giugno ha venduto 21 mila 722 copie, un anno fa non esisteva.

 

Sia chiaro: parliamo delle sole vendite in edicola. Esse sono la conseguenza di centinaia di migliaia di deliberati atti frutto di deliberate scelte da parte dei lettori-compratori. Questo non rileva ai fini della capacità di influenza dei giornali.

 

Il Fatto, con le sue 35.352 copie vendute in giugno (1.300 meno di un anno fa) pesa come se ne vendesse 350 mila. Non significa nemmeno che i giornali, in quanto organizzazioni professionali e industriali di raccolta e distribuzione di notizie e opinioni siano condannati. La tecnologia e il mercato cambieranno le condizioni ma il giornale resterà. Carta? Solo digitale? Come è stato negli ultimi due secoli o sullo schermo di un telefonino?

 

BEPPE GRILLO CONTRO GIORNALI E TVBEPPE GRILLO CONTRO GIORNALI E TV

La notizia è la materia prima del business, il modo in cui viene lavorata, impacchettata e diffusa è evoluto e evolve. Le notizie si sapevano anche all’età della pietra. Le bufale le hanno inventate i romani. Pensate le sconcezze addossate a Nerone.

 

Già una volta, in Italia almeno, li avevano dati per morti, negli anni ’70. Ci vollero una Federazione degli editori guidata da un grande personaggio come Giovanni Giovannini, un Governo lungimirante come quelli a cavallo del 1980, editori che non ce ne è più come Carlo Caracciolo.

 

Vent’anni dopo i giornali sarebbero diventati hot properties che hanno arricchito molti.

Ci sono altri criteri per classificare le vendite dei giornali. C’è chi include la vendita delle copie elettroniche e allarga la classifica alla diffusione complessiva.

fondo montanelli Il Giornale (primo numero)fondo montanelli Il Giornale (primo numero)

La copia comprata in edicola, sfogliata e letta nella sua essenza di carta è però l’unica che fornisce, integrata con la ricerca sulla lettura, Audipress, un metro utile per gli investitori pubblicitari. Nella copie elettroniche il testo si legge perfettamente, le immagini non si vedono, la pubblicità è una macchia.

 

Giugno, da quando si vendono giornali, è un mese buono. Hanno inizio le vacanze, c’è più tempo per leggere. Per questo nel confronto con maggio ecc

Non è un buon segnale che il Fatto sia fermo a quota 35 mila, giugno come maggio, mentre Repubblica e il Corriere della Sera, a sua volta sceso sotto quota 200 mila in maggio, hanno avuto un sussulto rispettivamente di 9 e 7 mila copie. Dovrebbe andar meglio in luglio e agosto. Auguriamo e speriamo.

 

Questo il quadro complessivo dei giornali a diffusione nazionale:

Quotidiani nazionali            Vendite giugno 2017            Vendite giugno 2016            Vendite maggio 2017

Il Corriere della Sera            203.571            216.403            196.438

La Repubblica            183.116            223.356            174.004

La Stampa            124.257            133.259            116.502

Il Giornale            57.312            71.557            56.451

Il Sole 24 Ore            52.823            69.661            73.971

Il Fatto Quotidiano            35.352            36.682            35.009

Italia Oggi            28.126            30.062            28.736

Libero            24.100            31.286            23.186

Avvenire            22.117            20.690            20.504

Il Manifesto            8.108            8.484            8.449

 

Hanno dimezzato le copie, rispetto al 2007, anche i giornali locali. Che comunque hanno retto l’urto della crisi e dell’avvento delle news online meglio dei giornali a diffusione nazionale. Nella tabella che segue li ordiniamo per numero di copie vendute.

 

Quotidiani locali            Vendite giugno 2017            Vendite giugno 2016            Vendite maggio 2017

Il Resto del Carlino            96.734              100.040            92.847

Il Messaggero            90.084              98.237            89.580

La Nazione            70.347              75.863            67.494

Il Gazzettino            46.991            49.829            45.857

Il Secolo XIX            41.732            44.007            41.257

Il Tirreno            40.354            43.420            38.534

L’Unione Sarda            37.113            40.194            36.171

Messaggero Veneto            37.307            39.343            36.494

Il Giorno            42.221            37.816            42.784

Nuova Sardegna            33.075            36.162            31.982

Il Mattino            30.923            35.049            30.968

L’Arena di Verona            23.686            24.879            22.832

L’Eco di Bergamo            22.218            24.436            22.481

La Gazzetta del Sud            20.887            23.763            20.717

Il Giornale di Vicenza            21.893            23.542            20.888

Il Piccolo            20.817            22.692            20.504

La Provincia (Co-Lc-So)            18.443            20.332            18.504

Il Giornale di Brescia            19.454            21.021            19.021

Gazzetta del Mezzogiorno            19.046            20.835            18.694

Libertà            18.084            19.159            17.699

La Gazzetta di Parma            18.190            18.732            17.810

Il Mattino di Padova            18.145            19.375            17.425

La Gazzetta di Mantova            16.782            17.762            16.671

Il Giornale di Sicilia            14.972            17.895            14.714

La Sicilia            15.647            16.965            15.608

La Provincia di Cremona            12.945            13.617            12.857

Il Centro            14.255            12.749            13.295

Il Tempo            15.263            —            14.861

La Provincia Pavese            11.497            12.831            11.597

Alto Adige-Trentino            10.005            12.670            10.160

L’Adige            12.481            12.898            11.839

La Nuova Venezia            8.308            12.454            7.706

La Tribuna di Treviso            10.818            11.479            10.839

Nuovo Quot. di Puglia            10.702            11.393            9.776

Corriere Adriatico            13.808            11.161            13.237

Corriere dell’Umbria            10.158            10.630            9.907

 

Dalla tabella abbiamo tenuto fuori i giornali che ad aprile 2016 risultano aver venduto meno di 10.000 copie. Sono La Gazzetta di Reggio (8.920), La Gazzetta di Modena (7.624), La Nuova Ferrara (6.549), il Quotidiano del Sud (7.040) il Dolomiten (6.914), il Corriere delle Alpi (4.653).

Nell’ultima tabella mettiamo insieme i dati di vendita (sempre in edicola) dei quotidiani sportivi, separando i risultati dell’edizione del lunedì, che – tranne nel caso di Tuttosport – è sempre quella più venduta.

 

Quotidiani sportivi            Vendite giugno 2017            Vendite giugno 2016            Vendite maggio 2017

Gazzetta dello Sport Lunedì            165.262            166.146            176.940

Gazzetta dello Sport            161.378            169.629            149.236

Corriere dello Sport Lunedì            87.211            91.141            112.691

Corriere dello Sport            90.243            95.777            82.795

Tuttosport Lunedì            54.895            57.650            71.885

Tuttosport            56.326            61.796            57.200

 

GIORNALIGIORNALI

Perché insistiamo sulle vendite in edicola e teniamo distinte le copie digitali? Per una serie di ragioni che è opportuno riassumere.

1. I dati di diffusione come quelli di lettura hanno uno scopo ben preciso, quello diinformare gli inserzionisti pubblicitari di quanta gente vede la loro pubblicità. Non sono finalizzate a molcire l’Io dei direttori, che del resto non ne hanno bisogno.

 

2. Le vendite di copie digitali possono valere o no in termini di conto economico, secondo quanto sono fatte pagare. Alcuni dicono che le fanno pagare come quelle in edicola ma se lo fanno è una cosa ingiusta, perché almeno i costi di carta, stampa e distribuzione, che fanno almeno metà del costo di una copia, li dovreste togliere. Infatti il Corriere della Sera fa pagare, per un anno, un pelo meno di 200 euro, rispetto ai 450 euro della copia in edicola; lo stesso fa Repubblica.

lettura quotidianolettura quotidiano

 

3. Ai fini della pubblicità, solo le vendite delle copie su carta offrono la resa per cui gli inserzionisti pagano. Provate a vedere un annuncio sulla copia digitale, dove occupa un quarto dello spazio rispetto a quella di carta.

Il confronto che è stato fatto fra Ads e Audipress da una parte e Auditel dall’altra non sta in piedi. Auditel si riferisce a un prodotto omogeneo: lo spot, il programma. Le copie digitali offrono un prodotto radicalmente diverso ai fini della pubblicità.