È FINITO IL TEMPO DEI CACHET MILIONARI, SOLO CACHET PER L’EMICRANIA - IL DIRETTORE INTRATTENIMENTO (QUALE?), GIANCARLO LEONE, RISPONDE PICCHE A CELENTANO: “NON CI SONO SOLDI PER LO SHOW” - IL MOLLE AGIATO ROSICA: “È UN PINOCCHIO MATRICOLATO” - LEONE RUGGISCE: “IO PINOCCHIO? PREFERISCO GRILLO PARLANTE” - TRA I DUE LITIGANTI, PIER BANANA GODE: IL CONCERTONE ALL’ARENA DI VERONA (CON TUTTO IL CARICO DI SPONSOR) SE LO CUCCA CANALE 5…

Carlo Moretti per "la Stampa"

«Di fronte ad una situazione oggettivamente critica da un punto di vista economico-finanziario ed alla necessità di finanziare un programma non previsto in palinsesto né in piano di produzione, il cui costo anche soltanto produttivo sarebbe stato molto rilevante, è stato comunicato alla signora Claudia Mori l'impossibilità di accogliere la sua proposta e dunque di iniziare l'eventuale negoziazione».

Ieri mattina, intorno alle 10, la Rai ha affidato ad un comunicato aziendale la risposta all'articolo con cui ieri su Repubblica Adriano Celentano ha accusato Viale Mazzini di averlo scaricato dopo la sua offerta della diretta televisiva dei due concerti all'Arena di Verona l'8 e il 9 ottobre prossimi, a 18 anni dal suo ultimo concerto live. Due prime serate conquistate da Mediaset che le manderà in onda su Canale 5 con grande dispiego di mezzi, considerandole due serate-evento, e con sicuro ritorno economico in termini pubblicitari. Basta dire che gli spot durante il festival di Sanremo costano anche 190 mila euro, nella prima ora.

Il direttore Intrattenimento Rai Giancarlo Leone ribadisce che «nessuna trattativa è stata mai affrontata ». Definito per questo da Celentano "un Pinocchio matricolato", ieri Leone ha ribattuto: «Alla qualifica di Pinocchio preferirei quella di Grillo parlante. Discuto solo che Celentano abbia parlato di una decisione ottusa da parte della Rai: a torto o a ragione la Rai, tutta, ha ritenuto di non avere finanziamenti adatti. La rai rivendica il proprio ruolo di editore».

Il nodo centrale della trattativa mancata è dunque il costo dell'impresa. Considerato eccessivo anche se si trattasse di un costo «soltanto produttivo», dice il comunicato Rai. Una conferma indiretta di quanto Celentano ha scritto ieri nel suo articolo su Repubblica, e cioè che nei primi contatti con Giancarlo Leone, pur di avere una diretta sulla Rai, ovvero l'azienda che da sempre ospita le sue performance televisive, lui avrebbe anche rinunciato al pagamento dei diritti.

Ma a quanto potrebbero mai ammontare i costi della sola produzione tv? Chi se ne intende ci spiega che sarebbero intorno ai 400 mila euro per serata, ovvero 800 mila euro per i due concerti all'Arena, considerando nella spesa anche l'affitto della struttura. Poco? Troppo?

A lume di naso gli introiti pubblicitari che si ricaverebbero dalle due serate Celentano, anche ammettendo tre soli blocchi di spot a inizio, metà e fine concerto, potrebbero ampiamente coprire le spese e l'evento garantire ascolti massicci (Celentano nel suo articolo ha vaticinato una media di 8,5 milioni di telespettatori), fondamentali perché i programmi in onda ad ottobre ricadono nel periodo di garanzia, l'osservatorio speciale che fissa le tariffe pubblicitarie dell'anno per la tv.

Dispiaciuto il vicepresidente della Vigilanza, Giorgio Merlo: «È evidente che il servizio pubblico ha perso una ghiotta occasione di spettacolo». Del mancato accordo ieri hanno parlato i consiglieri del Cda Rai: Antonio Verro sottolinea che «l'Azienda dev'essere libera di fare le sue valutazioni senza subire pressioni mediatiche, vizio antico del Clan: cui prodest mettere tutto in piazza?». E ancora: «Celentano a Mediaset? I soldi non hanno odore. Io poi credo che non sia vero che la Rai abbia bisogno di grandi personaggi,
piuttosto è vero il contrario».

 

CELENTANO GIANCARLO LEONE E CLAUDIA MORIantonio verroADRIANO CELENTANO A SANREMO