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CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! – ARTICOLO DI ASSOCIATED MEDIAS PRESS AGENCY SUL GRAVISSIMO INCIDENTE CAPITATO AL FOTOREPORTER FERDINANDO MEZZELANI: “È FINITO SOTTO UN BUS DI ROMA CAPITALE, SULLA STRADA PIÙ ‘TREMEBONDA’ DELLA MEDESIMA. È VIVO PER MIRACOLO’. UN PO’ MENO LA LINGUA ITALIANA” -  DAL SITO DEL “CORRIERE”: “GUIDARE E PARLARE AL CELLULARE (SENZA VIVA-VOCE) COSTERÀ FINO A “1,697” EURO DI MULTA”. MENO D’UN LITRO DI BENZINA...

 

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi” (http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

 

 

associated medias, strada tremebonda

Nella rubrica “Il caffè”, sulla prima pagina del “Corriere della Sera”, Massimo Gramellini parla di Carlo Calenda e osserva: «Il carattere è il nostro destino, diceva Erodoto».

In realtà lo diceva Eraclito, il filosofo, non Erodoto, lo storico: «Ethos anthropoi daimon» (frammento 119 nella raccolta di Hermann Diels e Walther Kranz), che Giovanni Reale, ne “I Presocratici” (Bompiani, 2006), traduce come «il demone per l’uomo è il suo carattere morale».

 

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Tonia Mastrobuoni, corrispondente della “Repubblica” da Berlino: «E non “ha” caso la premier italiana Giorgia Meloni». Semmai a casaccio.

 

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Su Associated Medias press agency, Guido Talarico si occupa del gravissimo incidente capitato al fotoreporter Ferdinando Mezzelani, che a Roma ha subìto l’amputazione della gamba destra in un incidente di moto sulla via Cristoforo Colombo e, prima dell’arrivo dei soccorsi, ha avuto il coraggio di fotografarsi l’arto maciullato: «Ferdinando lo scorso 10 luglio è finito sotto un bus di Roma Capitale, sulla strada più “tremebonda” della medesima. È vivo per miracolo». Un po’ meno la lingua italiana.

 

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Claudia Voltattorni su “L’Economia” nel sito del “Corriere della Sera”: «Guidare e contemporaneamente parlare al cellulare (senza viva-voce) costerà fino a “1,697” euro di multa». Meno d’un litro di benzina.

l'economia, multa da 1,697 euro

 

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Sul “Fatto Quotidiano”, l’ex direttore Antonio Padellaro parla della «cicala di” de La Fontaine”». Per i cognomi francesi fa molta differenza che il “de” sia scritto in minuscolo, come in Jean de La Fontaine, o maiuscolo, come in Charles De Gaulle. Se è minuscolo, indica che quella persona è nobile; se è maiuscolo, indica che il “De” fa parte del cognome.

Ecco perché i francesi colti mai scriverebbero de Vigny, de Musset, o, appunto, de La Fontaine. Il “de” si mette solo quando è accompagnato dal nome: Alfred de Vigny, Alfred de Musset, Jean de La Fontaine. Ma, parlandone senza nome, Vigny, Musset, La Fontaine. Quindi Padellaro avrebbe dovuto riferirsi alla «cicala di” “La Fontaine».

 

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Titolo dal sito della “Stampa”: «Guerra Russia-Ucraina, l’Ue prolunga di 6 mesi le sanzioni “alla Mosca”». Nelle redazioni ormai si gioca a mosca cieca.

 

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Sotto il titolo «La truffa da record di Mr Miliardo grazie alla bolla del Superbonus», Giuliano Foschini racconta sulla “Repubblica” la storia dell’imprenditore Maurizio Matteo De Martino, che con la sua Mama international business (Mib) «più di tutti è stato in grado di fare fruttare il grande sogno dei bonus edilizi».

la repubblica, e non ha caso

La società, spiega Foschini, «nel 2020 presenta bilanci con fatturati di circa 19 milioni di euro». Dopodiché, «la Mama fa probabilmente la migliore performance aziendale nel Paese aumentando il giro d’affari del 91 per cento e passando così a un miliardo e 38 milioni. Com’è stato possibile?».

Semplice: non è stato possibile. Se da 19 milioni il fatturato è salito a 1,38 miliardi, significa che l’incremento – straordinario – è stato del 5363 per cento. Se fosse stato del 91 per cento, il giro d’affari nel 2021 avrebbe dovuto essere di 36,3 milioni di euro.

 

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Didascalia dal “Corriere della Sera”: «Lou de Laâge e Niels Schneider in una scena di “Coup de Chance”, il nuovo film scritto e diretto da Woody Allen. Si tratta del cinquantesimo film diretto dal regista americano, il primo girato in lingua “franceFiorie”». Per una migliore comprensione senza sottotitoli, speriamo anche l’ultimo.

 

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ansa, epicentro sbagliato del terremoto

«La riforma che manca / Ogni giorno in Italia finiscono in carcere tre “persone innocenti senza prove e ragioni”», titola “Il Giornale”. Quindi per essere considerati innocenti bisogna esibire prove e ragioni? No? Allora bisognava scrivere: «Ogni giorno in Italia finiscono in carcere senza prove e ragioni tre persone innocenti».

 

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Titolo dell’Ansa: «Terremoto di magnitudo 4.8 in provincia di Firenze. Alcune scuole chiuse, danni a Tredozio». Una cartina mostra l’epicentro del sisma: San Casciano in Val di Pesa. Ma secondo la mappa dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, diramata alla stessa ora, e come peraltro si evince dal testo della stessa Ansa, l’epicentro è stato a Marradi, al confine con l’Emilia-Romagna, il che spiega i danni segnalati a Tredozio (provincia di Forlì-Cesena). Che dista un centinaio di chilometri da San Casciano in Val di Pesa.

 

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Su “Robinson” l’illustre bizantinista Silvia Ronchey comincia così un dotto articolo: «Nella prima metà del “millequattrocento”, alla vigilia della caduta di Costantinopoli». Cioè dal 1° gennaio al 30 giugno dell’anno 1400? Evidentemente no, perché la raffinata studiosa voleva scrivere «nella prima metà del Quattrocento», cioè del XV secolo.

 

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Sul “Giornale”, in un articolo dedicato agli alieni, Andrea Cuomo si cimenta con lo scioglimento dell’acronimo «Uap, “unenditified aerial phenomenon”» (invece di «unidentified aerial phenomenon»), e capiamo perché sono fenomeni non identificati. Poi aggiunge: «Troppo “verosmili” per essere veri», e qui concordiamo. Suggerendo però al nuovo direttore Alessandro Sallusti di buttare un occhio sulle pagine culturali.

il giornale, innocenti senza prove

 

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Titolo dal sito del “Corriere della Sera”: «Spettatore urla la “frase nazista” “Deutschland Über Alles”. E Zverev lo fa espellere». Credevamo che fosse un verso del poeta August Heinrich Hoffmann von Fallersleben (1798-1874), adattato nella composizione musicale che Franz Joseph Haydn scrisse come inno per Francesco II d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero. La terza strofa di quel testo è tuttora l’inno ufficiale della Repubblica federale di Germania. E, fra l’altro, si scrive “Deutschland über alles”, con due minuscole.