vittorio feltri

“ME NE FREGO DELLE CRITICHE, FUMO PIÙ CHE POSSO E SBEVACCHIO QUALCHE WHISKINO…” - VITTORIO FELTRI SI CONFESSA A DIACO A “IO E TE DI NOTTE”: “LA MORTE DI MIO PADRE QUANDO AVEVO 6 ANNI? SONO STATO FORTUNATO, PERCHÉ ANZICHÉ AVERE DUE GENITORI CHE MI ROMPEVANO LE BALLE, NE AVEVO UNA SOLA. SONO SEMPRE STATO ASSISTITO DA UN SANTO CHE SI CHIAMA SAN CULO - NON RIESCO A CREDERE IN DIO: NON L’HO MAI INCONTRATO. CROZZA? ORMAI SONO IO CHE IMITO LUI” - IL GRIGNOLINO DELLA PACE CON BRERA E LA BATTUTA CHE ISPIRO’ GABER - VIDEO

Estratti dell’intervista di Pierluigi Diaco a Vittorio Feltri da “Io e te di notte” - Raiuno

 

LINK PUNTATA INTEGRALE: https://www.raiplay.it/video/2019/11/io-e-te---di-notte-63218b46-4908-4bf1-9d8b-de4718e0de4e.html

 

pierluigi diaco e vittorio feltri

“DELLE CRITICHE ME NE FREGO”

 

DIACO: COME STAI VITTORIO, CHE PERIODO è DELLA TUA VITA?

 

FELTRI: Un trionfo! Sono diventato vecchio, ho 76 anni, sono ancora vivo, sto abbastanza bene, fumo più che posso, sbevacchio anche qualche whiskino… eppure non demordo! E quindi questo mi sembra degno di una celebrazione!

 

(ndr riferendosi al bassotto Ugo, in studio con Pierluigi Diaco) Ho una curiosità. Ti ho visto con un cagnolino meraviglioso… siccome io amo gli animali, vorrei che tu lo intervistassi un po’.

 

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DIACO: Te lo presento! Si chiama Ugo, è il mio bassotto, e fa parte integrante del cast della trasmissione. Ti piacciono i bassotti, Vittorio?

 

FELTRI: Sì, sì! Mi piacciono i cani, mi piacciono tutti gli animali. E Ugo mi sembra meraviglioso!

 

DIACO: Lo sai che Ugo ha avuto il privilegio di andare ospite a Porta a Porta da Bruno Vespa con tanto di porta che si è aperta… quindi è un cane che è entrato nella terza camera dello stato!

 

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FELTRI: è fantastico! Anch’io sono stato a Porta a Porta, quindi posso essere equiparato a Ugo!

 

DIACO: perfino i tuoi detrattori ti riconoscono una simpatia, una verve, un tasso di provocazione che invita a riflettere e che strappa un sorriso. Ti fa piacere questa attenzione oppure no?

 

FELTRI: Sì, mi fa naturalmente molto piacere. Tra l’altro quelli che parlano male di me non riescono a ferirmi perché io so che non si può piacere a tutti, quindi accetto sia le lodi, quando ci sono, sia le critiche… le ascolto, ma in fondo me ne frego!

 

LA VERITA’ SULLA MORTE DELLA MADRE

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DIACO: (Diaco mostra foto di Vittorio Feltri a 3 anni coi fratelli, Ariel e Mariella) come me hai perso tuo padre a 6 anni, io ne avevo 5 (…). A te la mancanza del padre cosa ha provocato?

 

FELTRI: Guarda, io non amo svelare cosa c’è in fondo al mio animo, per cui quando mi fanno questa domanda rispondo che in fondo sono stato fortunato, perché anziché avere due genitori che mi rompevano le balle, ne avevo una sola.

 

DIACO: (…) l’assenza di tuo padre è stata forte quanto sarebbe stata la sua presenza?

 

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FELTRI: In sincerità ti dico che avrei preferito avere un padre che potesse dare un equilibrio alla famiglia. Purtroppo questo non è avvenuto! Noi tre fratelli ci siamo adattati alla situazione, ma ci dispiaceva vedere sempre nostra madre che doveva lavorare per due per tirare avanti la baracca… questo ci ha fatto un po’ soffrire. Mia madre è morta a 90 anni, e quando è successo io mi sono incaricato di tutte le pratiche burocratiche: il funerale, la bara etc etc. Dopo aver svolto tutte queste attività sono tornato in automobile, ho avviato il motore e non sono riuscito a partire perché mi veniva da piangere (ndr Vittorio Feltri è visibilmente commosso).

 

DIACO: (mostra foto di Feltri a 14 anni) col senno del poi cosa ti senti di dire al ragazzo che sei stato?

 

enzo tortora e vittorio feltri

FELTRI: Caro amico, ti è andata bene!

 

(applausi)

 

“MI SONO ISCRITTO AL PARTITO SOCIALISTA QUANDO ERA EQUIPARATO ALLE BR”

 

DIACO: (mostra foto di feltri durante il servizio militare) che mesi sono stati quelli della leva?

 

FELTRI: Devo dire che all’inizio non avevo nessuna voglia di fare il militare perché avevo cose più interessanti da fare a casa. Ma alla fine mi sono adattato. Lavoravo al ministero, facevo poco, vivevo a Roma, che allora era una città meravigliosa… e quindi quando ho finito il servizio militare e dovevo tornare a Bergamo, non ne avevo voglia. Ricordo quel viaggio di ritorno in macchina che mi struggeva perché volevo rimanere a Roma.

 

un giovane vittorio feltri

DIACO: il senso della disciplina, del dovere, il senso dello stato quando hanno cominciato ad attraversarti? Già negli anni della leva o questi valori li ha scoperti prima o più tardi?

 

FELTRI: Direi prima perché a 17 anni mi iscrissi al partito socialista italiano, che allora era equiparato alle brigate rosse, e quindi sono diventato libertario. Sono diventato insofferente ai luoghi comuni, ai comportamenti usuali etc... Questo spirito un po’ ribellistico mi è rimasto addosso anche adesso che ho l’età del dattero.

 

“SAN CULO E’ STATO IL MIO SANTO PROTETTORE”

 

DIACO: hai pagato un prezzo per il tuo carattere? per questa tua attitudine a dire sempre quello che pensi e a fare qualcosa di diverso rispetto a ciò che di solito fanno i tuoi colleghi?

vittorio feltri

 

FELTRI: No, sono stato fortunato. Sono sempre stato assistito da un santo che si chiama San Culo, quindi non ho subito negatività di nessun tipo, tranne qualche eccezione, qualche momento di difficoltà che ha qualsiasi persona. Tutto sommato le cose sono filate lisce. Mi dispiace di essere arrivato a 76 anni perché capisco che ormai sono all’ultima curva.

 

DIACO: che rapporto hai con ciò che avverrà dopo la tua scomparsa? Ci pensi, non ci pensi, te ne freghi?

 

FELTRI: Ci penso, ma non riesco a credere in Dio perché non l’ho mai conosciuto, non l’ho mai incontrato, non ho mai fatto due chiacchiere con lui. Come faccio a credere a qualcosa che non conosco? Mi è difficile. Sono convinto che dopo la morte ci sia il sonno. Quando ti addormenti tu non ci sei più, dormi tranquillamente, qualche volta sogni, ma non sempre, e quindi immagino che sarà una bella dormita eterna.

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LA PACE CON GIANNI BRERA BEVENDO GRIGNOLINO

 

DIACO: (FA ASCOLTARE SOLO IN  audio UNA vocE) di chi è questa voce?

 

FELTRI: Gianni Brera, il giornalista che ho sempre preferito. Mi ha aiutato nel lavoro. Mi è sempre stato vicino. Un uomo che… insomma, non ce ne sono più di uomini così! Mi dispiace perché quando se ne è andato ho perso un amico, ho perso una persona che stimavo. Però io in cielo non voglio andare… perché neanche vado in aereo figurati se voglio andare in cielo da morto!

 

DIACO: se non sbaglio questo rapporto non è nato sotto una buona stella, ma poi una bottiglia di grignolino vi ha riavvicinato…

 

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FELTRI: (ndr ride) Sì sì, in effetti avevamo litigato per le olimpiadi a Milano. Io pensavo non si potessero fare e infatti non sono state fatte. Dopo una polemica giornalistica, io ho finito un articolo scrivendo che Brera aveva toccato il fondo della bottiglia, e poi non lo vidi per un anno o due. E poi un giorno entrando in un ristorante lo trovai seduto a un tavolo. Io feci finta di non vederlo perché non volevo ricominciare la polemica, ma dopo pochi minuti egli fece recapitare al mio tavolo una bottiglia di Grignolino con un biglietto che diceva: “Caro Feltri, spero che oggi sia tu a toccare il fondo della bottiglia!”. Era un uomo spiritosissimo, simpatico. Poi ci sedemmo allo stesso tavolo e ridiventammo amici. La cosa mi fece un grande piacere. Brera era un narratore incredibile, raccontava tante cose, era un uomo di una profonda cultura. E quando io tornavo al giornale andavo a verificare sulla Treccani se le cose che mi aveva detto fossero state esatte. Lui non mi ha mai raccontato una balla. Era ferratissimo, sapeva tutto, e io l’ho ammirato per la sua cultura incredibile e per la sua facondia… una capacità narrativa straordinaria.

 

(applausi)

vittorio feltri

 

“OGGI SONO IO CHE IMITO CROZZA, NON LUI CHE IMITA ME”

 

DIACO lancia clip il Natale secondo Feltri – Crozza imita Feltri (Che tempo che fa – 2017)

 

DIACO: la pensi così, no?

 

FELTRI: (ndr ride) Non proprio così però mi fa ridere Crozza. Infatti adesso non è Crozza che imita me, ma io che imito Crozza.

 

DIACO: non tutti lo sanno ma tu hai contribuito alla stesura di questa canzone. Te la faccio ascoltare…

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Destra – Sinistra di Giorgio Gaber! Ma è vero che questa canzone è nata da un dialogo condiviso insieme a te in osteria?

 

FELTRI: Devo precisare che la canzone l’ha scritta tutta lui… eravamo a tavola, e mentre lui scherzava con il testo, a un certo punto io, dovendo andare in bagno, ho detto: “Caro Giorgio, io devo andare in bagno, che naturalmente è sempre in fondo a destra!”. Il mio contributo è stato minimo, e poi questa battuta, che non è neanche una gran battuta, è finita nella canzone, per il resto ha fatto tutto lui. Gaber era un genio, una persona di straordinarie capacità. Io gli ho ricordato una verità e lui l’ha messa nella canzone.

 

DIACO DEDICA A FELTRI PORTA ROMANA DI GABER

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DIACO: UN TESTO MERAVIGLIOSO… COSA RAPPRESENTA PER TE QUESTA CANZONE?

 

FELTRI: Il riassunto cantato della mia prima giovinezza, e quindi quando la sento mi commuovo sempre. Gaber è riuscito a fare un riassunto di tanti stati d’animo che io ho provato tutti!

 

DIACO: perché l’irriverenza è un valore e non un difetto?

 

FELTRI: Io penso che sia un difetto, è per quello che me ne vanto!

VITTORIO FELTRI

 

(applausi)