1- MA QUALE SUCCESSO, LA 62° EDIZIONE HA FATTO FLOP: 400 MILA SPETTATORI IN MENO, IL FESTIVAL TIRA SOLO QUANDO C’È-LENTANO E ROSSO PREVISTO PER OLTRE 3,5 MILIONI € 2- OPUS LEI CONVOCA LA COMMISSIONE PER IL COMITATO ETICO CONTRO ADRIANO CIARLATANO, PER CAPIRE SE I SUOI INTERVENTI HANNO VIOLATO IL CONTRATTO CHE AVEVA FIRMATO 3- LA SIPRA HA VENDUTO IL PRODOTTO SANREMO SENZA SFRUTTARE LA FIGURA DEL NONNO DELLA VIA GLUCK, ANZI: PER COLPA DEL PRIMO MONOLOGO, PIÙ LUNGO DEL PREVISTO, DICE DI AVER PERSO 700 MILA EURO (7 MLN ALL’ANNO AL COMUNE DI SANREMO) 4- UN FESTIVAL AUTOREFERENZIALE FATTO DA VECCHI PER PIACERE AI VECCHI: QUEST’ANNO HA PERSO IL 5% DI SHARE SUL TARGET 15-24 ANNI RISPETTO AL “MORANDI UNO” 5- ESSì: SANREMO DISUNISCE L’ITALIA! VETTE DEL 60% DI SHARE IN PUGLIA E BASILICATA, MA IN LOMBARDIA SI FERMA AL 37%, E IL TRENTINO ALTO ADIGE ADDIRITTURA CROLLA AL 28,7% 6- TONY PAGLIUCA, FONDATORE DE LE ORME, A CELENTANO: "IO PAGAI PER ANDARE A SANREMO"

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1- SANREMO, ANCHE CON IL SUCCESSO SI PERDONO SOLDI - ROSSO PREVISTO PER OLTRE 3,5 MILIONI DI EURO. E L'AZIENDA APRE IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE CONTRO CELENTANO
Carlo Tecce per "il Fatto Quotidiano"

Ci sono due bilanci che circolano in Rai nei giorni di veleno fluente che salutano la 62esima edizioni del Festival di Sanremo. Ottimi ascolti: 57,5 per cento di share, 13,3 milioni di telespettatori, numeri che non si vedono da sette anni. Pessimi investimenti: 18 milioni in uscita, 14,450 milioni in entrata, e dunque perdite oltre i 3,5 milioni di euro.

Aspettando i bilanci veri e propri, quelli definitivi e non preventivi, accontentiamoci di un piccolo calcolo che viene esaminato in viale Mazzini con tanta preoccupazione, e una domanda legittima: perché non tornano i conti?

La concessionaria di pubblicità (Sipra) ha venduto spazi per 15 milioni di euro, e s'è visto: le promozioni erano nascoste ovunque, si annunciavano addirittura i nomi degli stilisti e persino l'introduzione mostrava marchi di vario genere. La Rai ha contrastato Adriano Celentano sin dalla prima bozza del contestatissimo contratto, ma non ha sfruttato al massimo il richiamo pubblicitario dell'ex ragazzo di via Gluck. La Sipra ha venduto il prodotto Sanremo senza sfruttare la figura di Celentano, anzi: per colpa del primo monologo, più lungo del previsto, dice di aver perso 700 mila euro.

E dunque i 15 milioni diventano 14.3. Viale Mazzini si lamenta spesso anche col comune di Sanremo per la convenzione milionaria, rinnovata qualche mesi fa per i prossimi tre anni: 7 milioni di euro a edizione, quasi la metà del budget. Quest'anno la Rai ha risparmiato persino sui biglietti omaggio per l'Ariston, incassando 150mila euro al botteghino. Gianni Morandi ha guadagnato meno dei suoi predecessori, comunque una cifra considerevole (600mila euro), esattamente quanto Celentano che devolverà il suo ingaggio in beneficenza.

Le tre vallette di Sanremo insieme superano i soldi spesi per il bellissimo spettacolo di Patty Smith e Brian May nel giovedì dei duetti. Ma la 62esima edizione di Sanremo è ormai finita con le dimissione del direttore artistico Gianmarco Mazzi, dal 1 marzo il comando sarà in mano a Giancarlo Leone, il vicedirettore generale con delega ai programmi d'intrattenimento. Anche se il direttore generale Lei convoca la Commissione per il comitato etico contro Adriano Celentano, per capire se i suoi interventi hanno violato il contratto che aveva firmato.

Prima di mobilitare la struttura disciplinare di viale Mazzini, Lorenza Lei ha chiesto e ricevuto una lettera da Mauro Mazza (direttore di Rai1) e da Rosario Fiorespino (responsabile contratti). Stavolta è successo quel che desiderava il Consiglio di amministrazione (e Mazza riteneva possibile), ma quando l'ex consigliere Rizzo Nervo chiedeva un procedimento sul dg per le sue assunzioni natalizie, l'azienda ha pensato bene di ignorare la pratica. Persino il presidente Paolo Garimberti si oppose a una semplice discussione in Cda. Su Adriano Celentano, invece, tutti d'accordo.

2- UN FESTIVAL CIARLATANO - IL FLOP DELLA 62° EDIZIONE: 400 MILA SPETTATORI IN MENO, SANREMO TIRA SOLO QUANDO C'È-LENTANO
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

Quattrocentomila spettatori in meno. A conti fatti, questo è il bilancio della 62° edizione del Festival di Sanremo, a confronto col «Morandi 1». Nelle sue (infinite) cinque serate, fra prima e seconda parte, l'evento ha totalizzato 11.122.000 spettatori. Risultato sicuramente molto importante (con la finale boom). Ma a quale costo? Segnaliamo almeno tre aspetti. Il Festival è stato evidentemente «cannibalizzato» da Adriano Celentano. Le serate che hanno catalizzato più pubblico sono state la prima (14.378.000 spettatori) e l'ultima (14.456.000).

Qui s'evidenzia la distanza fra ascolto e gradimento: vedere «cosa accade a Sanremo», «cosa dirà Celentano» è diventato rapidamente un «dovere sociale» (testimoniato anche dall'attenzione degli «opinion leader» su Twitter). Il gioco funziona, attrae spettatori, ma resta un dubbio: era Sanremo o il Celentano show? Secondo aspetto: il «Morandi 1» aveva saputo essere molto inter-generazionale.

Certo, lo zoccolo duro era rappresentato dagli ultra 65enni, ma anche i giovani si erano lasciati conquistare (47,4% di share fra i 15-24enni). Il «Morandi 2» - con le sue lungaggini, con la sua scrittura povera, con gli ospiti messi in scaletta a casaccio - ha perso soprattutto i giovani (-5% sul target 15-24enni). Terzo aspetto: si dice che il Festival di Sanremo «unisce l'Italia».

Ma a guardare i dati non pare. L'Italia sembra anzi spaccata. La dimensione di evento da non perdere resta viva solamente nelle regioni del Sud, con le vette del 60% di share in Puglia e Basilicata (effetto Papaleo?). Ma risalendo verso Nord gli share si dimezzano. Così la Lombardia si ferma al 37% di share, e il Trentino Alto Adige addirittura al 28,7%. Non è forse, anche questa, un'occasione persa per il servizio pubblico?

In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel.

 

 

 

 


2- TONY PAGLIUCA, FONDATORE DE LE ORME, A CELENTANO: "IO PAGAI PER ANDARE A SANREMO"
Affaritaliani.it

Dopo la polemica sul cachet di Celentano, una lettera indirizzata al Molleggiato scatena il poleverone. Tony Pagliuca, fondatore de Le Orme, accusa Sanremo di marcire in mezzo a una palude di corruzione e rivela pubblicamente di essere stato costretto a pagare 50 milioni di lire per salire sul palco dell'Ariston anni fa.
Poi, rivolgendosi direttamente ad Adriano Celentano, parla delle sue condizioni precarie e chiede di riportare in televisione un po' di trasparenza...

LA LETTERA INTEGRALE
Caro Adriano, io sono Tony Pagliuca ex componente del le Orme, dal 1° Gennaio mi è stata tolto il Fondo solidarietà dei soci Siae un mensile di 615 euro era il mio unico sostegno economico sicuro e non so come andrò avanti con moglie insegnante precaria e due figli che studiano, mutuo prima casa ecc.

Ma ora non protesto perché mi sento ancora libero e al fianco di tutti coloro che cercano un posto di lavoro onesto e perché ho fiducia nel futuro e confido nell'operato del presidente del consiglio Mario Monti che mi sembra una persona per bene. Ho pagato ancora a malincuore il canone Rai e mi permetto di dirti che se quest'anno vai a Sanremo cerca di rimanere nel tuo campo quello che ti ha dato il successo e cioè il canto, canta le tue belle canzoni partecipando magari anche tu alla gara.

E se invece sentirai il prorompente bisogno di monologare allora raccontala giusta. Racconta che la cultura deve tornare a circolare libera nei suoi spazi e non deve essere mai più in mano alla casta della canzone. Racconta che ciò che si sente in radio e si vede in tv non è il meglio di ciò che la nostra bella Italia produce. Perché gran parte delle programmazioni sono al soldo delle case discografiche e dei grandi management S.p.a.

Racconta che nel nostro paese ci sono tanti giovani talenti che non trovano mai spazio e se lo trovano sono spremuti e gettati come limoni. Racconta, se permetti, che il sottoscritto pur avendo scritto delle pagine di musica rock progressive riconosciute in tutto il mondo, per partecipare in gara a Sanremo con il suo gruppo ha dovuto pagare 50 milioni di lire per Il parrucchiere mentre tanti altri concorrenti privilegiati non solo non hanno pagato niente ma sono stati loro pagati fior di quattrini per la loro prestazione.

Racconta che tanti altri musicisti come il sottoscritto hanno cercato, rinunciando a facili guadagni, di elevarsi all'altezze dei grandi della musica producendo, in proprio, lavori di pregio che non si sentiranno in Rai e non si vedranno in TV a causa dei conduttori corrotti e se le loro opere non saranno conosciute non potranno di conseguenza fare il loro lavoro e cioè i concerti.

E e se condurrai più di una serata: chiedi che Sanremo sia un concorso di giovani che studiano la musica non il cimitero degli elefanti. Chiedi infine di bonificare l'ambiente dagli spacciatori di droga, dai giornalisti corrotti, dai manager evasori e infine la mia preghiera non duettare con Madonna (il solo nome dovrebbe farti allontanare) e chiedi per Sanremo la benedizione di Benedetto XVI il papa ama la musica, l'Italia e vuole bene a tutti gli artisti.
Antonio (Tony Pagliuca) ...

 

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