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"SEMBRA CHE NELLA MUSICA LE DONNE POSSANO ESSERE SOLO GROUPIE O INTERPRETI. MA DOVE SONO LE CANTAUTRICI?" - FRANCAMENTE, AL SECOLO FRANCESCA SIANO, CONCORRENTE LESBICA DI “X FACTOR”, SI LAGNA PER L’ASSENZA DI QUOTE ROSA NEL PROGRAMMA CITANDO MICHELA MURGIA: "IL TELEVOTO È DEMOCRATICO. MA SE TRA CHI SI PUÒ VOTARE CI SONO POCHE DONNE, IL RESTO VA DA SÈ. È UNA SCONFITTA NON ESSERE PARTITI CON METÀ RAGAZZI E METÀ RAGAZZE" (MAGARI TUTTE 'STE "FENOMENE" NON CI SONO) - VIDEO

 

Carmine Saviano per repubblica.it - Estratti

 

 

Se X Factor contemplasse un premio della critica, con ogni probabilità la vincitrice sarebbe Francamente, 28 anni, cantautrice.

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La sentiamo mentre è in macchina verso la sua Torino. «Un po’ di tempo a casa e, prima di andare a Palermo dalla mia ragazza, raggiungo gli altri concorrenti a Napoli», dove il talent di Sky chiuderà domani con la finale in piazza Plebiscito.

 

Su quel palco Francamente non ci sarà. A sfidare i tre concorrenti della squadra di Achille Lauro (Les Votives, Lorenzo Salvetti e i Patagarri) c’è Mimì, team Manuel Agnelli.

 

Prima di essere eliminata, al ballottaggio con Mimì, ha detto in diretta che non avere due ragazze in finale è un’occasione persa.

«Sapevo che quelle parole avrebbero potuto avere un impatto sul televoto. Ma era più importante dirle».

 

Niente di improvvisato quindi?

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«Il pensiero che ci fosse un problema di quote è sempre stato presente all’interno del loft e condiviso tra noi. Tutti ci chiedevamo perché ci fossero così poche ragazze».

 

Che risposte vi siete dati?

«Ho la mia: il gender gap. Solo che X Factor non è un luogo di lavoro ma un programma televisivo guardato da centinaia di migliaia di persone: meno donne vedo fare una cosa meno penserò di poterla fare».

 

In giuria tre uomini e Paola Iezzi. Stesso problema?

«Esattamente».

 

“Vuol dire che il televoto è patriarcale”, si è letto in giro.

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«Il televoto è democratico. È una questione di quello che siamo portati a votare. Se tra chi è possibile votare ci sono poche donne, il resto va da sé. È una sconfitta non essere partiti con metà ragazzi e metà ragazze»

 

Non vorrà mica le quote rosa a X Factor 

«Cito Michela Murgia: prima di non poter fumare nei luoghi pubblici c’è stato un divieto. Purtroppo noi abbiamo bisogno delle quote rosa. E di rappresentanza. Sembra che nella musica le donne possano essere solo groupie o interpreti e non c’è niente di male a esserlo. Ma dove sono le cantautrici?».

 

Ha ringraziato Jake La Furia, suo giudice, per non aver composto una squadra di soli maschi bianchi. Una frecciatina alle scelte di Lauro?

«Lo stimo, è un simbolo ed è sempre stato gentile. Ma è un fatto che la sua squadra sia composta da maschi bianchi. Però deve aggiungere una cosa a caretteri cubitali».

La grafica è quella che è...

«Non ho nulla contro gli altri ragazzi, nulla. Ripeto: voglio solo creare più consapevolezza».

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Fa parte di un collettivo di cantautrici, Canta fino a dieci, che lavora per farlo. Quando ha messo insieme musica e impegno?

«È stato un processo. Ho sempre suonato e ho sempre studiato filosofia. La svolta è stata Berlino».

 

Perché?

«Mi sono resa conto che io, donna e queer, non ero una cittadina di serie B. E poi lì, anche non volendo, sviluppi una attitudine all’intersezionalità, ti abitui ad accettare la complessità».

 

(…)

Come ha iniziato?

«Violino a otto anni. Un gruppo hard rock durante l’adolescenza. E poi lezioni di canto, a un certo punto anche lirico, mi ero messa in testa di diventare la nuova Madama Butterfly. Ovviamente al conservatorio non sono stata ammessa. In quell’estate ho letto un libro fondamentale».

 

Quale?

« La banalità del male di Hannah Arendt. Ho deciso che avrei fatto anche quello: la politologa».

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Tiene insieme le due cose?

«È il mio modo per stare al mondo. Per dire: faccio la guida a Berlino e nei campi di concentramento e poi di sera suono, per strada o nei locali».

 

Sanremo o un club di Berlino?

«Devo scegliere?».

 

La musicista o la professoressa?

«Entrambe. C’è uno scambio continuo tra questi due linguaggi e anzi spero di aggiungerne altri».

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Qualche anno fa ha postato una foto in cui lei è di fianco a un graffito: “Salvini carogna”.

«Una foto da curriculum, no? La penso in modo molto chiaro: la politica può essere di destra o di sinistra ma non può giocare con la vita delle persone».

Altra foto, quando si è laureata. Nella didascalia si chiede: “Cosa resta?”. Cosa le resterà di X Factor?

«Una scuola formidabile e sono una fan degli spazi dove si apprende».

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(...).