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Maria Volpe per “Liberi tutti - Corriere della Sera”
Incontrare i personaggi famosi nella loro casa, nella loro quotidianità, racconta molto di loro. Gerry Scotti non fa eccezione. È gioviale come in tv, ironico, parla tanto. Gli piacciono le cose semplici, vere, retaggio delle sue origini contadine. Ma ha un forte senso estetico che si respira in ogni stanza. Ha una compagna bella, discreta. Sono una coppia discreta. E il loro amore è nato in modo discreto.
Si sono conosciuti perché i loro figli erano a scuola insieme. Si sono ritrovati dopo un po', entrambi separati. Si sono frequentati e ci hanno messo anni prima di mostrarsi alla luce del sole: viaggi tutti insieme, ma rigorosamente in camere separate negli alberghi. Tanto che i figli, nel frattempo diventati adolescenti, li hanno presi in giro: «Eh quanto ci avete messo!». In un mondo dove i nuovi fidanzati di mamme e papà entrano nelle vite dei figli dopo una settimana, Gerry e Gabriella sono due rarità.
Tornando indietro accorcerebbe i tempi?
«No, rifarei tutto nello stesso modo perché mi sono sentito a posto con la mia coscienza».
Facciamo un passo indietro: nel '92 è diventato papà, a 36 anni (Gerry è del 1956, il 7 agosto ne ha compiuti 62)
«È stata una scelta ponderata, certo non capitata tra capo e collo. Io e la mamma di Edoardo abbiamo frequentato il corso prenatale all'Ospedale Buzzi di Milano. Allora non era una pratica normalissima. L'idea era che io dovessi entrare in sala parto, ma il primario della neonatologia, giunti al momento clou, mi ha detto: "Lei non ha una bella faccia, venga con me nella stanza delle infermiere". Era un professore sui 70 anni , bello, alto, abbronzato. Ha aperto la moka, ha fatto il caffé, mi ha distratto. A un certo punto mi ha detto: "Venga con me". Edoardo era nato. Me l'hanno messo in mano da lavare (e mentre lo racconta si commuove; ndr)».
L'ha raccontato come fosse una fotografia di cui non ha rimosso neppure il minimo dettaglio
«È così. Tanti anni dopo, l’infermiera - Simona si chiama - che mi ha dato in mano Edoardo, è venuta in una mia trasmissione. E mi ha portato un dono. Era un rettangolo impacchettato, un po' pesante. Ho detto: "Cos'è, un maxi gianduiotto?". L'ho aperto e c'era la foto incorniciata con Edoardo neonato,in braccio a me, che indossavo il camice bianco. Di fianco le infermiere e il dottore».
Qual è il ricordo più dolce legato a suo figlio?
«Io e sua mamma ci eravamo separati da poco, un momento delicato nel quale temevo per Edoardo, invece lui è stato bravissimo, più bravo di noi. Aveva 8 anni e siamo partiti per un viaggio in barca a vela noi due, il primo da soli. È stato indimenticabile».
A dispetto della sua indole metodica, lei ha un lato avventuroso, sconosciuto ai più: barca, moto...
«L'esperienza più avventurosa l'ho vissuta nell'88: non sapevo andare in barca a vela, ma l'ho guidata fino all'isola di Porquerolle. Ed è un miracolo se sono ancora vivo. Da allora, più che mai, il mare mi ha conquistato. E poi la moto, la mia adorata Harley-Davidson. Per i miei 60 anni, due estati fa, mi sono regalato un viaggio in moto, con Gabriella, e un'altra coppia di amici, in Usa, sulla Route 66. Un viaggio splendido, in totale libertà».
Libertà, viaggi: lei vive in tv, è uno stakanovista. Riesce a staccare davvero, o senza piccolo schermo sta male? Sinceramente...
«Sono privilegiato sotto tutti i punti di vista, mi manca solo il tempo libero. Mi sono chiesto: che senso ha se un libero professionista, che teoricamente non ha vincoli, non può smettere come vuole e quando vuole? Mi sono dato questa risposta: per gente come me o Carlo Conti o Paolo Bonolis - che hanno fatto dell'esserci quotidiano il proprio modo di essere, come la credenza in salotto - , è faticoso darsi uno stop».
Il suo modo di intendere lo stop, anche se breve, qual è?
«"Sparire", non avere orari, ozio, noia. Gabriella mi dice: "Quando sei in vacanza ti esaurisci". Io rispondo: "No, sono in stand by". Sono un metodico anche in vacanza: mi alzo tra le 7 e le 8, ginnastica, caffè. Alle 13 mangio e guardo La signora in giallo anche se ho rivisto le puntate cento volte e so già come va a finire».
gerry scotti al gioco dei nove
Se vuole «sparire», significa che va fuori dall'Italia?
«Vado in barca nel mio buen retiro in Costa Azzurra. Ho preso casa lì in tempi non sospetti. Ho vicini di casa illustri: Bill Gates, Robert De Niro, Rod Stewart, il principe del Belgio, Bono che butta giù case e le ricostruisce, sembra il re della cementificazione. Ma queste star mi "proteggono": sono tutte molto più famose di me e io sto sereno».
Lei non è nato ricco. Non dica che si era più felici una volta, quando c' erano pochi soldi...
«Mio papà era operaio, rotativista al Corriere della Sera. Faceva il turno di notte e il suo tempo libero lo passava correndo da suo padre in campagna, a Campo Rinaldo nel pavese, a dare il verderame sulle viti. Questo è l'ambiente dove sono nato e cresciuto. Penso che una volta ci fossero neno necessità e il livello di soddisfazione arrivava prima. Ora soffro senza aria condizionata, ma fino a 20 anni fa non soffrivo, abbassavo i finestrini dell' auto. Lo faccio ancora adesso per abitudine e Gabriella mi prende in giro, con 'sto braccio che ciondola dalla portiera...»
È caduto nella trappola della nostalgia...
«No, è che ci sembra tutto più bello solo perché eravamo giovani. Possibile che il pane secco nel caffelatte fosse così buono? Però sono convinto che l'effetto nostalgia non guasti. Non vergogniamoci: se la vivi bene è sana, se la vivi male fa tristezza.
Sorrido se ripenso alle mie domeniche passate in viale Zara, seduto sul marciapiede.
Avevo 16 anni, nel pieno dell'austerity, con i miei amici il gioco era indovinare il colore della prima macchina che passava. Sembravamo trogloditi, e invece no, andavamo al liceo classico. Chissà oggi: io proverei a far fare questo gioco ai ragazzi di oggi....».
Com'è suo figlio Edoardo?
«Fa il produttore televisivo. Ha studiato e lavorato in America e credo lo abbia fatto per affrancarsi da me. Si è staccato dall'ombra del padre. Ha fatto bene. Ora è sereno, è bravo nel suo lavoro».
Lei da sempre è circondato da belle ragazze, vallette, «letterine» ai tempi di «Passaparola». Mai avuto cedimenti?
«Sono fortunato: la mia sessualità e carnalità hanno resistito a tutto. Se non sono finito in galera con le letterine, significa che sono stato proprio bravo. Non so se dipende dalla mia rettitudine morale o se sono percepito come un uomo tutto d' un pezzo. In 35 anni, nessuna ragazza ha fatto la lasciva con me».
Proprio dal mondo dello spettacolo è partito un movimento contro le molestie sulle donne
«È un bene. C'è ancora troppo machismo in giro. Mi è piaciuta molto la frase del Papa che diceva più o meno così: "Maschi non abbiate vergogna a commuovervi, non abbiate paura della tenerezza". Se gli uomini cominciassero ad ammettere le proprie debolezze, vivremmo in un mondo migliore».
Che compagno è lei?
«Gabriella mi dice che sono pedante, io penso di essere solo un po' pesante, in tutti i sensi... Si lamenta perché quando torno a casa dal lavoro sono taciturno. Ma dopo aver registrato diverse puntate non ho voglia di parlare, penso sia comprensibile...Ha ragione quando dice che sono pignolo, metodico e tendo ad imporre ad altri le mie regole. Romantico? Detesto le celebrazioni obbligate, ma per il suo compleanno mi piace organizzare sorprese».
gerry scotti a chi vuol essere milionario
Ha fatto la battuta sulla «pesantezza», riferendosi al suo corpo. Apparentemente lei vive con autoironia il suo aspetto corpulento, ma magari ne soffre
«No, vivo con grande serenità il mio quintale. Ma trascuro il mio corpo meno di quanto si possa credere, specie da una decina di anni. Faccio costantemente ginnastica tre volte la settimana, sono regolare negli orari, detesto mangiare quando capita, mi piace molto il cibo, ma a mezzanotte non apro mai il frigo per attaccarmi al tubo della maionese.
Ceno con amici, sono godurioso e sono convinto che le cose buone facciano meno male delle cose cattive. Se vado a Varzi a mangiare un buon salame e poi vado in una cantina a scegliere un buon vino rosso, sono certo che questo gesto sia un toccasana per il corpo e per l'anima. Penso che faccia meglio del tofu. La qualità della vita è più importante di tutto. Altrimenti potremmo vivere con gli integratori. Analisi alla mano...: 10 chili in più non fanno sempre male».
In fondo alla sala campeggia una splendida poltrona di velluto rosso. E poi tanti dettagli curati, lampade di design, oggetti d' arte
«Questa poltrona la adoro. L'ho fatta ricoprire con il velluto rosso che si usa per le poltroncine del Teatro alla Scala di Milano. Quando i bambini ci salivano con le scarpe o ci venivano a giocare i cani, mi sentivo morire... Gli oggetti li ho scelti tutti io, con cura: volevo fare architettura, ma mi hanno fatto fare legge perché era più facile trovare il posto fisso... Se vuoi farmi felice regalami un libro di architettura. Tra gli oggetti che amo di più c'è il mappamondo. Siamo cresciuti in un mondo bidimensionale, il tridimensionale è venuto dopo. Lo amo perché solo il mappamondo è un oggetto con tutte le dimensioni».
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