DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Giusti per Dagospia
the velvet underground di todd haynes 3
Che vediamo stasera? Intanto, su Apple tv, sembra che sia imperdibile il documentario di Todd Haynes sui Velvet Underground, che si intitola semplicemente “The Velvet Undergound”. Le critiche americane sono esaltanti, è il documentario che loro stessi avrebbero voluto, leggo nelle recensioni. Imperdibile. Personalmente, vi consiglio, ma forse la state già vedendo, la serie di Netflix “Maid” diretta da John Wells con Margareth Qualley, l'hippy drogatona di “C’era una volta a Hollywood”, in versione mamma sconvoltona in fuga da un marito ubriacone e manesco, che non l’ha ancora menata, ma ci stava davvero molto vicino, che non riesce a trovare un lavoro possibile nella solita America miserabile alla Chloe Zhao.
the velvet underground di todd haynes 2
Si porta dietro una bambinetta bionda, Maddie, e naviga tra un disastro e l’altro. Ha una mamma pittrice pazza, Andie McDowell, vera madre dell’attrice, che vive in un camper assieme a un bel tomo che si finge australiano, un padre su cui conto ancora meno, e è alla ricerca disperata di un lavoro. Margaret Qualley, che ci guarda con gli occhioni spalancati per ore, fa un grande lavoro e tiene in piedi tutte le puntate che ho visto.
Produce Margot Robbie. In chiaro in prima serata trovate su Rete 4 alle 21, 25 “Agente 007: Si vive solo due volte” di Lewis Gilbert con Sean Connery, Akiko Wakabayashi e un grande cattivo come Donald Pleasence. Su Cine 34 alle 21 passa un altro episodio di “Lucky Luke” con Terence Hill prima di Don Matteo, “Il treno fantasma”, con Abe Vigoda e il grande Jack Elam, vero caratterista di tanti western stupendi. Iris ripresenta alle 21 “Firewall” di Richard Loncraine con Harrison Ford, Paul Bettany e vIrginia Madsen, Rai Movie alle 21, 10 una buona commedia francese di e con Frank Dubosc, “Tutti in piedi”.
Capolavoro della prima serata il cult immortale di David Cronenbrg “Videodrome” con James Woods e Debbie Harry, Mediaset alle 21, 15. Inutile dire che tutto il cinema horror di qualche intelligenza che verrà dopo gli deve qualcosa, per non parlare di “Blob”, almeno quando lo abbiamo ideato più di trent’anni fa. Cielo alle 21, 20 rispolvera il curiosississimo erotico-sadiano di Aurelio Grimaldi “L’educazione sentimentale di Eugenie” con Sara Sartini e una nudissima Antonella Salvucci.
Il film più stracult della prima serata è la superstravagante commedia politica sulla televisione italiana “Grog” trasmesso da Rai Storia alle 21, 10, opera prima che all’epoca trovammo tutti poco riuscita di Francesco Laudadio, fratello di Felice. Ci sembrò una sub-monicellata, visto che Laudadio era stato davvero assistente di Monicelli. L’idea centrale però è notevole, due evasi, Franco Nero e il mitico Franco Javarone, già uomo-pesce ne “L’isola degli uomini pesce”, sono due evasi che prendono in ostaggio un gruppo di bravi borghesi e trasmettono il tutto in una diretta televisiva di una tv privata.
Il cast è affollatissimo, da Gabriele Ferzetti a Sandra Milo, da Omero Antonutti a Claudio Cassinelli, da Annabella Schiavone a Enzo Scotto Lavina, al tempo vero dirigente Rai. Rubano la scena però Eros Pagni come inviato della TvGold, Fiorenzo Fiorentini come ferito e il duo di presentatori trash Christian De Sica e Donatella Damiani, la maggiorata meravigliosa di “La città delle donne” di Fellini. Ieri terribile e oggi rarità.
Così è la vita. In seconda serata vi segnalo ancora una volta “Showgirls” di Paul Verhoeven con Elizabeth Berkley e Gina Gershon in guerra, Tv8 alle 23, 40, il poliziesco di Peter Hyams “Il presidio” con Sean Connery, protagonista troppo importante per la modestia del suo partner, Mark Harmon, Rete 4 alle 23, 55, “Il ricatto” di Eugenio Mira con Eija Wood e John Cusack su Iris alle 23, 15, “The Women” di Diane English con Annette Benning, Candice Bergen, Meg Ryan, Jada Pinkett Smith su Rai Movie alle 23, remake del celebre film di George Cukor. Molto più interessante su Cine 34 alle 22, 20 “Joe, cercati un posto per morire”Cine 34 alle 22, 20, western italiano, non troppo vagamente ripreso da Il prigioniero della miniera di Henry Hathaway, con qualcosa di americanoide grazie alla presenza di Hugo Fregonese come regista supervisore e produttore, e di Jeffrey Hunter, già con molti problemi di alcool.
La co-regia, però, è del nostro Giuliano Carnimeo che già si fa chiamare Anthony Ascott (per nessun motivo specifico, diceva). Ricorda che diressero realmente in due il film, girato interamente in Italia, con esterni a Manziana, anche se poi, per l’edizione internazionale ha firmato il solo Fregonese. Daniela Giordana, che nel film ha comunque un piccolo ruolo, ricorda che il film, o almeno le sue scene, vennero dirette da Fregonese e non da Carnimeo. Ricordava sobrio il povero Jeffrey Hunter, già Gesù Cristo pochi anni prima in “Il Re dei Re” e morto di ictus poco tempo dopo l’uscita del film.
Stracultissimo anche “Italiano medio”, opera prima di Maccio Capatonda, Cine 34 alle 00, 05, film folle, stravaccato, divertente e di grande impatto sul pubblico di Maccio. Ricordo che lo vidi assieme attorniato da tutti gli alti dirigenti di Medusa che non riuscivano assolutamente a capire l'umorismo del film e di Maccio e avevano puntato gli occhi su di me per capire dalle mie reazioni se funzionava o no. A me piaceva, confesso, ma a mia moglie, seduta accanto a me, faceva orrore. Non potendo dirmelo all’orecchio mi mandò un terribile sms: “non mi ci portare mai più”. Finsi indifferenza.
Oggi è un film assolutamente da recuperare come testimonianza storica di un preciso periodo italiano. All’1 su Rai Movie arriva un thriller dei Vanzina, “Mystére” con la bellissima Carole Bouquet come squillo d’alto bordo per nulla pentita del suo mestiere, Duilio Del Prete,John Steiner e Gabriele Tinti. All’epoca non mi piacque molto, a parte qualche morte bizzarra e il personaggio di Carole Bouquet, oggi lo rivedrei volentieri. Imperdibile, se vi interessa il mondo della moda, il ricchissimo documentario “Valentino.
L’ultimo imperatore” di Matt Tyrnauer su Valentino, la sua carriera e il suo lungo amore e sodalizio con Giancarlo Giammetti, Iris all’1, 15. Per Natalia Aspesi era una grande storia d’amore italiana. Su Rai Tre aprite bene gli occhi che arriva il cinema infinito di Lav Diaz, all’1,45 iniziano infatti i 226 minuti di “The Woman Who Left” del filippino Lav Diaz. Meglio registrare. Ricordo come bel thriller “Out Of Order” di Carl Schenckel con Renée Soutendjk e Gotz George, Rai Movie alle 2, 35. Su Italia 1 arrivano due ottimi avventurosi di Antonio Margheriti, alle 2, 40 “La leggenda del rubino malese” con Christopher Connelly e Lee Van Cleef, seguito da I cacciatori del cobra d’oro”.
Alle 2, 50 su Iris darei un'occhiata a “Per sempre – Forever”, giallo diretto nel 1991 dal brasiliano Walter Hugo Khouri, che aveva visto tempi migliori, ma scritto e prodotto per Mediaset dal grande Augusto Caminito con Ben Gazzara e una massa di bellezze come Eva Grimaldi, Gioia Scola, Corinne Clery, Janet Agren.
La notte si chiude con una comemdia sexy vista e rivista come “Calore in provincia” di Roberto Bianchi Montero con Enzo Monteduro, Rete 4 alle 3, 40, un decamerone che conoscerete a mente, “Beffe, licenze et amori del Decamero proibito” di Giuseppe Vari, Cine 34 alle 3, 55 e con il peplum di Sergio Leone “Il colosso di Rodi” con Rory Calhoun, Rai Movie alle 5. Grande il racconto che faceva Gianfranco Parolini, allora organizzatore alla Cineproduzioni, che andò a dare un’occhiata al set per conto dei produttori del film. “Io stavo lavorando al Conquistatore di Maracaibo. (..) Noi avevamo finito il film e Leone stava ancora girando Il colosso di Rodi a Madrid.
I suoi produttori erano l’Opus Dei. Il capo dell’Opus Dei di quel tempo mi chiamò e mi chiese se noi avevamo finito. Gli risposi di sì. “Questo Colosso di Rodi non arriva mai alla fine! Bisogna parlare con Sergio Leone!”. Così andai a trovarlo negli studi di Madrid e c’era una fila di 15000 comparse. Era quasi ora di pausa e i cestini erano arrivati. Lo trovai che stava girando una scena di duello con Mimmo Palmara e quell’attore francese…. Georges Marchal. (..) Andai da Sergio e gli dissi: “Che cazzo stai facendo?” Esattamente queste parole. “Che cazzo stai facendo?”.
E lui: “Gianfranco, che te ne importa?”. “Noi abbiamo finito il nostro film in cinque settimane, e il vostro? I preti mi hanno chiamato e si sono lamentati. Perché avevi bisogno di 15000 comparse? Non potevi girare questi primi piani a Rocca Callarella. Potevi girarli per la strada, sulla sabbia e poi montarli”. Mi rispose con queste precise parole: “Fatti i fatti tuoi, io voglio rovinare quei preti pidocchiosi!”. Buona notte.
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