DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Giusti per Dagospia
E in chiaro stasera che si vede? Ieri mi sono rivisto su Disney + con grande piacere un kolossal mezzo western e mezzo bellico come “Australia” di Baz Luhrmann con Nicole Kidman e Hugh Jackman. Tipico film da serata autunnale. Ve lo consiglio. Stasera in chiaro mi rivedrei un classico del filmone da divano come “Il gladiatore” di Ridley Scott con Russell Crowe, Joaquin Phoenix, Richard Harris, Connie Nielsen, Oliver Reed, Derek Jacobi, Djimon Hounsou. Nel 2000, quando uscì, rinnovò un po’ il genere e fece il giusto colpo, anche se la prima parte era effettivamente rubacchiata dal celebre “La caduta dell’Impero Romano” di Anthony Mann.
Ma le scene coi gladiatori e con le tigri sono ancora favolose e Russell Crowe si è costruito un personaggio che dura ancora oggi con il suo Maximus. 5 Oscar. Miglior film, miglior attore protagonista, Russell Crowe, costumi, suono e effetti speciali. Musicona di Hans Zimmer che tutti ricordano. Bel copione di John Logan e William Nicholson. Oliver Reed, come Proximo, capo dei gladiatori, dopo tre settimane di riprese durissime, dopo notti di bagordi con gli amici, Derek Jacobi, Richard Harris e David Hemmings, cadde morto per terra. Sbamm!
Piuttosto che rimpiazzarlo, cosa che avrebbe potuto fare secondo le assicurazioni, Ridley Scottg preferirì tenersi il girato con lui e ricostruire le parti mancanti con un body-double e qualche effetto digitale. Un po’ si vede, ma Oliver Reed non si poteva certo sostituire. E’ stata anche ricostruita la seratina alcolica di Oliver Reed in quello che oggi a Malta si chiama "Ollie's Last Pub". Otto pinte di birra, dodici doppi rum, mezza bottiglia di whiskey. In tutto questo, Oliver Reed sfidò a braccio di ferro molti membri della British Royal Navy proveniente dalla HMS Cumberland. E vinse sempre. Totalmente sbronzo, e ormai provatissimo, Oliver Reed cadde in mezzo al pub per non più rialzarsi.
Alle 21 avete un paio di buoni western da vedere, il recente e un po’ triste “Terra di confine -Open Range” di Kevin Costner con Robert Duvall, Kevin Costner, Annette Bening, Michael Gambon, Iris, e il più raro e anticotto “Wichita” diretto da Jacques Tourneur nel 1955 con Joel McCrea, Vera Miles, Lloyd Bridges, Wallace Ford, Peter Graves, Jack Elam, Warner tv alle 21. In realtà è una delle tante rimasticazioni della storia della sfida all’O.K.Corral con Joel McCrea come Wyatt Earp, Peter Graves e John Smith come suoi fratelli. Ma Tourneur è un grande regista. In un piccolo ruolo dovrebbe riconoscersi perfino Sam Peckinpah. Per il resto in prima serata non avete film mai visti o di grande interesse.
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“Grand Hotel Excelsior” di Castellano e Pipolo con Adriano Celentano, Carlo Verdone, Enrico Montesano, Diego Abatantuono, Eleonora Giorgi, Cine 34 alle 21, “Transformers: L’ultimo cavaliere” di Michael Bay con Mark Wahlberg, Laura Haddock, Anthony Hopkins, Stanley Tucci, John Goodman, Canale 20 alle 21, 05. Su Canale 27 alle 21, 10 avete la commedia “Immagina che…” di Karey Kirkpatrick con Eddie Murphy, Thomas Haden Church, Catherine McGoohan, mentre su Cielo alle 21, 15 passa il thriller francese “Tuers – Al di sopra della legge” di François Troukens, Jean-François Hensgens con Olivier Gourmet, Kevin Janssens, Lubna Azabal, Natacha Régnier. Su Rai Storia alle 21, 15 avete il biopic sullo scandalo che nel 1988 sgonfiò la candidatura di Gary Hart alla Casa Bianca, “The Front Runner – Il vizio del potere” di Jason Reitman con Hugh Jackman, J.K. Simmons, Vera Farmiga, Sara Paxton. Su Rai Uno alle 21, 25 avete il film supercattollico con tanto di miracolo “Atto di fede” di Roxann Dawson con Chrissy Metz, Josh Lucas, Marcel Ruiz, Topher Grace, Mike Colter. Ma perché? Segnali del nuovo corso?
In seconda serata la soliuta raffica di repliche e replichette. Ma su Cielo alle 23, 15 vi segnalo l’erotico-esotico “Papaya dei Caraibi” di Joe D'Amato con Melissa Chimenti alias Anna Maria Napolitano, Sirpa Lane, Maurice Poli. La leggenda vuole che Joe D’Amato fosse sbarcato a Santo Domingo per girare questo erotichello e basta, ci prende gusto e gira Papaya, ma anche cinque hard uno dopo l’altro con lo stesso budget. La storia vede la solita coppia borghese annoiato in vacanza che si si scatena quando si fa travolgere dalla furia erotica e apoliticamente attivista (ma sì, è così) di Papaya, Melissa/Papaya/Annj Goren/Anna Maria Napolitano.
Qui è solo soft, ma negli altri hard è giustamente hard. Su Cine 34 alle 23, 15 vedo che passa “Il burbero” di Castellano & Pipolo con Adriano Celentano, la stupenda Debra Feuer, Jean Sorel, Angela Finocchiaro, Mattia Sbragia. Non era male “Rapina a Stoccolma” di Robert Budreau con Ethan Hawke, Noomi Rapace, Mark Strong, Iris alle 23, 50. Piccolo film bizzarro di nessuna statura critica, “Gardener of Eden – Il giustiziere senza legge” di Kevin Connolly con Lukas Haas, Erika Christensen, David Bortolucci, dove un ventenne scappato dal college e tornato a casa dai suoi trova qualcosa da fare come giustiziere della notte a caccia di stupratori, Rete 4 alle 0, 55.
Così così il noir con Al Pacino “The Hangman” di Johnny Martin con Brittany Snow, Karl Urban, Sarah Shahi, Rai 4 alle 2, 40. Film difficile, solo per fan del cinema dei fratelli Coen, “A Serious Man” con Michael Stuhlbarg, Richard Kind, Fred Melamed, Sari Lennick, Rete 4 alle 3, un dotto saggio sul caso e sulle scelte che ti possono cambiare per sempre la vita. Su Cine 34 alle 3, 10 trovate un poliziesco stracult come “I poliziotti di Miami” di Alfonso Brescia con Richard Roundtree, Michael J. Aronin, Harrison Muller, Dawn Baker,
mentre su Rete 4 alle 4, 20 arriva anche l’altrettanto raro “Trappola diabolica” di Bruno Mattei con Brent Huff, Mary Stavin, Richard Harris, Ottaviano Dell'Acqua, Massimo Vanni, Vic Diaz. La notte si risveglia un po’ su Cine 34 alle 4, 30 con “Snack Bar Budapest” di Tinto Brass con Giancarlo Giannini, François Négret, Raffaella Baracchi, Philippe Léotard, Valentine Demy, che a me è sempre piaciuto, grazie alla stupenda Sylvie Orcer, alla Baracchi nel suo unico film, che mostra uno dei primi pubi depilati della storia del cinema italiano. C’è perfino Carlo Monni! Tratto dal romanzo di Marco Lodoli e Silvia Bre. Prodotto da Giovanni Bertolucci e dal mitico Galliano Juso.
Tutto si chiude alle 5 di notte su Rai Movie col vecchio peplum “Io, Semiramide” di Primo Zeglio con Yvonne Furneaux, John Ericson, Renzo Ricci, Calisto Calisti, Gianni Rizzo, Germano Longo, girato con gli avanzi di “Cleopatra”, mentre la reggia di Semiramide, pensa un po’, è girata in un castello alle pendici dei Monti Sabini vicino a Rieti. In un primo tempo Semiramide avrebbe dovuto essere l’esplosiva cubana Chelo Alonso, poi sposata col produttore Aldo Pomilia, e l'eroe, al posto di John Ericson, un altro americano, Tab Hunter. La scelta poi cadde su Yvonne Furneaux, che allora divenne molto popolare grazie a “La dolce vita”.
In un articolo del tempo, si legge che “Primo Zeglio si innamorò di lei vedendola nel film di Fellini. Rincorse la pellicola dalle prime alle seconde e terze visioni, per vedere e rivedere la donna, che ormai lo aveva, conquistato sentimentalmente, ed allorché se la vide davanti in carne ed ossa non seppe far altro che chiamarla Emma: col nome, cioè, del personaggio di La dolce vita. Yvonne Furneaux in realtà, si chiama Scetcherd. E' figlia di un banchiere inglese ma è nata a Roubaix, in Francia, dove la famiglia si trasferì per il lavoro del genitore.
Era ancora una ragazzina quando si iscrisse, con un certo profitto, ad un concorso di danza classica, che però abbandonò per studiare... filologia francese ad Oxford.” (p.z., “La Stampa”). Molti anni dopo Zeglio ci racconta la cosa in maniera del tutto diversa. “Doveva essere la risposta italiana a Cleopatra. Mi hanno detto: non ti preoccupare, ti diamo noi una che è meglio della Taylor e poi ha degli occhi… Era Yvonne Furneaux. Gli occhi erano belli, lei bellissima, ma non riusciva a muoversi senza far ridere anche il gruista più donnaiolo. L’anno dopo girava già con Tanio Boccia”.
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