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Enrico Franceschini per "la Repubblica"
Woody Allen l'aveva scritto e diretto per celebrare gli scrittori e gli artisti del passato: Hemingway, Scott Fitzgerald, Joyce, Picasso. Ma uno degli eroi di Midnight in Paris è stato al gioco più di quanto il regista americano potesse immaginare e ora è tornato a tormentarlo, con l'accusa di avere violato i suoi diritti d'autore.
La società che rappresenta gli eredi di William Faulkner, uno dei personaggi della pellicola, ha infatti citato in giudizio la Sony Pictures, la casa cinematografica che ha prodotto e distribuito il film, per una singola frase tratta da un'opera del premio Nobel per la letteratura. à il momento in cui il protagonista Gil Pender, interpretato dall'attore Owen Wilson, afferma: «Il passato non è morto! A dire il vero, non è nemmeno passato. Sai chi l'ha detto? Faulkner. E aveva ragione. E l'ho anche incontrato, l'altra sera a una cena».
Attraverso i loro avvocati, i discendenti di Faulkner sostengono che Allen e la Sony avrebbero dovuto chiedere l'autorizzazione a usare la frase in questione, e probabilmente avrebbero dovuto pagare per il suo utilizzo nel film. Oltretutto, sottolinea la causa presentata nei giorni scorsi in Mississipi dalla Faulkner Literary Rights, la citazione è sbagliata. La frase esatta, che appare in Requiem per una monaca, un romanzo del 1950, è leggermente diversa: «Il passato non muore mai. E non è neanche passato».
Gli eredi chiedono un cospicuo risarcimento danni, una percentuale dei profitti e il pagamento delle spese legali. La Sony, che ha ricavato da Midnight in Paris 160 milioni di dollari (circa 120 milioni di euro), realizzando uno dei rari successi commerciali da un film di Allen, tuttavia non si scompone: «à una causa frivola», commenta un comunicato. «Un riferimento di poche parole a una singola frase di un libro di Faulkner costituisce certamente equo uso di una citazione», la formula applicata di norma in queste circostanze per permettere di citare un autore senza pagare il copyright.
Quanto a Woody Allen, che con Midnight in Paris ha vinto un Oscar per la migliore sceneggiatura originale, nessun commento da parte sua, almeno per ora, ma non è difficile immaginarlo sorridere per l'ironia della sorte: Faulkner è morto nel 1962, ma riappare cinquant'anni dopo per portare in tribunale il regista, accusandolo di averlo citato inopportunamente. à proprio vero, deve avere pensato il regista, che il passato non muore, e non è nemmeno passato.
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