DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Da “L'Huffington Post”
La polemica si abbatte su Porta a Porta. E questa volta non c'entra il clan dei Casamonica. A far arrabbiare tantissime persone che si sono riversate su twitter per attaccare la trasmissione di Rai Uno è stata la puntata di ieri sera sul caso Charamsa. Il titolo della copertina era di per sé esaustivo: "La lobby gay all'attacco di Papa Francesco".
La trasmissione raccontava il coming out del monsignor Krzysztof Charamsa, officiale della Congregazione per la dottrina della fede e secondo segretario della Commissione teologica internazionale, che si è dichiarato omosessuale e legato ad un compagno, alla vigilia dell'apertura dei lavori del Sinodo sulla Famiglia.
monsignor charamsa con il compagno
"Sono proprio incazzato!", si sfoga Aurelio Mancuso, Presidente Equality. "Stasera Vespa ha aperto Porta a Porta con la schermata che vedete, e poi ha pure aggiunto: "I gay seri sono preoccupati per quello che è successo". Allora voglio sapere dalla Commissione Rai se è tollerabile che milioni di persone debbano sempre essere offese riconducendole a inesistenti lobby gay, se è mai possibile che la nostra vita sia mischiata con le lotte di potere interne alla gerarchie cattoliche, se è sopportabile che mai nessuno possa replicare a questo scempio della verità. Altro che Servizio Pubblico, questo è Servizietto Vaticano!!", scrive Mancuso.
Ma Mancuso non è l'unico a indignarsi. "Non è televisione di servizio pubblico, ma soprattutto non è buona televisione se non rispecchia la società in cui viviamo", commenta su facebook Costantino della Gherardesca. "La propaganda spiccia, mafiosa, avulsa dalla società reale, ha avuto il suo canto del cigno negli anni della TV di Berlusconi. E' arrivato il momento di spazzarla via. Eliminare in modo definitivo queste carcasse balbettanti è un dovere della nuova dirigenza RAI".
Franco Grillini, presidente di Gaynet, attacca: "Nessun contraddittorio da Vespa, ne hanno parlato il direttore dell'Avvenire e l'editorialista provaticano del Corriere Massimo Franco che hanno sparato a palle incatenate contro Charasma".
Ma al di là delle associazioni, anche tantissimi utenti criticano il modo in cui è stato trattato il caso Charamsa: "Canone Rai lo puoi mettere dove vuoi. Ma se vedo una trasmissione che parla di lobby gay vs il papà,quel canone saprei bene io dove metterlo".
Oppure: "Umiliazione lenita dalla consapevolezza che "lobby gay" è sempre più sinonimo di "gente perbene". Vergogna, @BrunoVespa". Infine qualcuno giustamente fa notare: "In Italia,dove non c'è alcuna legge che garantisca pari diritti e doveri ai cittadini LGBT ci sarebbe una #lobbygay?".
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