quelli della notte - arbore

“È STATO COME RIVEDERE LA PRIMA PAGINA DI UN CAPITOLO NUOVO DELLA STORIA DELLA TV” - ALDO GRASSO RIVEDE, 40 ANNI DOPO, LA PRIMA PUNTATA DI “QUELLI DELLA NOTTE” RIPROPOSTA DA “RAI STORIA” E ARTIGLIA: “UN PROGRAMMA EPOCALE PERCHÉ HA CHIUSO ALLA GRANDE UNA FASE STORICA: QUELLA DELLA TV FATTA DA VERI PROFESSIONISTI DEL MONDO DELLO SPETTACOLO (ANCHE SE FINGEVANO DI ESSERE DILETTANTI). DI LÌ A POCO SAREBBE DILAGATA LA TV FATTA DALLA GENTE COMUNE, DAGLI SPETTATORI VOGLIOSI DI ACCEDERE ALLE LUCI DELLA RIBALTA (TALK, REALITY, GRANDE FRATELLO, TALENT)" - VIDEO

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Aldo Grasso per il "Corriere della Sera" - Estratti

 

dago e renzo arbore quelli della notte 3

Rai Storia ha riproposto la prima puntata di «Quelli della notte» di Renzo Arbore e di Ugo Porcelli che andò in onda su Rai2 dal 29 aprile al 14 giugno 1985.

 

Per trentadue serate, il «salotto» televisivo ha ospitato una serie di surreali personaggi: Massimo Catalano («È molto meglio essere giovani, belli, ricchi e in buona salute, piuttosto che essere vecchi, brutti, poveri e malati»), Frate Antonino da Scasazza, ovvero Nino Frassica, con i suoi «nanetti» ovvero aneddoti, le feste e i concorsi paesani («Meglio una gallina oggi che un uovo domani»),

 

arbore quelli della notte

Maurizio Ferrini, rappresentante romagnolo di pedalò dalle inclinazioni filosovietiche («Abbiamo le mani legate»), Simona Marchini, una segretaria che sogna amori appassionanti davanti alle telenovela, la cuginetta Marisa Laurito in attesa del fidanzato Scrapizza, Roberto D’Agostino, lookologo, critico esperto dell’effimero, profeta dell’Insostenibile Leggerezza dell’Essere, Riccardo Pazzaglia, il filosofo partenopeo esperto di brodo primordiale che inizia con un tema oggi improponibile: «È meglio nascere uomo o donna?».

 

È stato come rivedere la prima pagina di un capitolo nuovo della storia della televisione. (...)

 

quelli della notte

«Quelli della notte» è stato un programma epocale perché ha chiuso alla grande una fase storica: quella della tv fatta da veri professionisti del mondo dello spettacolo (anche se fingevano di essere dilettanti). Di lì a poco sarebbe dilagata la tv fatta dalla gente comune, dagli spettatori vogliosi finalmente di accedere alle luci della ribalta (talk show, reality show, Grande Fratello, talent show...), dal quotidiano «pettinato» per il video.

 

Il successo del programma, che ha rappresentato un vero e proprio fenomeno televisivo, è da attribuire in gran parte al suo conduttore, dotato di buon gusto televisivo, che gli ha permesso di attraversare indenne ogni eccesso kitsch, producendo effetti ironici e caricaturali, generando maschere e tormentoni che sono dilagati fuori dei confini catodici per entrare nel linguaggio comune.

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