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Alessandra Mammì per "espresso.repubblica.it"
Non possiamo che congratularci con Baratta presidente, Cda e Biennale tutta per aver appena nominato Remment Koolhaas detto Rem come direttore della prossima Biennale Architettura ( 2014).
Perchè lo sappiamo che Koolhaas è geniale e superstar, il più amato degli architetti difficili, pronto a scatenare tempesta mediatica, a essere citato come autore, urbanista, teorico, saggista e fotografato nei suoi aspetti stilosi e mondani. Uomo che può passare da un rivoluzionario saggio su New York alla moda da lui reinterpretata nel più che decennale rapporto con Miuccia Prada che ha accompagnato la globalizzazione del brand con la progettazione di store in tutto il mondo, passerelle, casa madre della fondazione esperimenti arditi e a molti zeri come il "Trasformer" padiglione rotante a quattro facce che come un cubo magico si trasforma appunto per ospitare o cinema, sfilate, mostre.
Koolhaas figura perfetta persino nel fisico glabro asciutto e ossuto per incarnare il passaggio del secolo ( il XXmo ) verso l'immaterialità e flessibilità del XXImo
Architettto amato e odiato, nel suo ambiente e in entrambi casi oltre la media.
Non aveva quarant'anni quando Portoghesi nel 1980 nella via Novissima lo battezza post moderno ma ci mette pochi mesi ad andare oltre. A celebrare la confusione spontanea, il junk space e l'architettura apocalittica e border line delle megalopoli e loro annessi e connessi. E con lui non regge nessuna etichetta nè post moderno né decostruttivista, nè modernista etc.. Lui rivendica il diritto di rifiutarle tutte. Di essere ogni volta diverso ogni volta inventivo, ogni volta inafferrabile. Come i tempi comandano.
Ma per amare/odiare fino in fondo Rem Koolhaas bisogna sottoporsi a una prova e confrontarsi con un delizioso e meraviglioso film dissacrante come "Rem Koolhaas HouseLife" di Ila Beka e Louise Lemoine. Ovvero come si pulisce e si spolvera una casa firmata da tanto genio? Risponde Guadalupe, domestica nel capolavoro da sussidiario per studenti architettura: la casa Bordeaux 1998. Guardatelo. Il risultato è esilarante. Quasi vale la casa moderna di "Mon oncle" di Tati. Ma a lui come si capisce dagli extra del DVD non è mica piaciuto tanto. ecco il trailer.
Da non perdere
http://www.youtube.com/watch?v=gvu4vHRZX0w
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