DI TUTTO, UN EPO - I DOCUMENTI DELLA GUARDIA CIVIL RIVELANO PER CIPOLLINI UNA DOPING-STRATEGIA METICOLOSA: PRELIEVO DI SANGUE E REINFUSIONE, ANABOLIZZANTI, GONADOTROPINA, POI ANCORA PRELIEVI E TRASFUSIONI E ORMONE DELLA CRESCITA - MA IL “CIP” NON VIENE DALLA MONTAGNA DEL SAPONE: PRIMA DEI GIOCHI OLIMPICI DEL ‘96 I SUOI VALORI EMATICI ERANO FUORI NORMA DA OGNI FISIOLOGIA - NEL 1998 È SI APPOGGIA AL DOTTOR FERRARI, OGGI INIBITO...

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1 - ACCUSE DOPO 10 ANNI IL MITO DI RE CIPOLLINI NELLA POLVERE DEL DOPING
Eugenio Capodacqua per "la Repubblica"

Dopo Lance Armstrong, vincitore di sette Tour, anche il re degli sprint, il popolare "Re Leone", Mario Cipollini, finisce miseramente nell'ennesima clamorosa vicenda di doping legata al ciclismo. Secondo la "Gazzetta dello sport", sarebbe fra i numerosi clienti di Eufemiano Fuentes, il famigerato "dottor sangue", al centro della mega inchiesta spagnola nata nel 2006 e denominata Operacion Puerto, il cui processo si sta celebrando in questi giorni a Madrid.

Sarebbe lui "Maria", o anche "CP", pseudonimi riportati su alcuni documenti sequestrati dalla Guardia Civil e che fanno riferimento a un programma di doping farmacologico ed ematico da far rabbrividire. In particolare per la stagione 2002, quella in cui Cipollini alla bella età di 35 anni colse i successi più prestigiosi: due "classiche" come Milano-Sanremo e Gand-Wevelgem, sei tappe al Giro e il mondiale di Zolder.

Nelle carte un carosello incredibile per quantità e qualità di trattamenti che vanno dall'epo, ormone che aumenta i globuli rossi del sangue e favorisce le prestazioni, agli anabolizzanti; dalla gonadotropina corionica (un ormone femminile che aumenta il testosterone endogeno) ai fattori insulinici come l'Igf1; a trasfusioni trattate opportunamente.

Un'agenda piena di segni: un puntino per indicare il giorno dell'epo; un cerchio con un puntino per la dose sottocutanea; un asterisco per il Gh, l'ormone della crescita; "Hm" per la gonadotropina; un quadratino siglato "Igf" a indicare il fattore insulinico.

E ancora: "E" per il giorno del prelievo della sacca di sangue, "R" per le reinfusioni. Tutto in armonia con le corse. L'anabolizzante durante la preparazione invernale-primaverile per aumentare i carichi di allenamento; i prelievi ematici in tempo utile per recuperare lo stress; gli ormoni non rintracciabili ai test dell'epoca (Gh) e le reinfusioni del sangue «ossigenato» a ridosso delle gare. Come in occasione del mondiale del 13 ottobre 2002, vinto da Cipollini e preceduto dall'infusione di una sacca probabilmente 4 giorni prima.

Ma il "trattamento" continua anche dopo quella stagione. Nel 2003 i documenti della Guardia Civil rivelano per "Maria" una strategia da perfetto dopato: prelievo di sangue e reinfusione 7-8 gennaio; una lunga teoria di trattamenti con anabolizzanti dal 9 al 20 dello stesso mese; il 22 e il 25 è il turno di "Hm" la sigla della gonadotropina; poi ancora prelievi e trasfusioni il 6 febbraio e una sfilza di asterischi a indicare l'assunzione di Gh, l'ormone della crescita.

Prelievi e reinfusioni anche a marzo dove prima della Tirreno- Adriatico ecco comparire la sigla IG; sarebbe nel linguaggio "sanscrito" di Fuentes l'Igf1 un fattore insulinico precursore del Gh. E ancora: anabolizzanti nei giorni della corsa, evidentemente sfuggiti ai controlli. Poi epo e Gh fino alla vigilia del Giro. In quella edizione Cipollini vincerà due tappe. Ma sarà costretto al ritiro per una caduta a San Donà di Piave.

Un paradigma con note ai margini dei pagamenti: l'accordo prevede 35.000 euro all'anno più 1000 euro per ogni tappa vinta al Giro o al Tour, e 5.000 per la Coppa
del mondo.

Ma sui soprannomi e sulla corrispondenza di queste carte con le pratiche doping attribuite a Cipollini, ieri è arrivata la smentita del suo legale, l'avvocato Giuseppe
Napoleone. "Maria" non è Cipollini e neppure "CP". «Già nel 2006 - argomenta l'avvocato - Repubblica fece riferimento a una frequentazione di Fuentes da parte del mio assistito riferendola a "Pavarotti" e sarebbe il terzo soprannome, quando si sa che gli atleti che si rivolgevano a Fuentes ne avevano uno solo».

Tesi debolissima: anche il tedesco Ullrich aveva tre "nickname": Jan, Uno e Figlio di Rudicio. Ma ci sarebbe un numero di fax (oggi secretato) attribuito all'ex corridore a provare il collegamento.

«È un numero telefonico italiano non intestato al mio cliente», spiega l'avvocato che precisa come in quel periodo Cipollini avesse la residenza a Monaco «inconfutabilmente» e come sia disponibile a confrontare il suoi dati personali «con le 99 sacche di sangue ancora non identificate».

Strada molto difficile da percorrere. Tutta la carriera del velocista resta comunque all'ombra dei sospetti. Nel 1996, anno delle Olimpiadi di Atlanta, i suoi valori ematici fuori norma destano preoccupazione perfino nei medici federali: in poche settimane i globuli rossi crescono di oltre un milione di unità. Fuori da ogni fisiologia. Nel 1998 è alla Saeco e si appoggia al famigerato Michele Ferrari, medico all'epoca chiacchieratissimo per le idee sul doping, oggi inibito dallo sport mondiale. E adesso Fuentes.

2 - CHE DELUSIONE MA ROVISTIAMO IN TUTTI GLI SPORT
Daniele Dallera per "la Repubblica"

Il ciclismo non ci fa mai mancare niente. Se si mettono le mani nella sua pattumiera si può star certi che qualcosa di marcio salta sempre fuori. Mai un fiorellino gettato via anzitempo. Solo le spine di Lance Armstrong che feriscono, che fanno male. L'ultimo dolore ce lo regala Mario Cipollini, in arte Re Leone per il quale facevamo il tifo provando brividi di piacere davanti a ogni sua pazza volata.

Scoprirlo ribattezzato come «Maria» nelle carte del dottor Fuentes è stata una profonda delusione. Perché mai frequentare quel ginecologo spagnolo che in vita sua ha preferito trascurare la specializzazione per dedicarsi alla preparazione di campioni in cerca di scorciatoie? Restiamo convinti che Cipollini avrebbe vinto lo stesso, di meno, magari molto di meno, ma il suo talento di velocista non aveva bisogno di intrugli, farmaci, trasfusioni e tabelle di marcia infernali.

E non saremmo qui a inseguire le solite smentite, puntuali queste a ogni sgradevole scoperta. Sarebbe bello scoprire altri nomi, sicuri e consapevoli che in quelle carte, più o mene segrete, di Fuentes si celano altri campioni dalla scorciatoia facile. Del calcio, non solo del ciclismo. Del nuoto, non solo del ciclismo. Del tennis, non solo del ciclismo. Basta guardare altre pattumiere.

 

 

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