"LA SERIE SULLA MORTE DI MEREDITH KERCHER? UN'OPERAZIONE PER FAR SOLDI" - I FAMILIARI DELLA GIOVANE STUDENTESSA INGLESE UCCISA A PERUGIA SI SCAGLIANO CONTRO LA FICTION ("THE TWISTED TALE OF AMANDA KNOX") REALIZZATA DA AMANDA KNOX E CO-PRODOTTA DA MONICA LEWINSKY: "DOBBIAMO ASSISTERE AL TENTATIVO DI MISCHIARE LE CARTE IN TAVOLA. È UN RITRATTO POCO DIGNITOSO E SENSAZIONALIZZATO DEL CASO" - LA SERIE È UN MIX DI STEREOTIPI, MANIPOLAZIONI, APPROSSIMAZIONI ED ERRORI E L’ITALIA VIENE DESCRITTA COME UN PAESE DI BIGOTTI DOVE RELIGIONE E SUPERSTIZIONE SI MESCOLANO... – VIDEO

Estratto dell’articolo di Paola De Carolis per il “Corriere della Sera”

STRISCIONI A PERUGIA CONTRO LA SERIE SULL'OMICIDIO DI MEREDITH KERCHER

«Ancora una volta, dobbiamo assistere al tentativo di mischiare le carte in tavola». La sorella di Meredith Kercher, Stephanie, e i fratelli John e Lyle affidano all’avvocato italiano Francesco Maresca pochi commenti.

La miniserie sull’assassinio della giovane studentessa inglese, realizzata da Amanda Knox e co-prodotta da Monica Lewinsky, è un’operazione «tesa a far soldi» e a «tenere alta l’attenzione». Non sarebbero contrari a un documentario imparziale, invece — come già avvenuto in passato — si trovano di fronte a «un ritratto poco dignitoso e sensazionalizzato del caso».

meredith kercher

«The twisted tale of Amanda Knox», otto puntate in onda sulla piattaforma a pagamento Disney Plus, ha debuttato due giorni fa. Il cast d’eccezione — l’attrice Grace Van Patten, di «Tell me lies» e «Nine perfect strangers», ricopre il ruolo della protagonista – e la fama delle due produttrici hanno catapultato l’esordio sulle prime pagine di diversi giornali, ma tra tanto rumore c’è il vuoto lasciato dalla vera vittima della vicenda:

la ragazza che gli amici e la famiglia chiamavano Mez, con il suo sorriso, il suo entusiasmo per un anno da trascorrere a Perugia, i suoi progetti di diventare giornalista, come il padre, oppure di lavorare per l’Unione europea, l’incontenibile gioia per un futuro tutto da costruire. Sogni che il primo novembre 2007 si sono infranti contro la truce realtà di un’aggressione sessuale e una morte violenta. [...]

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Come già con il documentario del 2016, le due autobiografie, il podcast su crimini irrisolti e sulla gogna mediatica riservata ad alcune donne — tra cui Lewinsky, che negli anni 90 ebbe una relazione con l’allora presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton — Knox racconta la sua storia, con una trama che la vede ingiustamente definita come una ragazza di facili costumi, e dunque colpevole, dai mezzi d’informazione e poi perseguitata da un sistema giudiziario, quello italiano, poco affidabile, che solo a otto anni dai fatti arrivò a cancellare ogni condanna a suo carico.

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«È difficile capire il perché» della continua attività di Knox, aveva confidato Stephanie l’anno scorso a Angela Giuffrida, corrispondente da Roma del Guardian, il giornale per il quale scriveva il padre John. Meredith «sarà sempre ricordata per la sua voglia di vivere». [...]

Stephanie, John e Lyle sono rimasti soli. Oltre alla sorella, hanno perso il padre, nel gennaio 2020, e la madre quattro mesi dopo. Entrambi si sono spenti senza ottenere le risposte che cercavano all’assassinio della figlia, appena 21enne. Chi l’ha uccisa veramente, si era chiesto John con un suo libro sul caso. [...]

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