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Luca De Gennaro per “la Stampa”
Chi avrebbe mai detto che una band italiana potesse essere portabandiera del rock al più grande festival musicale d'America? Perché a giudicare dal cartellone della edizione 2022 del Coachella Valley Music and Arts Festival, su 178 artisti presenti solo cinque possono essere considerate «rock band»: due australiane (King Gizzard And The Lizard Wizard e Amyl & The Sniffers), due inglesi (Idles e Yard Act) e sì, proprio loro, i Måneskin, da Roma, Italia.
Dopo l'annata gloriosa che hanno vissuto in America, con il successo di Beggin', partecipazioni agli show tv più seguiti e concerti su palchi prestigiosi, era logico che venissero chiamati dal festival più importante dell'anno, e c'è da scommettere che il loro sarà tra i concerti più affollati. Cosa devono aspettarsi i Måneskin dal Coachella, e perché è un appuntamento così atteso? Intanto, quello che lo rende speciale è il posto.
La Coachella Valley è nel mezzo di un deserto nella California del Sud, poco lontano da Palm Springs e a circa 200 km da Los Angeles. Un pezzo di deserto trasformato miracolosamente nel paradiso del Golf. Come possa l'erbetta fresca crescere sulla sabbia in un posto dove non piove mai è un mistero tutto americano, fatto sta che la zona è piena di esclusivi «Golf Resort» con le villette che affacciano sui campi di gara. Infatti quello dove si tiene il festival, nel resto dell'anno, è un campo da Polo, il che significa che al Coachella puoi camminare tre giorni in infradito su una distesa di prato verde all'inglese.
Rispetto al fango di Glastonbury è già un bel vantaggio. Le montagne rocciose e le palme che circondano l'Empire Polo Field e la cittadina di Indio (che in realtà è un incrocio di strade con un centro commerciale e un distributore di benzina) sono diventate talmente iconiche da rappresentare il simbolo del festival, infatti i cinque palchi non hanno scenografia, così che palme e rocce appaiano in tutte le foto. Partito nel 1999 come festival di rock alternativo (Beck, Tool e Rage Against The Machine furono i primi headliner) si è poi evoluto nell'appuntamento più modaiolo dell'anno, il festival del selfie, che supermodelle, attori di Hollywood, influencer e fashion blogger sfoggiano su Instagram.
Dal punto di vista musicale dominano le nuove popstar (quest' anno tra gli headliner Harry Styles e Billie Eilish), il rap, e i super dj come Swedish House Mafia e Peggy Gou. Dopo anni di line up trasversali, in cui convivevano le storiche rock band (Red Hot Chili Peppers, AC/DC, Depeche Mode), le leggende come Paul McCartney, Prince e Roger Waters, le first lady della canzone (Madonna, Lady Gaga, Beyoncè), i big del rap (Jay Z, Eminem, Snoop Dogg) e gli idoli di turno dei giovanissimi, ora il programma del Coachella è tutto spostato sui teen ager, destinazione ideale per lo «spring break» degli studenti americani che impazziscono per Doja Cat, Lil Baby e 21 Savage.
I Måneskin, in questo contesto, troveranno terreno fertile e un pubblico perfetto. Coachella è diventato talmente un brand di tendenza che a corollario dei tre giorni del festival vengono organizzate feste esclusive nelle piscine dei grandi alberghi, presentazioni di profumi, linee di abbigliamento griffate Coachella, «capsule collection» degli stilisti più cool, servizi fotografici, tutto lì, nel deserto, solcato da limousine che portano le star direttamente nell'area VIP del festival. Lo spirito hippie che caratterizzava i primi anni ha lasciato spazio all'ostentato universo social.
Tutto costa carissimo, in quei giorni: case in affitto, auto a noleggio, ovviamente le introvabili stanze d'hotel e il trendissimo «glamping», campeggio di lusso con tende iperaccessoriate, elegantissime, con tutti i comfort. I tempi dei sacchi a pelo sono lontani. Coachella è anche un luogo di arte contemporanea. Nella grande area in mezzo ai vari palchi e intorno alla gigantesca ruota panoramica, che è un altro simbolo del festival, sorgono in quei giorni installazioni artistiche d'avanguardia, sculture di luci, e una discoteca all'aperto, The Do Lab, dove si balla a qualsiasi ora innaffiati da deliziose vaporizzazioni di acqua fresca.
Le opere d'arte e le loro luci servono anche, dopo il tramonto, per orientarsi. Non dimentichiamoci che siamo pur sempre in mezzo al deserto, con caldo torrido e senza un filo d'ombra durante il giorno, completamente buio e con escursione termica terrificante quando cala l'oscurità. Ma basta avere nello zainetto una potente crema solare «protezione totale» per il giorno e un giubbottone per la sera ed è tutto bellissimo.
Vale la pena di andarci, una volta nella vita, per vivere una esperienza unica, ma chi resta a casa lo può seguire in diretta su tre canali Youtube dedicati, e per la differenza di fuso orario trovarsi a far colazione la domenica mattina in cucina godendosi i concerti del sabato sera. Da qualche anno c'è chi lo fa per abitudine e ha anche lanciato un hashtag dedicato: #coachellainpigiama.
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