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DAGOREPORT - I REPUBBLICANI ANTI-TRUMP HANNO TROVATO IL LORO ALFIERE: JD VANCE - IL VICEPRESIDENTE…
di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)
renzi in vietnam con il presidente truong tan sang
Esagera un po’ il Renzie che fa il gradasso con Grillo e dice che “con lui è andata 20 a 1”. Nelle foto ufficiali in Vietnam pare Mister Bean che fa il serio (mentre Tan Dung sembra un Simpson giallo veramente, Corriere p 14), ma già da due settimane ha fatto il vuoto. Ha vinto talmente tanto e nettamente che ci è momentaneamente sparito perfino Re Giorgio, mentre al Banana ormai restano il Milan di Pippo Inzaghi e Pupino Toti.
Ok, la frase “Sono finite le rendite di posizione” è un po’ da bulletto. Ma può sempre cominciare a fare sul serio. E se tocca alcuni santuari, come la televisione di Stato, le doppie polizie di Stato, l’inamovibilità di Stato e via ridendo, rischia di aumentare ancora i voti personali.
renzi in vietnam con il premier nguyen tan dung
Intanto la magistratura, dopo aver perquisito Bazoli per Ubi Banca, convoca Gianni Letta per il Mose. Anche questi sono segnali, a proposito di “rendite di posizione” che sono finite.
Se non ci fosse il suo partito, Matteuccio sarebbe già re: “Il voto delle città agita il Pd. Bersani e Letta: ora riflettere”. (Corriere, p. 1). Bravi, riflettete entrambi. “E l’ala sinistra vuole una ‘rigorosa analisi’ dei risultati (p.3). La Stampa titola in prima: “Comuni, resa dei conti nel Pd. Successo elettorale, ma il caso Livorno brucia”. Perugia invece non brucia percheè con le Logge #staisereno.
Euforia grillina (con le solite purghe): “Grillo esulta e scarica Pizzarotti. Armistizio all’interno dei gruppi parlamentari, che valutano il nome di Rodotà per la Consulta” (Repubblica, p. 8).
Attenzione che secondo un sondaggio del Corriere, “un elettore del Movimento su due non vuole alleati” (p. 4). Fanno bene, sarebbero morti.
In casa forzista, come previsto, l’andamento del voto conferma il Banana nelle sue convinzioni: “doppio turno mai” (Corriere, p. 8). Struggenti le parole di Cattaneo, il piccolo Renzi azzurro, che perde la fascia tricolore a Pavia: “Travolto da un’ondata di rabbia, ma Silvio ha ancora fiducia in me” (Repubblica, 11). Sul Messaggero, convinto che ad Arcore non lo leggano, dice invece che la “la crisi di FI lo ha azzoppato” (p. 6).
Come avvertì subito dal primo giorno questo disgraziato sito, non c’era cantiere senza Eminenza Azzurrina, e oggi Repubblica colpisce alla sua maniera: “Mose, spunta Gianni Letta. ‘Era il direttore del traffico. Indicava le ditte da scegliere’. L’ex sottosegretario, intercettato con Mazzacurati, sarà sentito a Venezia. Il manager: Ci chiese di far lavorare Lunardi e altre aziende amiche” (p. 12).
Mentre il Messaggero mascaria Nosferatu: “La testimonianza del manager Baita: “Una società si presentò come accreditata da Ghedini” (p. 9). Il Corriere sottolinea: “Baita: ‘Le proteste di Brunetta perché era escluso” (p. 11).
Spettacolo su Libero: “Soldi anche alle suore per far vincere il Pd. Dalle carte del Mose spuntano 450 mila euro in nero a un convento e altri 450 mila per la Curia. L’obiettivo era il voto dei cattolici per Orsoni, a scapito del rivale Brunetta” (p. 1).
Il Messaggero intervista in prima pagina l’avvocatona Severino Paola, per la quale “Sulla corruzione, le norme ci sono. Adesso serve uno scatto per applicarle”. Segue una lunga memoria difensiva per qualche illustre cliente, pro futuro.
Uno in Cina, l’altro negli States. Renzie e Padoan sanno che siamo uno Stato di necessità. Gode il Corriere dei fondi Usa: “Fidatevi di Roma’, la missione americana di Padoan. Il ministro dell’Economia trova l’interesse della comunità finanziaria e il forte appoggio della Casa Bianca” (p. 13)
“L’Italia ha il primato delle aziende che rientrano”. Lo dice un libro (Corriere, p. 12)
“Il direttore Consob mi chiese: stai parlando con il pm?’ Caso Unipol. Minenna, il funzionario dell’Autorità di Borsa che aveva dubbi sui derivati dell’assicurazione”. Il Corriere tiene vivo il caso con un pezzo di Luigi Ferrarella (p. 18).
MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN
“A casa di Scajola trovati un fucile e due pistole” (Repubblica, p. 15). Da Sciaboletta a Pistolino?
Imperdibile paginazza sul Corriere dell’Expo: “Metodo Milano, anticipiamo la ripresa”. Rocca: l’industria punta sul territorio e la città metropolitana. Ma subito le riforme” (p. 29). Cioè, questi lanciano pure ultimatum.
Lo slanciato presidente del Torino Calcio, e spettabile editore de La7, diffonde il suo morbido verbo sul Sole 24 Ore (p. 28). Come da par suo, non dice nulla di nuovo. Il titolo comunque è questo: “Rcs, piano debole: resto in dissenso’. L’editore: servono più tagli, ho incontrato Elkann e c’è un ottimo dialogo”. SI è già visto per Ciro Immobile, che era a metà con la Gobba ed è finito in Germania come voleva Kaki.
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