DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Luca Dondoni per “la Stampa” - Estratti
«Certo che parlare di "inizio" dopo che mi sono tenuto lontano dalle sale di incisione per cinque lunghi anni i n cui ho pensato a tutto meno a che a un album fa sorridere».
Biagio Antonacci è in vena di confidenze. «Il mio terzo figlio, Carletto, è nato nel 2021, l'olio che sto producendo nella mia azienda agricola a Bertinoro e ho chiamato "Liscio" mi fa lavorare da matti, la famiglia è diventata il mio centro di gravità permanente. Sul trattore ci vado insieme ai contadini, non faccio fare il lavoro pesante agli altri per tirarmela da Fattore che guarda tutto dall'alto della collina, col cappello a tesa larga in testa e i pantaloni bianchi. Negli ultimi tempi però avevo già pubblicato tre canzoni a vario titolo, così mi è venuta voglia di un disco intero e intitolarlo L'inizio mi è sembrato giusto ».
(...)
Io e lei ci conosciamo da 35 anni, siamo nati lo stesso giorno, il 9 novembre, sotto il segno dello Scorpione, posso chiederle, approfittando della confidenza, qual è il rimpianto più forte?
ron luca carboni biagio antonacci
«Mio papà. È venuto a mancare troppo presto e non sono mai riuscito a dirgli "ti voglio bene". Nemmeno quando stava male, malissimo, la sera prima che morisse gli tenevo la mano ma mi chiedevo: se gli dico "ti voglio bene" adesso si preoccupa; sarebbe suonato come l'ultimo saluto. Se ne è andato quella notte e io, quel "ti voglio bene" non gliel'ho mai detto. È un rammarico che mi porterò dentro per sempre».
Altri rimpianti?
«Ho perso tanto tempo nella mia vita, mi sono accontentato: non ho letto, non ho studiato. Potevo imparare una lingua straniera, girare il mondo: credo di essere l'unico cantautore della mia generazione a non aver mai fatto un tour all'estero. Ma ho capito che l'importante è essere nel presente, senza più malinconia e senza ansia nel futuro.
Ecco, la paura che ho è di non vivere abbastanza il momento».
L'inizio è l'unico brano del disco scritto da un altro cantautore, l'amico Giorgio Poi .
biagio antonacci nudo su vanity fair
«È solo la seconda volta in trent'anni di carriera che non scrivo il brano portante di un mio disco; era successo nel 2014 con Le Veterane di Paolo Conte e più tardi con Battiato ma stavolta sentivo il bisogno di affidarmi a un'altra penna ».
Suo figlio Paolo è uno degli autori più forti del momento ma qui non c'è nemmeno un pezzo suo. Perchè?
«Non ho mai conosciuto un autore forte come Paolo e vedo che sta lasciando un segno forte. Abbiamo un rapporto molto bello ma non è mai nata la scintilla dello "scriviamo una canzone insieme". Se me lo dirà lui bene, ma io non glielo chiedo».
I pezzi mostrano un Antonacci concentrato sulla complessità del mondo. Lei è seduto davanti a me, con un quaderno pieno di pagine scritte a mano e centinaia di appunti sparsi. Cosa c'è scritto?
«I pensieri che me li hanno ispirati. Viviamo la complessità ma cerchiamo la semplicità perché abbiamo bisogno di sicurezze, certezze, punti di riferimento, sapere che stiamo facendo la cosa giusta, anche nelle relazioni».
Anita è dedicata ad Anita Garibaldi. Come mai l'ha scelta?
biagio antonacci eros ramazzotti
«Anita è una donna di oggi: madre, lavoratrice, combattente, complice, amante e moglie. Quando l'uomo le permette di essere completa, la donna è un essere superiore. L'universo femminile è extra, per questo l'uomo l'ha sempre temuto. Perchè ha sempre pensato che la donna potesse dominarlo e gestirlo». Nel disco non manca la nuova versione di Sognami in collaborazione con Tananai e Don Joe nata per Sanremo 2023.
Quest'anno un pensierino al festival l'ha fatto?
«Era un momento da fermare anche se io il festival di Sanremo per un po' lo eviterei. Non per sempre, ma per un po'».
Oltre il disco che c'è nel futuro?
«Dopo Sanremo partirò per il tour del disco ma ho pronto uno spettacolo teatrale, quello che avevo bloccato al Carcano per 20 date e la pandemia ha fatto saltare. La sera lo spettacolo e durante il giorno incontri con filosofi e i ragazzi delle scuole per mostrare i miei quadri nel foyer. Un'idea che rimetterò in pista prestissimo. Anzi il titolo dello show sarà: Prima o poi lo farò».
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