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Marco Giusti per Dagospia
Certo, non si fa è fatto mancare niente il marchigiano Igino Straffi, più il Della Valle dell'animazione che il Walt Disney italiano, in questo divertente, costosissimo, ben 40 milioni di dollari!, e supercoatto "Gladiatori di Roma 3D", suo terzo lungometraggio, dopo due gloriosi capitoli delle "Winx", che si appresta a invadere il mondo (anche se per ora sono previste uscite sono in Polonia a gennaio e in Brasile a febbraio...) con il titolo "Not Born To Be Gladiator".
L'inizio nel pieno degli ultimi giorni di Pompei, con tanto di eruzione di lava e lapilli, gli allenamenti dei forzuti sul modello del "Gladiatore" di Ridley Scott, tutta l'ambientazione finale nel Colosseo di Domiziano non ancora finito sotto la sponsorizzazione di Della Valle, la bella Diana, la dea cacciatrice, con la voce e le curve di Belen Rodriguez (speriamo che Fabrizio Corona non faccia uscire il suo video hard in questi giorni, per i bambini sarebbe un colpo...) che rimette in sesto, come Pai Mei in "Kill Bill", il nostro eroe, il gladiatore un po' svogliato e non troppo in forma Timo, doppiato da Luca Argentero.
E, ancora, la bella verginale Lucilla doppiata dalla torbida e parecchio sexy Laura Chiatti (beh, ce piace), una cavalla scorreggiona chiamata Petarda, una strega identica a quella disegnata da Hayao Miyazaki per il "Castello di Howl" che parla come Tina Pica (funziona ancora!), quattro baby gladiatori pestiferi, una serie di battute "moderne" per far ridere anche i non piccolissimi, strane scelte musicali, come quella di far cantare a Timo "Sono un ragazzo fortunato" come un Nanni Moretti qualsiasi.
Non ci sono battute sui "nuovi gladiatori" Osvaldo e De Rossi, ma c'è un ricco gemellaggio tra il film tragato Medusa e il libro Mondadori di Totti, "E mo' ve spiego Roma", visto che escono assieme e si rilanciano il tema di Roma antica e dei gladiatori. Per fortuna non si è fatto a tempo a inserire nulla sul caso Fiorito e sulle feste da antica Roma del geniale De Romanis.
Detto questo, e detto soprattutto che Igino Straffi e sua moglie e braccio destro Joanna Lee sono imprenditori geniali, visto che sono riusciti a compiere il miracolo di produrre cinema d'animazione in Italia da esportare in tutto il mondo con successo, il film dovrebbe piacere ai ragazzini. Il 3D funziona, i personaggi, anche se tagliati con l'accetta, pure, il racconto, scritto dallo stesso Straffi assieme a Michael J. Wilson (già sceneggiatore di "Era glaciale" e "Shark Tale"), fila benissimo dal momento che c'è un bel ritmo e si ride.
Ovvio che non siamo di fronte a un tipo di animazione artistica, che non solo in Italia, ormai, ha forti difficoltà a sopravvivere, o ai livelli di tecnica della Pixar o dell'Aardman Animation. I personaggi si dividono fra donne bone e poppute e maschi muscolosi secondo i modelli dei reality.
Ovvio anche che la storiellina, con l'orfano Timo, cresciuto nella scuola di gladiatori di Chirone, innamorato di sua figlia Lucilla, promessa a Cassio, gladiatore vanesio e antipatico, ma nipote dell'imperatore, sia semplicina, ovvio che i veri gladiatori non hanno nulla a che vedere con questi, ma l'idea è abbastanza nuova e anche se sembra di vedere i gladiatori finti che si fanno fotografare fuori dal Colosseo, il film, come prodotto di massa per un pubblico internazionale non troppo sofisticato, potrebbe dimostrarsi un affare. Straffi conosce il suo pubblico e, di questi tempi, è già molto. In sala dal 18 ottobre.
GLADIATORI DI ROMA LUCA ARGENTERO E LAURA CHIATTI DOPPIANO GLADIATORI DI ROMA GLADIATORI DI ROMA GLADIATORI DI ROMA LUCA ARGENTERO DOPPIA I GLADIATORI DI ROMA GLADIATORI DI ROMA BELEN DOPPIATRICE NE I GLADIATORI DI ROMA
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