DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Massimo Zamboni per “la Lettura - Corriere della Sera”
«Honey, the way you play guitar makes me feel so...». Anche se queste parole tratte dal prologo di Hey Joe di Patti Smith non sono espressamente dedicate a Jimi Hendrix, si adattano perfettamente alle sue mani, alla ferocia del suo assalto alle sei corde. «Il modo in cui suoni la chitarra mi fa sentire così masochista, il modo in cui scendi giù fino in fondo verso il collo e io farei qualunque cosa...».
Un capolavoro, la versione di Hey Joe di Patti Smith, ma non sarebbe esistita senza quella precedente di Hendrix, brano di chiusura del festival di Woodstock e probabile sigillo sulla conclusione di un sogno breve, quello della controcultura giovanile fine anni Sessanta, nata per liberarsi e subitamente reincatenata.
«Hey Joe, dove stai andando con quel fucile tra le mani?»: immediato pensare alla destinazione Vietnam, ma facile intravedere anche gli incubi successivi della nazione americana, nel suo quotidiano armarsi fino ai denti. Hendrix tutto questo contiene, sogno e dissoluzione del sogno in misure inscindibili tra loro, ma allo stesso tempo pare affrancarsi in virtù di una personalità incoercibile. «Se tutti gli hippy si tagliassero i capelli, non me ne fregherebbe nulla», canta in If 6 was 9, «io non copierò nessuno».
Poco più che bambino impegna le giornate addestrandosi su una chitarra con una corda sola, l' unica che poteva permettersi, sul modello delle cigar-box guitar dei poverissimi bluesman del sud, costruite con le scatole da sigari; fino alla prima Supro Ozark regalatagli dal padre, amplificata nella radio valvolare di casa, sulla quale imparerà a suonare indifferentemente con la mano destra e la sinistra, per risolversi definitivamente a liberare il mancinismo naturale che lo renderà celebre.
La sua prodigiosa capacità tecnica si forma come espressione di una individualità infuocata, capace di espandere il suono con la mimica facciale, la fisionomia scavata, la voce roca, i costumi mai visti. Tutto in lui concorre a diventare parte fondamentale del proprio stile.
Maestro nella capacità di governare le distorsioni, il feedback, nel dilatare le frequenze con l' uso dei pedali Wha e Fuzz, il suo rapporto con lo strumento è carnale, sessuato, estremo per come lo fa urlare e stridere, per come lo provoca leccandolo, dandogli fuoco, portando suono e volume all' eccesso. Resta ancora oggi un caso non emulabile, nonostante la scomparsa prematura avvenuta a 28 anni che lo consegna all' Olimpo del rock in compagnia delle altre grandi J del periodo.
Janis Joplin e Jim Morrison, che come lui bruceranno rapidamente il loro mito tra alcol e droghe sull' altare della domanda lanciata dallo stesso Hendrix con il titolo del suo primo album: Are you experienced?
Non è un caso se in un anno come questo dove ovunque si celebrano con grande magnanimità rivoluzioni e ribellioni nel cinquantenario del 1968, in Italia ci siano in contemporanea due pubblicazioni a lui dedicate. Hendrix '68 The Italian experience, di Enzo Gentile e Roberto Crema, dedicato alla calata italiana del «negro che suona la chitarra con i denti», un pugno di giorni nel maggio '68 che incendiarono il pubblico beat di Milano, Roma, Bologna.
Al libro fa eco la mostra Hey Jimi, curata dagli stessi autori per il Palazzo della Triennale di Milano, a partire dal 17 maggio. Curioso anche il libro di Reno Brandoni, illustrato da Chiara di Vivona, La notte in cui inventarono il rock, dove l' autore ripercorre l' infanzia di Hendrix presentandolo ai ragazzini di oggi come modello di tenacia e talento. Esperimento rischioso, per la personalità così incomprimibile dell' artista che porta inevitabilmente a edulcorarne la vicenda personale, obbligandosi a tacere sul prezzo pagato per una così trascinante vitalità musicale. Il prezzo dell' Experience.
jimi hendrix al titanjimi hendrix al piperhendrix 68jimi hendrix a romahendrix a panhandle parkfoto di jimi hendrix di guido harariil tenente privato james hendrix suona la chitarra a fort campbell in kentucky 1962JIMI HENDRIX 3JIMI HENDRIXhendrix a heathrow 1967jimi hendrix al brancaccio di romahendrix e il manager eric barrett londra 1970JANIE HENDRIXjimi hendrix al piper 1jimi hendrix
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