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Margaret Corvid per “Cosmopolitan”
A 17 anni Alissa Afonina era una tranquilla e diligente studentessa, ma un incidente stradale le cambiò per sempre la vita. Cominciò ad essere spossata, ansiosa e soffrire di depressione. Aveva riportato quattro lesioni al lobo frontale del cervello, centro del nostro controllo emotivo, e tali lesioni hanno provocato un cambiamento nel comportamento sessuale, annoverato fra i possibili effetti collaterali. Per gestire la nuova personalità, Alissa è diventata una dominatrice professionista con lo pseudonimo di Sasha Mizaree.
sasha diventa dominatrix dopo un incidente stradale
Dopo anni di test e controlli medici, lei e sua madre hanno chiesto il risarcimento danni in tribunale e, nel 2014, un giudice ha riconosciuto l’indennità e ha fatto sborsare al negligente guidatore dell’auto che ha provocato l’incidente una somma pari a un milione e mezzo di dollari canadesi. Molti giornali l’hanno accusata di essere una ninfomane che ha approfittato della situazione e ora, per la prima volta, difende la sua posizione in un’intervista.
sasha da studentessa a umiliatrice professionista
Dopo l’incidente, quando ha capito che qualcosa era cambiato?
«Mi sentivo diversa, molto confusa. I medici dicevano che era normale, mia madre notava che mi arrabbiavo facilmente. Ero depressa, divorata dall’ansia, totalmente anti-sociale. L’opposto della persona che ero prima dell’incidente».
Prima dell’incidente era interessata al sadomaso?
sasha da studentessa a dominatrice
«No, non lo praticavo e non ne sapevo nulla. Mi vestivo un po’ gotica ma non avevo fatto molto sesso al liceo e non ero una che frequentava i ragazzi. Dopo l’incidente, il mio interesse nel sesso e nella sessualità aumentò. Ero ossessionata dal mio nuovo fidanzato, avevo bisogno di toccarlo, ero dipendente dal sesso, non esisteva nient’altro. Se non avevo un partner da cui farmi ossessionare, mi sentivo vuota. Tutto era noioso tranne flirtare con gli uomini. Se non provi piacere nel fare le cose, hai la sensazione di essere morta dentro. Non appena instauravo un rapporto (è un eufemismo generoso per definire le mie relazioni con gli uomini), ero incapace di trasformarlo in uno scambio d’amore. Eppure, nel profondo nel cuore, non voglio sesso occasionale, voglio essere amata. Invece sono finita in mezzo a rapporti violenti e non riuscivo a mollarli. Pensavo che senza gli uomini, la mia vita sarebbe stata orribile».
Faceva molto sesso ma era un inferno?
«E’ una sensazione di estrema solitudine. La gente pensa che la dipendenza dal sesso sia piacevole e non capisce che sei divorata dalla sensazione di vuoto».
In che altro modo le lesioni hanno influito sulla sua vita?
«I livelli di ansia erano altissimi e ho dovuto lasciare la scuola. Avevo problemi a concentrarmi, a memorizzare, ero incapace di ascoltare e contemporaneamente prendere appunti. Ero così stressata che mi cascavano i capelli».
Quando ha deciso di diventare una dominatrice?
«Dopo l’incidente cominciai a fare un po’ di spogliarelli e un po’ di “web-camming”. Volevo laurearmi in psicologia ma continuavo a non riuscire a seguire le lezioni e avevo bisogno di soldi per pagarmi le tasse scolastiche. Restavo una persona ambiziosa, vogliosa di avere successo in qualcosa, allora pensai che avrei potuto fare la dominatrice. Mi piaceva l’idea di avere la situazione sotto controllo e di non dover per forza fare sesso. Il sadomaso era un concetto astratto per me, non ne sapevo nulla. Mi iscrissi al sito di incontri BSDM “CollarMe” e conobbi un ragazzo che mi insegnò le prime regole, mi fece vedere alcuni video e capii che non era poi così difficile. Le sedute non sembravano così complicate e io volevo disperatamente fare qualcosa della mia vita, qualsiasi cosa. In quel periodo mi stavo trasferendo in un altro appartamento e colsi l’occasione per creare un “dungeon” nella mia nuova abitazione. Ideai il mio sito sito on line. Ero una novellina ma mi mostravo come una professionista. Coi primi soldi guadagnati, mi comprai l’attrezzatura necessaria».
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Perché ha voluto un processo?
«Il processo in realtà iniziò subito dopo l’incidente. Mi fecero una marea di esami e mi sconvolge il fatto che i mass media minimizzino la mia disabilità, quando ci sono così tante prove a dimostrarla. E’ stato strano, per anni la mia privacy non è esistita. Hanno usato come prove i miei messaggi privati, le chat, il mio “Twitter”, tutto ciò che mi riguardava prima e dopo l’incidente. L’accusa mi sorvegliava. Se un giorno scrivevo su “Facebook” che stavo bene, in aula mi si contestava la depressione. Oppure dicevano che non ero affatto una brava ragazza perché a 15 anni avevo postato una barzelletta a sfondo sessuale. Era ridicolo».
Molti hanno contestato la sua scelta di diventare una dominatrice.
«Il fatto che io sia una dominatrice è la prova che la mia personalità sia cambiata. La vecchia me non si sarebbe mai trovata a proprio agio in un lavoro simile. E comunque credo che nessuno possa dare connotazioni negative al lavoro altrui, non sono chiamati a giudicare questo. La somma decisa dal giudice per il risarcimento sorprese anche me. Purtroppo, subito dopo, tutti mi tacciarono di essere una prostituta diventata ricca. Ero su tutti i giornali. Non accettano che io sia una persona lesa che ha comunque trovato il suo modo per superare al meglio la situazione. Che vadano a quel paese».
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Continuerà a lavorare col sesso?
«Continuerò a produrre video perché ormai ho una “fan base”. Non sono pronta a smettere ma la cosa grandiosa è che ora ho la possibilità di scegliere».
Come sono i suoi video?
«La gente paga per vederli e io nemmeno mi spoglio nuda. La mia specialità è umiliare, ecco perché mi hanno soprannominato “Goddess” (Divina) invece di “Mistress” (Padrona). Umilio verbalmente e non mi spoglio per punizione, non meritano di vedere le mie curve».
Cosa ne pensa sua madre?
«E’ preoccupata per la mia salute ma preferisce che io faccia video piuttosto che mi spogli
in un club. I soldi che ho incassato dalla causa li userò per curarmi in futuro. Quando hai lesioni al cervello, la situazione non è mai stabile».
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