DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Giorgio Croce Nanni per Dagospia
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Difficile descrivere la bellezza, la bravura, l'originalità, la poesia, la grandezza, il talento comico e contemporaneamente drammatico che sprigionano Jim Carrey e Gondry in questo capolavoro assoluto che è Kidding.
Il duo già responsabile di quella piccola magia cinematografica che fu “Se mi lasci ti cancello” (ogni volta che si scrive questo titolo in italiano sanguinano le dita, visto che in inglese lo stesso titolo era magico: “Eternal Sunshine of the spotless mind”) è tornato insieme più in forma che mai regalando puntata dopo puntata una serie di tasselli che messi insieme formano un capolavoro che lascia sbalorditi.
Jef Piccirillo, star del piccolo schermo per l’infanzia, non ha mai superato davvero la morte di uno dei suoi due figli, avvenuta in un incidente stradale anni prima.
La separazione dalla moglie, l’incomunicabilità con il figlio sopravvissuto, la difficile relazione col padre e con la sorella con cui condivide lavoro e paranoie, rendono Jef sempre più disancorato dalla realtà, e si aggrappa disperatamente al suo mondo fantastico fatto di cartapesta e illusioni, che lentamente si mischia al mondo reale creando delle situazioni sempre più catastrofiche per la sua vita e per quella dei personaggi che lo circondano.
Un viaggio in cui la fantasia multicolore è il rifugio dalla realtà monocromatica e in cui l’ossessivo irrigidimento del protagonista verso ciò che moralmente sia giusto o sbagliato provoca una lenta ma inesorabile esplosione dei suoi istinti più primordiali.
La scenografia, le trovate visive, la disperazione e l'ironia... È talmente assoluto che non si riesce ad avere una visione obiettiva. Ogni volta che pensi di stare guardando dal giusto punto di vista, ti accorgi che ce n'è un altro che non avevi preso in considerazione. Ogni volta che pensi sia il momento di ridere, ti accorgi che sotto quella risata ci sono dolore e sconforto, e viceversa. Toglie e dà speranze, dona linfa vitale mentre parla di morte, esalta la forza della famiglia mentre ne racconta la distruzione.
Lo sguardo di Jim Carrey racchiude tutto questo, in un ruolo perfetto per lui. Jim Carrey non interpreta Jef Piccirillo, Jim Carrey E’ Jef e come lui fa fatica a distinguere il sogno dalla realtà, noi facciamo fatica a distinguere lui dal personaggio che recita.
L’ultima menzione, ma solo per ordine casuale, è per la regia e l’impronta di Gondry: la narrazione che passa per la sua lente è magica, tutto sembra così semplice un attimo prima e dannatamente complicato un attimo dopo (l’oramai famoso piano sequenza della puntata 3 è così incredibile che il video del backstage è diventato già virale in rete LINK VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=w_YeNw0N8aE), ma la tecnica non sovrasta mai la narrazione, le due cose si fondono insieme in un miracolo produttivo raro da trovare al giorno d’oggi. E siamo solo a metà dell'opera.
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