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Marco Menduni per "Specchio – La Stampa"
La recitazione è il trait d'union delle due vite di Claudia Koll. Oggi insegna recitazione, appunto. È docente di comunicazione, interpretazione, conoscenza di sé, educazione della voce: «Ho mantenuto tre corsi - racconta - e negli anni centinaia di persone si sono rivolte alla Star Rose Academy, molte hanno trovato lavoro e adesso mi ringraziano».
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Due vite ha avuto anche quell'esperienza. Fondata dalle suore Orsoline nel 2008, dedicata ai giovani talentuosi. Una scuola da cui è uscita anche suor Cristina Scuccia, la religiosa che ha partecipato a "The voice of Italy". Poi lo stop del 2016. Oggi la ripartenza, incentrata sulla figura della Koll. Corsi multidisciplinari, sportivi e soprattutto artistici.
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Non c'è solo questo, nella vita di Claudia. Scrive libri, commenti ai Vangeli. Si adopera nelle missioni in Africa («hanno detto che sono una suora laica, io mi sento di dire che sono una missionaria»); nella preparazione delle colazioni al Colomba Express di Roma, un servizio per le persone disagiate e senza tetto.
Ancora, l'impegno quotidiano con l'associazione "Le Opere del Padre", che offre docce e lavanderia per chi vive per strada o in case (tuguri, meglio) senza la luce elettrica. Vita impegnatissima, «mi tengo un solo giorno libero alla settimana, la domenica».
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La storia della sua conversione è conosciuta. L'inizio come diva erotica, nel "Così fan tutte" di Tinto Brass. L'approdo a ruoli più rassicuranti, le fiction televisive, il Festival di Sanremo del 1995. La rivoluzione interiore che la porta a divenire una fervente cattolica «e a dedicare la mia vita all'altro».
Come guarda oggi a quel passato, Claudia? Nelle sue parole non c'è mai stato ripudio. Allora con tenerezza, con autoindulgenza? «Come un percorso attraverso il quale sono cresciuta in consapevolezza. Al liceo avevo tante curiosità, avevo 9 in filosofia: ho sbagliato le risposte. Tante cose le avrei evitate volentieri. Avrei preferito essere più forte e risparmiarmele».
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La domanda è conseguente: senza la Claudia di allora, sarebbe emersa quella di oggi? «So una cosa: non mi piango addosso, penso al domani e non al passato, l'esperienza la metto al servizio di Dio e del prossimo». Claudia scrive. C'è un primo libro, s'intitola "Non di solo pane vive l'uomo". Ce n'è un altro che si chiama "Venite in disparte e riposatevi un poco".
«Non so quanto abbiano venduto - spiega Claudia - non sto a contare le copie. Ma mi hanno detto che sono andati molto bene, entrambi. C'è una grande richiesta di queste tematiche, da parte dei lettori». È un ciclo, una trilogia. «Sì alla fine saranno tre. Sono commenti ai vangeli scritti insieme a padre Giovanni Boer. Un sacerdote, un teologo che ha studiato a Gerusalemme, un'enciclopedia vivente: qualunque cosa gli si chieda, la sa».
Volume uscito in epoca di emergenza Covid, che sposta anche la lettura sul contagio, le paure, le vittime. «Il messaggio è proprio questo: venite in disparte e riposatevi un po'. È epoca di riflessione, tutti ci facciamo delle domande. La risposta è: far risuonare la parola di Dio dentro di noi».
Perché, dice Claudia Koll, la tragedia non è solo la morte. Ma anche e soprattutto le domande di chi resta: «Come verranno elaborati questi lutti? Tante persone sono state portate via di casa e poi i familiari hanno saputo che erano mancate. Uno strappo, una lacerazione, le migliaia di morti corrispondono ad altrettante famiglie».
Ancora: «Mi ha scritto una email una benefattrice. Ho capito che questo è un tempo in cui si sviluppa anche la rabbia, emozioni contrastanti. E allora non è sdolcinato, ma potente il commento alla parola di Dio oggi. Poi ci sono gli ultimi della società, che con il Covid sono più disperati di prima. Con i bar chiusi, non riuscivano nemmeno a usare un bagno. Arrivavano da ogni parte di Roma per una doccia o per la lavanderia. Molti vivevano di lavori precari che sono evaporati».
Conclude Claudia Koll: «Io rilascio interviste non per me, ma perché conosco il sistema e so che è il modo di far arrivare questo messaggio: se qualcuno è in difficoltà, possiamo aiutarlo, qui, alle "Opere del padre"».
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