1. L’AEREO MALESE SCOMPARSO È STATO DIROTTATO E PORTATO IN UNA LOCALITÀ SEGRETA? 2. QUESTA È LA TEORIA-SHOCK SU CUI STANNO LAVORANDO GLI ESPERTI DELL’ANTITERRORISMO AMERICANO IN BASE AI DATI DEI MOTORI: L’AEREO HA VOLATO PER ALTRE 4 ORE (3.600 KM) DOPO LO SPEGNIMENTO DEI TRANSPONDER. E POTREBBE ESSERE ARRIVATO OVUNQUE 3. L’AERONAUTICA MALESE SMENTISCE: “ROLLS ROYCE (CHE FABBRICA I MOTORI) NON HA RICEVUTO DATI DIVERSI DA QUELLI GIÀ DIFFUSI”. MA LA SUA CREDIBILITÀ ORMAI È SCARSA 4. MENTRE 10 PAESI E CENTINAIA TRA NAVI E AEREI CERCAVANO NEL GOLFO DEL VIETNAM, L’AERONAUTICA SAPEVA GIÀ CHE L’AEREO AVEVA DEVIATO TOTALMENTE LA ROTTA PREVISTA 5. E ORA ARRIVA ANCHE IL “TRATTAMENTO SCHETTINO” PER IL CO-PILOTA: È DIVENTATO UN SOSPETTO PER AVER FATTO ENTRARE DUE BONAZZE AUSTRALIANE IN CABINA (NEL 2011!)


1. ANTITERRORISMO USA: BOEING MALAYSIA DIROTTATO E IN LOCALITÀ SEGRETA?
(TMNews) - Dirottato e nascosto in una località segreta per poi essere "utilizzato in un secondo momento per un altro obbiettivo". Gli esperti dell'antiterrorismo americano che stanno indagando sul caso del volo della Malaysia airlines scomparso da 6 giorni non escludono questa ipotesi.

Secondo quanto scrive il "Wall Street Journal" l'antiterrorismo Usa sta valutando questa ipotesi anche a partire dai dati di volo scaricati in automatico dai motori dell'aereo. In sostanza l'aereo avrebbe volato ancora diverse centinaia di miglia dopo la scomparsa dai radar circa 40 minuti dopo il decollo dal Kuala Lumpur International Airport. L'aereo quindi potrebbe aver raggiunto diverse località, dall'India alle coste nordoccidentali dell'Australia (un'area quindi praticamente illimitata, tale da rendere senza speranza ogni ricerca).

A partire da questi dati, gli esperti americani hanno quindi preso in considerazione l'ipotesi dirottamento. A bordo potrebbero essersi trovati individui armati e un pilota incaricato di portare l'aereo in una località segreta, per poi servirsene in un secondo tempo. Resta poco chiaro, naturalmente, se l'operazione dirottamento sia riuscita o se l'aereo non sia effettivamente caduto o esploso in volo.

Intanto, gli aerei da ricognizione vietnamiti non hanno trovato alcuna traccia di relitti nella zona in cui un satellite cinese aveva segnalato la presenza di "detriti galleggianti". Le autorità cinesi avevano reso noto mercoledì che uno dei propri satelliti aveva localizzato tre grandi oggetti nella zona marittima in cui è scomparso il B777: i tre apparecchi da ricognizione inviati dalle autorità vietnamite tuttavia non ne hanno trovato alcuna traccia.

Le ricerche si svolgono su una superficie di 90mila chilometri quadrati (equivalenti all'intero Portogallo): alle operazioni - che vedono coinvolti 42 navi e 39 aerei, oltre ai satelliti di osservazione terrestre - partecipano dieci Paesi fra cui Stati Uniti, Cina e Giappone.


2. AEREO SCOMPARSO: NESSUNA TRACCIA IN AREA INDICATA DA CINA
(ANSA) - Nessun resto del volo MH370 sparito sabato scorso con 239 persone a bordo è stato ritrovato nell'area del Mar cinese meridionale dove un satellite cinese aveva indicato la presenza di tre grandi oggetti galleggianti. Lo ha dichiarato Datuk Azharuddin Abdul Haman, capo dell'aviazione civile di Kuala Lumpur, dopo che la Malaysia questa mattina aveva inviato un aereo nella zona.

3. MALAYSIA: AEREO SPARITO,FORSE VOLÃ’ 4 ORE DA SCOMPARSA RADAR
(ANSA) - L'aereo Malaysia Airlines MH370 sparito sabato scorso con 239 persone a bordo potrebbe essere rimasto in volo per altre quattro ore dal momento in cui è scomparso dai radar. Lo riferisce il Wall Street Journal, citando investigatori americani che hanno avuto accesso ai dati della telemetria inviati dai motori Rolls Royce del velivolo.

Se il fatto fosse confermato, significherebbe che il Boeing 777-200 potrebbe aver volato per altri 3.600 chilometri dal punto in cui la task force multinazionale sta cercando i resti dell'aereo, al momento sia nel Golfo di Thailandia sia nello Stretto di Malacca. Considerando la probabile virata verso ovest rilevata dai radar militari malaysiani, i chilometri supplementari potrebbero aver portato l'aereo nel mezzo dell'Oceano Indiano, rendendo ancora più arduo il suo recupero.

4. AEREO SPARITO: GOVERNO MALAYSIA SMENTISCE CHE PROSEGUÌ VOLO
(ANSA) - Le autorità della Malaysia hanno smentito che il Boeing 777 della Malaysia Airlines sparito sabato scorso abbia proseguito la sua corsa per quattro ore dopo la scomparsa dei radar, come era stato rivelato oggi dal Wall Street Journal. Lo ha annunciato il ministro dei trasporti, Hishammuddin Hussein, spiegando che la Boeing e la Rolls Royce - costruttrice dei motori dell'aereo - non hanno ricevuto dati dal velivolo dopo il suo ultimo punto di contatto prima della misteriosa sparizione.


5. I SOSPETTI SUL COPILOTA «INVITÒ DUE DONNE DENTRO LA SUA CABINA»
Guido Olimpio per il "ca"

Un segnale radar a 200 miglia a nord ovest di Penang, costa occidentale della Malaysia. È quella del jet scomparso? Nessuno lo sa. «Non stiamo dicendo che si tratti dello MH 370. È un blip non identificato sullo schermo», ha spiegato il comandante dell'aviazione Rodzali Daud. La traccia sconosciuta è stata individuata alle 2.15 (le 20.15 ora italiana) del giorno della scomparsa e volava ad una quota di circa 8.900 metri. Poi più nulla.

Il nuovo dato e l'estensione delle ricerche anche nella regione delle isole Andamane (India) rappresentano le due novità in questa vicenda misteriosa, dove il dubbio che le autorità stiano nascondendo qualcosa è crescente. Magari per coprire qualche problema. Da qui le critiche, anche feroci, per la gestione caotica della crisi da parte della Malaysia.

Intanto la compagnia aerea indaga anche sul profilo del suo equipaggio. A riguardo del copilota è infatti emerso un particolare non proprio professionale: nel 2011 Fariq Abdul Hamid aveva invitato in cabina due ragazze durante il volo da Phuket a Kuala Lumpur. Un episodio documentato anche da alcune foto mostrate dalla televisione australiana Channel Nine, alla quale una donna sudafricana ha raccontato la sua «gita» in compagnia di un'amica nella sala comandi del 27enne Hamid.

Qui, assieme al copilota, le due avrebbero trascorso oltre un'ora chiacchierando e fumando tranquillamente. La linea aerea malese si è detta «costernata» dall'episodio e ha annunciato che controllerà l'attendibilità delle immagini e del racconto della ragazza.

Nel giallo del volo MH 370 da Kuala Lumpur a Pechino l'unico elemento certo sono le 239 vittime. Per il resto è un intrecciarsi di versioni. Dal giorno del disastro le autorità ne hanno fornite tre sull'ultima traccia del jet. La prima: ore 1.20, ossia 40 minuti dopo il decollo, a nord-est della Malaysia, lungo la rotta prevista. La seconda: alle 2.40, direzione ovest, Stretto di Malacca (informazioni prima divulgata, poi parzialmente smentita). La terza: ore 2.15, a nord-ovest di Penang.

Le differenze non sono da poco. Intanto perché l'area di perlustrazione si allarga considerevolmente, oltre 70 mila chilometri quadrati. Ma, cosa più importante, introduce l'interrogativo sulla posizione del jet, così lontano dal percorso previsto. In sintesi: non si sa bene dove cercare i resti del Boeing 777.

In questa serie di «avvistamenti» (veri o presunti) il comune denominatore è l'assenza di appelli via radio. Nell'ultimo contatto il pilota si sarebbe limitato a «tutto ok, buona notte». Gli esperti ricordano però che in caso di emergenza l'equipaggio deve seguire tre regole: pilota, usa gli strumenti, comunica. Dunque si può immaginare che il comandante e il secondo abbiano dovuto affrontare la situazione imprevista e repentina al punto tale da non poter lanciare alcun messaggio.

E questo lascia aperti tutti gli scenari evocati in questi giorni. L'esplosione di una bomba, un cedimento strutturale, una falla al sistema elettrico o all'autopilota. Non le uniche. Il cambio di rotta fa pensare anche al dirottamento. E poi c'è lo scenario detto del «kamikaze», il pilota o il suo vice che decidono di far schiantare il jet. La polizia malaysiana ha, poi, interrogato a lungo un amico dei due iraniani saliti a bordo con i passaporti rubati e che - stando alle notizie emerse - volevano raggiungere l'Europa per chiedere asilo politico. Forse ci sono aspetti che non «tornano» oppure si tratta solo di ulteriori verifiche alla storia.

L'altro focus riguarda lo stato del 777. Secondo le fonti ufficiali il jet aveva superato di recente i test di controllo. Qualcuno ha però ricordato un avviso su possibili «crepe» alla carlinga e un incidente subito dal velivolo all'ala destra, rimasta danneggiata durante uno scalo. L'ultimo giallo arriva dal governo cinese, che afferma che uno dei propri satelliti avrebbe individuato in mare i possibili rottami dell'aereo scomparso.

 

 

 

 

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