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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Claudio Gallo per "la Stampa"
Quando l'archeologa Philippa Langley ha alzato al cielo il teschio, nel mezzo di un parcheggio in costruzione di Leicester, nel cuore dell'Inghilterra, poteva sembrare una scena dell'Amleto... «povero Yorick», invece era Riccardo III, quello vero per giunta. Ieri l'università di Leicester ha rivelato i tanto attesi risultati della prova del Dna sullo scheletro ritrovato in città dove sorgeva la chiesa dei francescani prima che i protestanti la radessero al suolo: è proprio l'ultimo re plantageneto, l'ultimo sovrano inglese a morire in battaglia oltre 500 anni fa.
Gli scienziati avevano trovato due discendenti a cui fare il prelievo del Dna, Michael Ibsen un mobiliere di Londra e un'altro che ha voluto restare anonimo. Il confronto è stato positivo «oltre ogni ragionevole dubbio». Prove circostanziali si aggiungono al dossier.
Riccardo III morì a 32 anni nella battaglia di Bosworth Field del 1485 dopo soli due anni di regno: i resti ossei sono di un uomo che «poteva essere tra la fine dei venti e l'inizio dei trent'anni».
Non era gobbo e con un braccio atrofizzato come lo dipingeva l'esasperato cliché tudoriano ma aveva una forte scoliosi che poteva farlo apparire con una spalla più alta dell'altra, più piccolo della sua possibile altezza, circa 1 metro e 70. «Il fisico era esile, quasi femminile. Aveva già perso diversi denti», dicono gli archeologi.
La fine del re, che Shakespeare ha inchiodato nella memoria letteraria come un mostro malvagio «monco, deforme, calato anzitempo», è stata tremenda, un Gheddafi ante-litteram. Sullo scheletro hanno contato dieci ferite di cui otto sulla testa, due delle quali fatali. à morto col cranio fracassato da una alabarda, neanche il tempo di dire «il mio regno per un cavallo». Proprio come nella storia che lo vuole accoppato dal soldato gallese Rhys as Thomas con un fendente in testa.
Le ferite raccontano che la soldataglia infierì sul cadavere con una gragnola di colpi, spade e bastoni, uno scempio. L'odio feroce lo accompagnò nella sepoltura, gettato come un sacco nella terra nuda. «Non abbiamo trovato traccia di una bara o di un sudario», ha detto Richard Buckley, capo del team degli archeologi di Leicester. La tomba era sommaria e così corta che il cadavere aveva la testa reclinata. Il fatto che non avesse le braccia incrociate sul petto, fa pensare che lo abbiano interrato con i polsi ancora legati.
Mentre si preparano le esequie del re, nella cattedrale di Leicester, l'Associazione Riccardo III cerca di ripulirne la memoria macchiata indelebilmente dal Bardo e dalla tradizione storica che gli attribuisce quanto meno la morte dei due giovani nipoti, «i principi nella torre», ostacolo sulla strada verso il trono. Dice il presidente Phil Stone: «Ora che la sua faccia sarà ricostruita col laser, si potrà finalmente vedere il volto di un essere umano, non di un mostro. La verità avrà la possibilità di venire a galla».
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