DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”
Con il ritorno di Marcello Foa in Rai, stavolta nelle vesti di conduttore radiofonico, si compie un deciso passo in avanti il processo di radicale sostituzione tra anchor progressisti e volti di provata fede sovranista inaugurato a Viale Mazzini. Un repulisti partito dalle trasmissioni in video — Fabio Fazio, Lucia Annunziata, Massimo Gramellini che nessuno ha provato a trattenere; Roberto Saviano, buttato fuori senza neppure una telefonata — ora allargato alle frequenze in onde medie. […]
[…] L’ex presidente della Rai di rito salviniano — l’uomo che insultò il presidente Sergio Mattarella, impegnato sui social a negare l’emergenza climatica, sbertucciare il figlio di Biden, strizzare l’occhio a Putin e attaccare la preside di Firenze che aveva difeso i suoi studenti dalle aggressioni squadriste — potrebbe conquistare una delle vetrine più pregiate di RadioUno. Dovrebbe prendere il posto di Forrest , la fortunatissima trasmissione condotta la scorsa stagione da Luca Bottura e Marianna Aprile, che i vertici del servizio pubblico hanno di fatto chiuso senza dare spiegazioni né comunicazione alcuna. […]
[…] Durissima l’Usigrai: «Codice etico a intermittenza per la Rai, che blocca Roberto Saviano ma riporta in azienda l’ex presidente che si è fatto notare per le posizioni che negano il cambiamento climatico, per aver pubblicato e rilanciato fake news (ad esempio Hillary Clinton che avrebbe partecipato a cene sataniche) e per gli attacchi social al presidente della Repubblica». Un mix di disinformazione e oltraggio alle istituzioni che avrebbe dovuto suggerire ai sovranisti al comando della Tv di Stato «maggiore attenzione nelle scelte su conduttori e programmi».
marcello foa disgustato da mattarella
A meno che — è il sospetto del sindacato interno dei giornalisti — non sia proprio «con queste scelte che al settimo piano di Viale Mazzini progettano il “cambio di narrazione” del servizio pubblico». Offrendo la prova di un preciso disegno politico: «La presunta necessità di riequilibrare, sostenuta dai nuovi vertici, non consiste in altro che silenziare le voci sgradite alla maggioranza di governo e accaparrarsi conduzioni, nomine e programmi per amici e sodali», denuncia l’Usigrai. […]
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