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Maria Corbi per La Stampa
«La satira non ha limiti». Questo diceva Sergio Staino, storico disegnatore satirico e “papà” di Bobo, non molto tempo fa. Invece adesso un limite lo pone e ha a che fare con la situazione politica, ma anche con un percorso e un’autocritica. «Ho sbagliato anche io in passato, esagerando per esempio quando tirarono le monetine a Craxi. Oggi questo montare del populismo deve farci riflettere. La satira è una grande seminatrice di dubbi. Guai sostituirla con la pretestuosa solidità di un dogma. Questo lo fa la politica».
Scusi Staino lei sembra amareggiato.
«Sì, lo sono. Amareggiato per la presa in giro di Maurizio Crozza a Michele Serra. Mi ha colpito».
Perché?
«Perchè è stato un grande scivolone di Crozza. A me piace molto, anche se non nasconde le sue simpatie grilline, ma questa è una cosa da rispettare. Ognuno ha le sue opinioni. È talmente bravo a catturare i personaggi. Lo adorerò sempre per come ha dipinto Ingroia, facendo capire con la presa in giro che tipo di giudice era. Ma l’altra sera non mi è piaciuto l’attacco a Serra. Crozza è stato velenoso, cattivo, scivolando sul personale, andando a colpire gli affetti, la moglie, il lavoro della moglie. Ma perchè?».
Crozza potrebbe rispondere «perchè è satira».
«Ma no. Non era satira. Lo so che attraversiamo un’epoca tragica da questo punto di vista, in cui ormai l’offesa e il mancato rispetto, l’attacco personale stanno prendendo il posto del dibattito, del giudizio, della valutazione. Ci si meraviglia del bullismo degli studenti quando tutta la società è impregnata da questa incapacità di frenarsi quando si tratta di criticare qualcosa che non si condivide».
Quindi Crozza è stato un bullo con Michele Serra?
«L’altra sera sì, l’interpretazione che ha dato dell’editoriale di Serra è stata molto forzata in un senso che sicuramente Serra non voleva. Quando tu valuti una persona, devi tenere conto della sua storia, del suo passato».
Ma in molti hanno pensato che qualcosa di ambiguo c’era nell’editoriale di Serra, Crozza non è stato l’unico a criticarlo.
Marchionne si diverte con Crozza
«Certo. Se c’è qualcosa di ambiguo fai delle battute, ma devi anche valutare la persona nel suo complesso. È certo che una cosa detta da Salvini, anche se frammentaria, conoscendolo, acquista un sapore preciso. Ma Serra si è sempre battuto per il rispetto degli altri, per la tolleranza, per la civiltà. Perchè questa schedatura, questa pesantezza? Se il satirico perde il sorriso diventa altro, una banale offesa».
Ma su Berlusconi si è detto qualsiasi cosa con l’ombrello della satira. Anche andando sul personale, sulla famiglia. Berlusconi sì, Serra no?
«A parte che Berlusconi in quel momento incarnava il potere, nel momento in cui tu stesso li metti in gioco, i familiari possono essere oggetto di satira. Se tu mi trasformi in un personaggio pubblico tua moglie, anche lei viene presa in giro. Ma non mi sembra che la moglie di Serra sia un personaggio pubblico. Mi meraviglia che anche Crozza sia caduto in questo gorgo grillino nato con il “vaffanculo” che rompe l’analisi politica spostando la critica sull’offesa personale. questo mi terrorizza».
Quindi chi fa satira deve in qualche modo limitarsi?
«Tu sei baciato dalla sorte che ti ha dato un mestiere in cui puoi dire tutto quello che vuoi come un buffone di corte con il beneplacito, però, del dubbio, della battuta. Ma non si può essere talebani. O sei talebano o sei satirico».
Bullo, Talebano. Ancora Crozza?
«Lo considero geniale e per questo sono così amareggiato. Che ci sia una forte simpatia grillina è evidente e va anche bene. Anche io ho avuto una forte simpatia per il Pci prima e il Pd dopo. E mi sono preso molti attacchi dai miei che non accettavano tanto di essere presi in giro».
GIOVANA ZUCCONI MICHELE SERRAGIOVANA ZUCCONI GIOVANNA ZUCCONI E MICHELE SERRA
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