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Uno strepitoso scontro a Porta a Porta. Scontro ai massimi livelli: Bruno Vespa contro Matteo Renzi. È accaduto nella puntata di ieri sera, nel momento in cui il dibattito verteva sulla Libia. Ad aprire le danze è il premier, il quale afferma che "bombardare la Libia a quel modo cinque anni fa non fu intelligente".
Siamo nei giorni drammatici dell'intervento Nato che avrebbe portato alla caduta di Muammar Gheddafi. Silvio Berlusconi, allora premier, si oppose all'intervento invano, e Vespa lo ricorda a Renzi:
"Il suo predecessore Berlusconi cercò di evitarlo ma andò sotto". Ma Renzi non ci sta, punta il dito ancora contro il Cavaliere, e Vespa, sempre più stizzito, lo azzanna: "Presidente, io sono testimone di una notte drammatica al teatro dell'opera di Roma", in cui, si intuisce, all'ordine del giorno c'era proprio l'intervento militare.
A quel punto Renzi gli intima: "Ma non deve difendere Berlusconi". La proverbiale goccia che fa traboccare il vaso di Bruno: "Io difendo la cronaca e la storia, e la storia è che fu messo sotto da Napolitano. Questa è la storia vera e propria".
Una clamorosa presa di posizione, per ricordare quali furono le posizioni di Berlusconi e, parimenti, per ricordare l'ennesima manovra di palazzo ordita da Re Giorgio, allora capo dello Stato. Renzi, all'angolo, ribatte: "Direttore, io capisco che ai grandi amori...non voglio comandare il cuore". Chiude Vespa col colpo da ko: "Qualcuno dice che lei è troppo amato".
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