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DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE…
Andrea Garibaldi per il “Corriere della Sera”
Negli anni Sessanta, a tavola, i genitori di Maria Simonetti, professori universitari, parlavano tra loro in latino. Non solo per non farsi capire, anche per allenare i figli a comprendere il significato delle parole dalla radice. E alla fine Maria Simonetti, che la mamma obbligava a tradurre senza vocabolario, ne ha scritto uno.
Dedicato al linguaggio giovanile, alle invenzioni che i ragazzi di varie parti d’Italia elaborano sul corpo della lingua ( Slangopedia , Stampa alternativa). Termini dettati da una pigrizia «abbreviativa» come tranqua o tranqui o brenso (breve ma intenso) o jamairo già m’hai rott o esa (esaurito), che nella versione contratta o per intero è l’insulto preferito dei ragazzini in scooter contro gli automobilisti over 25.
Simonetti ha cominciato con un articolo su «l’Espresso», dove si è occupata a lungo di attualità e cultura, e poi dal 2001 ha inaugurato sul sito del settimanale «Slangopedia», che aggiorna sulla base delle segnalazioni dei lettori teen. Ecco bucatino per uno che si buca, si fa d’eroina. E limone , ragazzo che si circonda di cozze, cioè donne bruttine.
A proposito di bruttine, a Roma esistono svariati, perfidi, sinonimi: scoglio , cofano , ciste , busta , scaldabagno , lavatrice . Nella stessa scia sta dentiera per professoressa o, più in generale, persona anziana. E rimastino o rimastina per giovane che nessuno invita a uscire o a ballare e rimastone o rimastona , 40-60enne che mantiene abiti e comportamenti giovanili, ma rimasti all’epoca della sua gioventù.
Il poeta Valerio Magrelli nell’introduzione classifica i nuovi lemmi in alcune categorie. Parole al contrario, come zaca per casa, drema per madre e sgafi per sfiga. Acronimi, come alef , alto lungo e fesso, usato a Taranto. Metafore, come pigiamino per preservativo o sineddoche come zainetto per definire ragazza della scuola superiore. Ci sono derivazioni dall’inglese, come bro per fratello (da brother ) o quiko , che significa rapporto sessuale molto veloce (da quick ).
Il vocabolario dà conto di parole entrate nel linguaggio comune, come sciallo (tranquillo), branda (tipo enorme e muscoloso), trescare (avere una storia senza impegno), fare vento (scappare senza pagare), sbalconato (fuori di testa), e prende atto di espressioni più recenti come cangurare (mi cangura , cioè mi rimbalza), citofonarsi (come ti citofoni? come ti chiami di cognome), incicognarsi , rimanere incinta.
A Vicenza dicono archiviarsi per andare a dormire, a Rovereto chiamano profiterol chi si approfitta, specie in amore. A Genova e a Parma si rileva conigliare, aver paura: avevo un’interrogazione, ho conigliato. A Torino chiamano Guido l’autista del bus. A Pozzuoli un ragazzo pieno di brufoli è kinder cereali. Dice Magrelli che anche questo è un modo per tenere una lingua mobile e viva. Tanto che il vocabolario andrà aggiornato periodic amente.
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