
DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA…
1- COPERTINE ESTIVE: LO SPREAD CON LE TETTE
Lidia Ravera per Il Fatto
Espresso, copertina: una striscia di mare azzurro, una ragazza abbronzata, i capelli corvini sciolti sulle spalle, lo sguardo ormai consueto della preda predace (una geisha col broncio), una succinta mutandine rossa a sottolineare due chiappe di dimensioni ragguardevoli. Nude. Sexy. L'immagine sarebbe discutibile anche se si trattasse di pubblicizzare un servizio sulle vacanze o sulle chiappe.
à intollerabile se il servizio è sulla crisi economica. Se si scandaglia il deretano con l'attenzione dello studioso di costume (da bagno), si può scorgere, sulla parte anatomica femminile evidenziata, una minuscola bandiera greca. Ah, ecco, si parla della Grecia! E dove si piantano le bandierine dei Paesi dell'Eurozona? Ma sul culo delle ragazze, è ovvio!
Dove se no? Quale articolo, inchiesta, commento, esegesi o analisi o dissertazione può fare a meno dello sguardo ammiccante di una bagnante, della posa sinuosa di qualche sirena pagata per irretire? L'effetto sperato è che il maschio medio italico freni davanti all'edicola in preda a un vivace desiderio sessuale, acquisti d'impeto la rivista e, dopo essersi scaricato con due minuti di onanismo, si istruisca, soddisfatto, su spread ed eurobond.
2- PAROLE ALZO ZERO...
Gianni Boncompagni per il "Fatto quotidiano" -
Molti avranno notato l'estrema sensibilità dei telecronisti delle Olimpiadi, Rai o Sky, che sanno quando tacere e quando invece parlare. Il segreto è semplice: parlare parlare parlare parlare sempre.
Durante il silenzio delle partenze, durante la gara, durante il finale, sempre parlare parlare parlare. Per migliorare la situazione gli speaker sono spesso in due, solitamente un uomo e una donna. E tutti e due vogliono emergere e parlano parlano, si accavallano e urlano. Fortunatamente nessuno capisce cosa dicono perché uno si sovrappone all'altro. Usano frasi di repertorio e urlano sempre, uno sopra l'altro.
L'unica soluzione sarebbe il "bavaglio olimpico" per eliminare qualunque possibilità di parlare e anche di pensare. Oppure le carabine ad aria compressa delle gare come rimedio più drastico.
3- L'EUROPA DEI SUOI SOGNI...
Massimo Gramellini per "La Stampa" -
La conversazione di Monti con il «Wall Street Journal» passerà alla Storia delle prossime 48 ore per il giudizio sul governo Berlusconi che, rimanendo in sella oltre il fatal novembre, avrebbe issato lo spread a 1200, stabilendo il nuovo record olimpico di salto nel buio. L'opinione del premier è condivisa dalle Borse di tutto il mondo e da almeno metà dei suoi connazionali, quindi non mi ha stupito più di tanto. A differenza del passaggio dell'intervista in cui Monti descrive la sua Europa ideale.
«Vorrei la disciplina di bilancio della Germania, il libero mercato della Gran Bretagna, della Polonia e dei Paesi nordici e il senso delle istituzioni della Francia». Non vi sarà sfuggito che dell'Italia, nella sua Europa ideale, Monti non vuole niente. Effettivamente la disciplina di bilancio, il libero mercato e il senso delle istituzioni non sono il nostro forte. Ma possibile che non ci sia nulla di italiano nel puzzle da lui sognato, a parte forse i musei e i paesaggi, peraltro in malora?
La vicenda mi ha riportato alla mente l'aneddoto di un collega, che anni fa venne ospitato per uno stage da un importantissimo ente internazionale. Ebbe modo di avvicinare i responsabili dei vari dipartimenti: tedeschi, scandinavi, inglesi, spagnoli, francesi. Ma nemmeno un italiano. Al momento del congedo, lo fece notare al presidente di quell'istituzione. «Lei si sbaglia» fu la risposta. «Qui da noi gli italiani hanno la responsabilità di un settore strategico nel quale sono di gran lunga i migliori». «Quale?» domandò sollevato il collega. «Il catering».
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