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Proseguono le indagini inglesi sullo scandalo "News of the Wordl" e dopo le testimonianze, la scorsa settimana, dell'ex direttore del tabloid Colin Myler e dell'ex legale del giornale Tom Crone, toccherà al figlio di Rupert, James Murdoch, tornare davanti ai parlamentari britannici della Commissione Media e Cultura. Il colloquio, il secondo dopo quello svolto al fianco del padre nel luglio scorso, si svolgerà presumibilmente a novembre e al vice Ceo di News's Corp verrà chiesto di chiarire se fosse o meno a conoscenza delle intercettazioni illegali condotte dal tabloid.
In particolare, James dovrà convincere i parlamentari di aver detto la verità quando affermò di aver saputo che solo un giornalista era coinvolto in vicende di hackeraggio. Colin Myler e Tom Crone, infatti, nel colloquio avuto in Commissione hanno smentito Murdoch Junior, dicendo di avergli a suo tempo parlato di un'email da cui emergeva chiaramente che non era uno soltanto, bensì, nel migliore dei casi, almeno due, i reporter colpevoli di intercettazioni illegali.
L'email "For Neville", così chiamata perché il destinatario era l'ex chief reporter del "News of the World" Neville Thurlbeck, è ritenuta fondamentale per chiarire la vicenda delle circa 700mila sterline pagate come patteggiamento a Gordon Taylor, il presidente della Federazione Calcio inglese intercettato illegalmente dal giornale.
Centinaia le vittime del domenicale ormai chiuso per sempre, da vip del cinema a normali cittadini. Come Christian Small, uno dei morti negli attentati di Londra del 7 luglio 2005. La madre di Christian, Sheila Henry, ha aperto una causa civile contro il Gruppo di Rupert Murdoch dopo aver saputo da Scotland Yard che il cellulare del figlio venne intercettato immediatamente dopo gli attacchi dall'investigatore privato che lavorava al soldo del tabloid. Proprio oggi il giudice dell'Alta Corte Justice Vos ha detto che quello di Christian sarà il caso guida, tra le cause civili intentate contro il giornale.
Intanto lo scandalo "News of the World" ha convinto anche il governo australiano ad aprire un'indagine sui media del Paese, dove Murdoch possiede il 70% dei quotidiani. La notizia l'ha data il ministro per le Comunicazioni australiano Stephen Conroy spiegando che non si tratta di un attacco a "News ltd", il ramo australiano della News Corp dello Squalo, bensì un'inchiesta sul sistema mediatico tutto, sulla privacy e sull'ente auto-regolatore della stampa australiana, l'Australian Press Council.
Per il partito laburista Murdoch ha un potere mediatico eccessivo in Australia. Tra i giornali del magnate e l'Esecutivo sarebbe in atto una guerra. Il premier Julia Gillard ha recentemente chiesto ed ottenuto una rettifica ad uno di essi in merito a una notizia falsa che la screditava. Il ministro Conroy ha detto solo ieri che il "Daily Telegraph" (non quello inglese), facente parte di News ltd, sta conducendo una campagna "per un cambio del governo".
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