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Fabio Tamburini per il Corriere della Sera
Enrico Cuccia, fondatore di Mediobanca, e l'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, sono stati grandi lettori e grandi collezionisti di libri, che usavano scambiarsi come dono, con tanto di lettere d'accompagnamento. Lettere spiritose, mai banali, certo di rilevante interesse storico.
Ora fanno parte di quelle raccolte da un fedelissimo di Mediobanca: Giorgio La Malfa, che sta lavorando a un libro di ricordi del banchiere. Cuccia, pur estremamente riservato, amava la scrittura e, nelle lettere, conferma la capacità di cogliere gli aspetti essenziali delle vicende e il gusto per le battute fulminanti, anche nei passaggi più drammatici della vita e degli affari.
Una lunga carriera che ha coinciso con mezzo secolo di storia italiana, vissuta con la passione dei numeri e della finanza perché, come diceva, «ci sono tre modi al mondo di perdere il denaro: le donne, il gioco e gli ingegneri. La differenza è che i primi due sono i più divertenti» (Cuccia non ha mai amato le aziende industriali in quanto tali, giudicandole sempre e solo dai risultati di bilancio, ndr).
La Malfa junior, ormai da qualche mese e durante l'estate, ha scelto di ordinare le missive, contestualizzarle, raccogliere testimonianze di chi ha conosciuto bene Cuccia. Così, molto probabilmente all'inizio dell'anno prossimo, il libro sarà pronto e verrà scelto l'editore. La data di uscita non è ancora stata fissata.
«Sono lettere straordinarie, che ho raccolto negli anni», conferma Giorgio La Malfa. «Alcune le ho avute direttamente da lui. Altre da Vincenzo Maranghi, suo discepolo e successore». E aggiunge: «La materia è delicata, in alcuni casi difficile da trattare. Lo farò con garbo, perché Cuccia è stato un banchiere eccezionale a cui sono stato legato per tutta la vita».
Si potrebbe aggiungere per tradizioni familiari, perché Ugo La Malfa, papà di Giorgio e riferimento storico del Partito repubblicano, è stato il leader che con Cuccia ha sempre avuto rapporti privilegiati. Ma anche Giorgio La Malfa in Mediobanca è stato di casa fin da giovane, a partire dagli anni 1958-1963, quando cominciò le frequentazioni delle segrete stanze a 19 anni e mentre studiava Giurisprudenza all'Università di Pavia.
Poi, dopo la laurea in Economia politica all'Università di Cambridge e gli studi al Massachusetts institute of technology, venne assunto come responsabile di R&S, l'ufficio studi di Mediobanca, pochi anni dopo l'entrata di Maranghi. E proprio a Maranghi è indirizzata la lettera testamento inviata da Cuccia al "caro Vincenzino" poche settimane prima di morire.
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